Sciolto il Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose
Consiglieri al servizio dei clan criminali. Il sindaco leghista arrestato con l'accusa di corruzione e tentata concussione

Lo scorso 5 agosto il comune di Foggia, per decisione presa dal Consiglio dei ministri a seguito della dettagliata relazione fornita dalla Commissione di accesso agli atti che – nominata dal governo – si era insediata lo scorso marzo negli uffici comunali, è stato affidato a una commissione straordinaria perché sono state accertate infiltrazioni mafiose.
Mentre la Commissione svolgeva le sue verifiche, nel frattempo, un vero e proprio terremoto giudiziario si stava abbattendo sul capoluogo pugliese (ne abbiamo dato conto su Il Bolscevico n. 22 del 10 giugno 2021, p. 7) con l'arresto, il 21 maggio, del sindaco leghista Franco Landella, a suo tempo sponsorizzato personalmente da Salvini, che si è subito dimesso, con le accuse di corruzione e tentata concussione, mentre nei mesi precedenti erano stati arrestati i consiglieri di maggioranza Leonardo Iaccarino, Antonio Capotosto, Dario Iacovangelo e Bruno Longo con le accuse, a vario titolo, di corruzione, tentata induzione indebita e peculato. La stessa inchiesta che aveva determinato l'arresto del sindaco e dei consiglieri travolgeva poi la moglie di Landella, Iolanda Di Donna, dipendente del Comune di Foggia, che veniva sospesa dall'esercizio dei pubblici uffici per dieci mesi, mentre i consiglieri di maggioranza Consalvo Di Pasqua e Pasquale Rignanese, nonché il presidente del Consiglio comunale, Lucio Ventura, finivano sotto indagine a piede libero per corruzione.
Landella si era dimesso subito dopo il suo arresto, che nel frattempo è libero ma interdetto dai pubblici uffici per un anno, così come sono stati liberati gli altri arrestati
Il Comune di Foggia, dopo le dimissioni del sindaco, era stato commissariato e il Consiglio comunale sciolto, ma il lavoro dei commissari era proseguito, tanto da accertare che personaggi legati ai clan dell'associazione a delinquere denominata Società Foggiana erano riusciti nel recente passato a condizionare le scelte e il lavoro dell’amministrazione comunale, tanto da consegnare al prefetto di Foggia il 29 luglio una durissima relazione, che il prefetto ha inviato al Ministero dell’Interno e sulla quale si basa la decisione di sciogliere immediatamente il Comune.
Nella relazione si evidenzia che a partire dal 2014 - anno nel quale si insediò, in qualità di sindaco, Landella, poi confermato nel 2019 - erano stati denunciati gravissimi atti intimidatori nei confronti di alcuni consiglieri comunali e che esisteva una preoccupante pressione della criminalità organizzata locale sul Comune che nel tempo ha creato un contesto di corruzione tra esponenti malavitosi ed amministratori pubblici, come anche le inchieste giudiziarie hanno ampiamente dimostrato: “dalle indagini conseguenti ai fatti corruttivi – si legge nel documento della Commissione di accesso agli atti – traspare un quadro inquietante della realtà amministrativa dell’Ente, che attesta uno sviamento del munus [ossia del dovere di cui è titolare l'ente, n.d.r.] pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata ”.
Tra gli episodi che la relazione ha messo in evidenza ci sono sistematiche frequentazioni, parentele e legami affettivi da parte dei consiglieri comunali della maggioranza di centrodestra con esponenti locali della criminalità organizzata, i quali a loro volta, si mette in evidenza, si sono pesantemente infiltrati nella vita economica locale, e ciò spiega le inchieste della magistratura che hanno messo in luce episodi di grave violazione della legge, da parte degli amministratori pubblici, in relazione ad appalti legati al sistema di videosorveglianza, all’assegnazione di case popolari a favore di affiliati ai clan e all’assenza di certificati antimafia per alcune imprese che hanno gestito servizi pubblici.
Tra gli episodi eclatanti menzionati nel rapporto ci sono quello relativo alle pesanti pressioni esercitate sul Comune da parte del pluripregiudicato Fabio Delli Carri - ex convivente dell'ex consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Liliana Iadarola – per impedire l'installazione di telecamere di videosorveglianza, e quello della consegna - da parte di un altro consigliere di Fratelli d'Italia, Erminia Roberto - ad un noto esponente della criminalità locale, Leonardo Francavilla, di un contributo economico di natura sociale erogato dal Comune di Foggia.
La relazione ha evidenziato inoltre una costante e sistematica inosservanza, da parte degli organi del Comune, delle normative antimafia, come per ciò che riguarda il servizio di installazione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti semaforici e della segnaletica stradale, affidato in interrottamente sin dal 2009 e in totale assenza della necessaria certificazione antimafia ad una stessa società, la quale nell'aprile 2017 è stata raggiunta da una misura interdittiva in quanto legata alla mafia locale.
I cittadini di Foggia sarebbero dovuti tornare al voto il 3 e 4 ottobre prossimi, ma il provvedimento di scioglimento disposto dal governo lo scorso 5 agosto impedirà per i successivi 18 mesi - tanto durerà la gestione commissariale - ai cittadini di tornare alle urne.

6 ottobre 2021