+7,5% la diserzione dalle urne
Vince l'astensionismo al primo turno delle comunali del 3 e 4 ottobre nel Comune di Cosenza
In vantaggio il “centro-destra” sul “centro-sinistra”. Tracollo del M5S e cocente delusione della Lega di Salvini

Erano chiamati alle urne per l'elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale 57.158 elettori, ben 20mila e 81 elettori hanno disertato le urne, il 35,2% del corpo elettorale, ai quali si aggiungono 1.475 elettori che hanno annullato la scheda e 515 che l'hanno lasciata in bianco.
Dei 37.077 elettori che si sono recati alle urne 35.087 sono i voti validi espressi per i candidati a sindaco e 33.674 sono i voti andati alle liste, quindi queste ultime sono ancora meno rappresentative del corpo elettorale.(ma ho applicato il dato della diserzione dalle urne al calcolo, perché questi dati sono appena arrivati, vedete voi se correggere, in effetti andrebbero aggiunte le schede nulle e bianche e poi le "astensioni"sono due, il voto al sindaco e quello al consiglio comunale).
Poco meno di 4 cosentini su 10 hanno dunque delegittimato i candidati borghesi a sindaco e a consigliere comunale e i partiti e le liste collegate, l'astensionismo è di gran lunga il primo "partito" e la maggioranza relativa del corpo elettorale.
La sola diserzione dalle urne sale rispetto alle comunali di cinque anni fa dal 27,7% al 35,2% con un aumento del 7,5%.
Un risultato straordinario se si pensa all'enorme quantità di candidati in grado di condizionare l'elettorato presenti nelle liste e il fatto che alle comunali l'affluenza in genere è maggiore rispetto alle regionali ed europee (ma inferiore alle politiche), regionali che infatti si sono tenute nello stesso giorno con un'affluenza in Città del 65,2% e quindi una diserzione del 34,8%, alla quale sono da aggiungere schede bianche e nulle, con un aumento del 10,3% dell'affluenza rispetto alle regionali del 2020, aumento dovuto però appunto allo svolgimento delle comunali, che hanno richiamato al voto più elettori senza tuttavia impedire un'enorme balzo dello stesso astensionismo rispetto alle comunali precedenti.
A differenza delle scorse comunali, nessuno dei candidati a sindaco riesce a vincere al primo turno, come invece fu per il sindaco uscente, Mario Occhiuto di Fi, che raccolse il 58% dei voti espressi (il 40% effettivo del corpo elettorale), mentre questa volta sarà necessario il ballottaggio.
L'aumento dell'astensione è dovuto allo sfascio amministrativo del comune causato da questo bandito, che avrebbe dovuto essere candidato alla presidenza della regione lo scorso anno, quando, data la sua impresentabilità, le infinite inchieste di cui è oggetto e i rinvii a giudizio, fu silurato dal suo vicesindaco, la deceduta ex presidente della regione ed ex deputato e sottosegretario, Jole Santelli di Fi, della quale ha appena preso il posto il fratello di Mario, Roberto Occhiuto, anch'egli di Fi, deputato e capogruppo alla camera dei deputati e delinquente come Mario, come la Santelli e come il loro padrone Berlusconi.
La morte della Santelli non cancella i suoi crimini politici, economici, giuridici, sociali e sanitari commessi contro il popolo italiano (fu tra l'altro coautrice delle vergognose leggi "ad personam" per salvare Berlusconi dalla galera ai tempi in cui era sottosegretario alla giustizia nel governo Berlusconi II e III) calabrese e cosentino in particolare.
Da questo punto di vista noi marxisti-leninisti siamo contrari a qualsiasi intitolazione di strade o altro nella città di Cosenza alla Santelli e chiediamo di cancellare l'intitolazione alla sua memoria del Palazzo della Cittadella di Catanzaro, sede della Giunta Regionale.
Il fatto è che i morti non sono affatto tutti uguali, la memoria storica non si cancella e non si può pretendere in alcun modo che il popolo omaggi e ricordi i suoi oppressori borghesi, neofascisti e filomafiosi.
La città dei Bruzi arriva alle comunali e alle regionali concomitanti praticamente disintegrata da Occhiuto e dai suoi compari massomafiosi, che in ossequio al "modello Reggio" del fascista malripulito ex governatore ed ex sindaco Scopelliti, ha un buco di bilancio effettivo (aldilà quindi delle palesi falsificazioni e di mirabolanti quanto oscuri "piani di rientro" dal dissesto finanziario) di circa 350 milioni di euro, praticamente il default, che porteranno nei prossimi anni ad un aumento della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti e i pensionati e a corposi tagli dei (pochi e scadenti) servizi pubblici ancora garantiti.
Fra l'altro alcuni dei debiti sono debiti personali del sindaco uscente, tanto che persino il Corriere della Sera ha ironizzato su Occhiuto e sulla sua (assurda e storicamente infondata) ricerca del tesoro di Alarico.
Il centro storico casca a pezzi, importanti le lotte dei membri del Comitato "Prendocasa", alcuni dei quali vittime di processi, repressioni e intimidazioni delle “e dell'ordine", per non parlare dello scempio architettonico e delle opere realizzate in odor di 'ndrangheta, come Piazza Fera-Bilotti, tra l'altro pericolosa e instabile, il Ponte di Calatrava, fatto con i soldi delle case popolari e di una serie infinita di porcherie, da noi denunciate su "Il Bolscevico", che si sono abbattute sulle spalle di un popolo martoriato, le cui condizioni si sono aggravate con la pandemia, anche per colpa delle scellerate politiche sanitarie regionali e locali, espressione degli interessi della borghesia massomafiosa alla quale gli Occhiuto sono legati a doppio filo.
Importante in questi anni la lotta di piazza del movimento "No Metro-Si al Viale" che, ispirato alla lotta dei NoTav della Valsusa, ha impedito la costruzione della Metro leggera, inutile e dannosa, che sarebbe dovuta costare almeno 160milioni di euro.
L'astensione in aumento è dovuta anche al crollo del M5S, che pure fu secondo partito alle politiche del 2018 in Calabria dopo l'astensionismo e rappresenta una chiara bocciatura non solo del decennio amministrativo di Occhiuto, ma delle giunte provinciali, regionali e dei governi di questi anni, espressione della destra e della "sinistra" del regime neofascista con e senza le stelle. Dati dell'astensione sono dunque riferiti alla sola diserzione dalle urne, il 35,2%, percentuale che è riferita quindi anche alle liste che in realtà sono state votate da 2000 persone in meno.
Addirittura otto i candidati a sindaco, con decine di liste e centinaia di candidati a sostegno, tutti delegittimati dall'astensione dilagante.
Il "centro-destra" ha candidato Francesco Caruso, sgherro di Mario Occhiuto, con ben otto liste collegate, che raggiunge il ballottaggio, arrivando primo, ma raccatta appena 13.132 voti, il 37, 4% dei votanti, solo il 24, 3% del corpo elettorale, ben 11.200 voti in meno dei voti presi da Occhiuto nell'unico turno delle scorse comunali.
Un crollo verticale che porta l'immonda coalizione che ha distrutto Cosenza praticamente al dimezzamento dei voti.
Il "centro-sinistra" è secondo e conquista il ballottaggio con il candidato a sindaco omonimo Francesco Caruso, detto Franz, massone, socialista, una vita sulle spalle del popolo cosentino, che con Pd, Psi e lista Caruso si ferma al 23,7% dei votanti, il 15,3% del corpo elettorale.
Un risultato disastroso per una coalizione che avrebbe voluto prendere il posto di Occhiuto e compari, ma che non riesce a intercettare il malcontento popolare contro il sindaco e la giunta uscenti e vede perdere migliaia di elettori di sinistra in favore dell'astensionismo.
Franz Caruso raccatta appena 8.342 voti, poche centinaia di voti in più di Carlo Guccione del Pd, candidato 5 anni fa, che prese 8.176 voti.
Dietro i due Caruso che si sfideranno al secondo turno arrivano gli altri sei candidati:
Francesco De Cicco, sostenuto da sei liste civiche con 4861 voti, il 13,8% dei votanti, l'8,9% del corpo elettorale.
Biancamaria Rende sostenuta dal M5S, dal megalomane Carlo Tansi (trombato anch'egli, per la seconda volta di seguito, alle regionali, nonostante il fatto che questa volta corresse con il Pd e il M5S e non da solo come nel 2020) con la lista Con Tansi e dalla lista Rende sindaco.
La Rende raccatta appena 4.441 voti, che sono sì più del doppio dei voti ottenuti dal candidato massone del M5S Coscarelli di cinque anni fa (ne prese 1825) ma non sono nemmeno un terzo dei 15.480 voti presi dal M5S alla Camera dei Deputati nel proporzionale e dei 16.128 voti presi dalla candidata Orrico eletta nel collegio uninominale di Cosenza alle politiche del 2018.
Insomma nonostante l'aggiunta di Tansi, non correndo da soli, dopo diversi anni di "radicamento" i pentastellati perdono ben più dei due terzi del loro elettorato rispetto alle ultime politiche, quando erano il secondo partito in Città e in Calabria, dopo l'astensionismo e non saranno presenti in consiglio comunale a Palazzo dei Bruzi.
Segno che le illusioni elettorali sparse dal M5S, le loro politiche lacrime e sangue, le giravolte, il vomitevole trasformismo di alcuni loro esponenti (a cominciare dallo stesso Conte) espressi in oltre 3 anni al governo alleati con la Lega prima, poi con il Pd, quindi con tutto il parlamento nero oggi in sostegno a Draghi (a parte la finta opposizione dei fascisti della Meloni) hanno finito con lo schifare totalmente chi pure in buona fede, anche a Cosenza, era caduto vittima di questa ennesima trappola elettorale antiastensionista inventata dalla borghesia e dal comico milionario, qualunquista, razzista e misogino Beppe Grillo.
Valerio Formisani con la sua unica lista civica si ferma a 1680 voti, il 4,7% dei votanti, il 3% degli elettori.
Francesco Picchierri detto Franco, vecchio rottame democristiano con due liste "Noi con L'Italia e "Democrazia Cristiana" raccatta appena 1.213 voti, il 3,4% dei votanti, il 2,2% del corpo elettorale.
Penultimo con appena 714 voti Fabio Gallo e la sua lista civica "Noi movimento sturziano" ferma al 2% dei votanti, l'1,2% del corpo elettorale, che precede di soli 10 voti Fabio Civitelli fermo a 704 voti nonostante le sue ben cinque liste civiche, che arriva ultimo con il 2% dei votanti, l'1,2% degli elettori.
Per quanto riguarda i partiti e le liste c'è da dire che il "centro-destra" ottiene complessivamente 14.531 voti, 1.399 voti in più, del candidato a sindaco Caruso, il 43,2% dei votanti, il 27,9% del corpo elettorale a fronte del 37,4%, in realtà il 24,7% del corpo elettorale raggiunto dal candidato sindaco.
Secondo partito dopo l'astensionismo sono i fascisti di FdI della Meloni, l'11,5% dei voti espressi, appena il 7,4% degli elettori, un risultato mediocre come ammettono da quelle parti (cioè nelle fogne) innanzitutto perché non è avvenuto il sorpasso su Fi degli Occhiuto, né alle comunali dove Fi si è divisa in almeno due liste che messe insieme superano di molto FdI, ma soprattutto alla regione (vedi articolo a parte) e dire che le condizioni per il sorpasso c'erano, vista l'impopolarità degli Occhiuto e le percentuali sempre più basse date dai sondaggi a livello nazionale al partito del delinquente di Arcore.
In ogni caso Fi, comunque camuffata, e Fdi, sono lontanissimi dai 'fasti" dell'allora Pdl e persino della somma di Fi e della vecchia An.
Non è possibile un raffronto diretto con le scorse comunali poiché non c'era la lista di FdI, rispetto alle politiche 2018 guadagnano 2380 voti (erano 1491) ma non sono nemmeno la forza trainante della coalizione, pur avendo superato la Lega sia in Città alle amministrative che, per un soffio, in tutta la Calabria alle regionali.
La Lega, ferma al 2,8% dei votanti, appena l'1,8% del corpo elettorale, viene scavalcata nella coalizione persino dall'Udc sia pure per poche centinaia di voti, che raggiunge infatti il 3,2% dei votanti, il 2% del corpo elettorale.
L'immonda coalizione poi ha poco da festeggiare anche perché il deludente risultato viene raggiunto nonostante il rientro in coalizione e in Fi in particolare della famiglia Gentile e del loro considerevole pacchetto di voti, 5 anni fa in guerra con Occhiuto, che eleggono in un colpo solo Katya Gentile alla regione (ex vicesindaco di Mario Occhiuto prima della rottura), figlia dell'ex sindaco ed ex consigliere regionale, per 35 anni di seguito, Pino Gentile, dopo la trombatura dello stesso Pino nel gennaio 2020 in appoggio alla Santelli, e Andrea Gentile, figlio di Antonio "tonino u cinghiale" Gentile, ex senatore e sottosegretario con Renzi e Gentiloni, alla camera dei deputati con Fi, poiché le dimissioni di Roberto Occhiuto da deputato, determinate dalla sua elezione a governatore lo fanno entrare alla Camera in quanto primo dei non eletti nella lista di Fi nella quota proporzionale, nonostante la pesante trombatura ottenuta dallo stesso Andrea nel collegio uninominale Paola-Castrovillari, nel 2018.
Nel "centro-sinistra" male il Pd che con 3.147 voti, il 9, 4% dei votanti, il 6% degli elettori, arriva terzo in città dopo Fdi e la lista "Occhiuto per Caruso", 9,7% dei votanti, 6,2% degli elettori, appena un soffio sopra la lista "Forza Cosenza" (l'altro spezzone di Fi) che arriva al 9,1% dei votanti, il 5,8% degli elettori, lasciando fra l'altro per strada 713 elettori rispetto alle politiche 2018, guadagnandone solo 327 rispetto alle comunali di cinque anni fa.
Ancora più evidente in termini di lista il tracollo del M5S con 1.408 voti, il 4,2% dei votanti, il 2,7% degli elettori, perde ben 14.072 voti sui 15.480 ottenuti in Città nel proporzionale della Camera del 2018, quasi il 90%, guadagnando appena 454 voti rispetto alle scorse comunali.
Insignificanti i voti delle altre liste e raggruppamenti, vicini a percentuali da prefisso telefonico.
Il 17 e il 18 ottobre prossimi si svolgerà il ballottaggio, invitiamo l'elettorato a continuare a votare il PMLI astenendosi, per bocciare i due Caruso, due facce della stessa medaglia borghese, neofascista e filomafiosa, creando le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente: le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari.
Per Cosenza al servizio del popolo e dal popolo governata!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!

13 ottobre 2021