No alle misure liberticide proposte da Lamorgese
Le manifestazioni non si toccano

Dopo i provvedimenti legati all'avvio della pandemia che hanno impedito per lungo tempo i cosiddetti “assembramenti”, l'assalto alla sede nazionale della CGIL di sabato 16 ottobre a Roma ad opera dei neofascisti di Forza Nuova, ha servito su un piatto d'argento al governo un nuovo grimaldello per tentare di scardinare il diritto di manifestare.
Luciana Lamorgese, ministro degli Interni del governo Draghi e al centro di numerose polemiche circa la gestione dell'ordine pubblico da parte delle forze dell'ordine che non hanno fatto nulla per impedire l'assalto alla CGIL, ha infatti preso la palla al balzo convocando d'urgenza un nuovo Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Al vertice, al quale hanno partecipato i servizi segreti, le forze di polizia, il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, il prefetto Piantedosi e il questore di Roma Mario Della Cioppa, non si è discusso solo di inasprire i controlli specifici del movimento No Vax, ma anche di un generalizzato rafforzamento delle misure di ordine pubblico per “prevenire i disordini”.
Le azioni del movimento No Green Pass infatti sono solo una piccola parte di tanti altri movimenti di lotta che rivendicano diritti, a partire da quello al lavoro; infatti le questure di mezza Italia stanno ricevendo richieste di autorizzazione per manifestazioni e cortei, segno di uno sviluppo di coscienza da parte delle masse che vuole rispondere colpo su colpo agli attacchi del Governo e del padronato, stretti in una simbiosi gravosa e ormai insostenibile per le masse popolari.
Inoltre Roma il 30 e il 31 ottobre ospiterà il G20 che porterà nella capitale i capi di Stato e di governo di tutto il mondo, e contro il quale è già prevista una manifestazione di protesta, tra i cui promotori è il PMLI, e numerose altre iniziative collaterali.
In occasione di questo summit, e rifacendosi ancora una volta all'art.17 della carta costituzionale che riconosce il diritto di manifestare lasciando però spazio alle autorità che possono vietare le manifestazioni “per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”, Lamorgese ha già proposto l'istituzione di una “zona Rossa” intorno al centro congressi “La Nuvola” che lo ospiterà.
Ma ciò non basta, e allora ecco le maglie stringersi ancora di più attraverso la proposta di uno spiegamento di “forze dell'ordine” mai visto a protezione di tutti gli altri obiettivi ritenuti “sensibili”, dei percorsi riservati ai leader e alle consorti, e anche alle loro cene e incontri di gala.
Strette che, per assicurare “lo svolgimento in sicurezza”, necessitano di 500 unità aggiuntive delle forze armate del contingente “Strade Sicure”, dell'incremento della sorveglianza e della difesa dello spazio aereo della Capitale attraverso assetti specialistici, incluso il sistema anti-drone.
Ma le misure liberticide riguardano tutto e tutti in ogni occasione, e in ultima analisi le lavoratrici e i lavoratori in lotta per il loro posto di lavoro e per il riconoscimento dei diritti che vengono loro calpestati; è infatti direttamente il banchiere massone Draghi che d'intesa con Lamorgese ha tracciato una linea chiara che prevede di limitare al massimo le autorizzazioni a manifestare in generale, impedendo i cortei e lasciando solo la possibilità di sit-in organizzati e solo se distanti dalle sedi istituzionali che saranno blindate da presidi fissi e altrettante zone rosse. Infatti, anche le manifestazioni di venerdì 15 ottobre contro il Green Pass sui luoghi di lavoro e la grande manifestazione antifascista promossa dai sindacati confederali del 16 in piazza San Giovanni a Roma, si sono svolte con presidi ma senza i cortei richiesti.
Insomma, dopo aver pesantemente regolato il diritto di sciopero (e ne è testimonianza la dichiarazione di “illegalità” di quello dei portuali triestini contro il Green Pass) con precetti sempre più ampi e con l'inserimento di numerose categorie nel novero dei “lavori essenziali”, il governo Draghi, appoggiato anche da LEU e PD, insiste sulla scia dei decreti sicurezza di Salvini mai rimossi, limitando al massimo le manifestazioni di piazza e impedendo addirittura i cortei in movimento in via continuativa.
Lamorgese e Draghi dunque, revochino immediatamente e non applichino i provvedimenti nazionali e locali proposti che limitano la libertà di manifestazione pubblica: le manifestazioni di piazza non si toccano.

20 ottobre 2021