Varata l’amministrazione comunale di “centro-sinistra” a Napoli
La giunta Manfredi piena di baroni, burocrati di partito e borghesi
Nessun piano per il lavoro, la casa e il risanamento dei quartieri popolari

Redazione di Napoli
Giovedì 21 ottobre in pompa magna, nella sala dei Baroni del Maschio Angioino, è stata varata la giunta del nuovo sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, un esecutivo fin dalla composizione antipopolare composto per lo più da tecnici e rappresentanti della borghesia. Una giunta che è l’esatta promanazione, come già denunciato da noi marxisti-leninisti all’indomani della elezione di Manfredi, dell’attuale potere delle istituzioni nazionali e locali in camicia nera, con le mani sugli assessorati in equa distribuzione tra De Luca, Conte e Draghi.
Il carattere antipopolare si attesta già nella concentrazione nelle mani di Manfredi addirittura di una decina di deleghe: cultura, porto, Pnrr, finanziamenti europei e coesione territoriale, grandi progetti, personale, organizzazione, decentramento, digitalizzazione e innovazione. Di sicuro la più importante è quella relativa al Recovery fund e alla gestione dei miliardi provenienti dall’UE; una parte, dunque, dello sviluppo annunciato della città (il famigerato “patto per Napoli”) passerebbe dalle mani del nuovo sindaco che gestirà tutti i fondi europei, i grandi progetti, il risanamento dei quartieri popolari e periferici, e la questione del personale amministrativo, ossia dell'assunzione di nuovi impiegati e dirigenti pubblici oppure far gestire la macchina comunale ad esterni, privatizzando alcuni servizi. Soltanto il lavoro non è compreso tra le deleghe di Manfredi perché destinato alla delfina di De Luca, Chiara Marciani, nuovo assessore alle politiche giovanili e al lavoro e già ex assessore regionale alla formazione e alle pari opportunità sempre con l’ex neopodestà di Salerno.
La Marciani, nel cui curriculum figura l’espressione “esperta in programmazione europea”, non ha ancora stilato un piano di lavoro per la città di Napoli né Manfredi ha accennato durante la campagna elettorale a come fermare l’emigrazione giovanile e non puntare solo al turismo. Al burocrate sindacale (una vita alla Cisl) e docente di storia dell’economia alla Pontificia Università Antonianum di Roma, Pier Paolo Baretta, già sottosegretario all’economia nei governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, l’assessorato al Bilancio: un compito delicatissimo atteso che l’ex Fim-Cisl dovrà affrontare il dissesto finanziario lasciato da De Magistris, con un rosso di tre miliardi di euro. La giunta vedrà due dirigenti cittadini del PD come assessori: da una parte, la DC Teresa Armato, ex assessore regionale al Bilancio, ai Trasporti, alla Sanità, al Turismo nonché vicepresidente della provincia di Napoli con Bassolino ed ex senatrice PD (attualmente vicina al ministro Franceschini), che si occuperà di turismo e attività produttive; dall’altra, l’ex procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso, attuale presidente del PD e magistrato in pensione, cui è stata affidata la delega all’ambiente e al mare (vicino alla sinistra PD di Orlando). Teresa Armato più volte noi marxisti-leninisti l’abbiamo definita l’assessore-fantasma per aver combinato poco o nulla nei dicasteri ricoperti.
In contrasto con l’assessorato all’ambiente di Mancuso sembra quello conferito, per il verde e la salute, al potentissimo Vincenzo Santagata, presidente dell’ordine dei farmacisti di Napoli e docente di chimica farmaceutica e chimica analitica all’Università “Federico II” di Napoli, in quota azzurri, ossia i transfughi di Forza Italia a sostegno di Manfredi. Al M5S andranno due assessorati, uno ricoperto dall’avvocato Emanuela Ferrante, trombata alle elezioni regionali del 2020, capo area contenzioso dell’Agenzia delle Entrate, che si occuperà di sport e pari opportunità, mentre l’altro a Luca Trapanese per le politiche sociali. L'ordinaria della facoltà di Architettura di teoria dell’Urbanizzazione, Laura Lieto, si occuperà di urbanistica; mentre l’ex questore della città Antonio De Iesu è stato investito dell’assessorato alla polizia municipale e legalità su richiesta con molta probabilità del presidente De Luca. Entra in giunta anche un rappresentante della casa del fascio, Edoardo Cosenza, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli e barone all’università con docenza di tecnica delle Costruzioni dell’Università “Federico II”, che prende il dicastero di infrastrutture e mobilità, ed è stato assessore ai Lavori pubblici con la giunta regionale di “centro-destra” guidata da Stefano Caldoro. Il vicesindaco sarà, invece, la dirigente scolastica Mia Filippone, docente di latino e greco, con delega all’istruzione e alla famiglia.
Siamo di fronte a un esecutivo dal carattere antipopolare con forte concentrazione del potere nelle mani del barone universitario Manfredi grazie a ben dieci deleghe, appoggiato dai suoi colleghi fidati provenienti dalle diverse facoltà napoletane e non solo. La giunta non rappresenta in nulla il proletariato e le masse popolari che già l’hanno punita alle urne delegittimando il candidato Manfredi, non votato da sette napoletani su dieci.

27 ottobre 2021