In Iraq alle urne solo il 41% dell'elettorato

 
Le elezioni politiche anticipate del 10 ottobre per il rinnovo dei 329 seggi del parlamento iracheno sono state vinte dalla coalizione Sairoon guidata da Muqtada al-Sadr con 73 seggi, una ventina in più del 2018, che ha confermato la sua posizione di maggioranza nel parlamento che designerà i futuri capi del governo e dello Stato. Le elezioni anticipate erano state convocate dall'attuale premier Mustafa al Kadhimi a capo di un esecutivo di emergenza da poco più di un anno dopo le grandi proteste popolari iniziate con la rivolta del 2019 che rivendicavano tra l'altro una maggiore democrazia e la fine del sistema di spartizione del potere su base etnica costruito dagli occupanti imperialisti dopo la guerra del 2003, un sistema dove invece della democrazia dilaga la corruzione.
Il sistema elettorale era stato modificato rispetto a quello del 2018 per allargare le possibilità delle formazioni politiche minori con la suddivisione delle 18 province che finora fungevano da singolo distretto elettorale in 83 collegi uninominali. Il metodo maggioritario sarebbe stato compensato con l'attribuzione del 25% dei seggi alle donne, con 9 seggi destinati a minoranze religiose o etniche, di cui 5 ai cristiani. Questo nuovo sistema e la possibilità di scegliere tra 3249 candidati, di cui 951 donne e 789 indipendenti, non hanno smosso la sfiducia delle masse popolari irachene che hanno continuato a delegittimare le istituzioni. Secondo quanto riportato dall’Alta Commissione elettorale indipendente, l’affluenza alle urne sarebbe stata del 41% con un calo rispetto a quella registrata alle precedenti del 12 maggio 2018 quando aveva raggiunto il 44,5%. Dai dati ufficiali risulterebbe che la maggior precentuale di votanti, il 54%, si sarebbe registrata a Duhok, nella regione del Kurdistan iracheno, dove forte è l'influenza del fascista turco Erdogan, mantre quelle più basse si sarebbero registrate nelle zone della capitale, a Baghdad al-Rusafa col 31% e a Baghdad al-Karkh col 34%.
La diserzione dalle urne sarebbe stata la scelta di 13 milioni di elettori sui 22 registrati, il 59%. Ma diverse formazioni politiche hanno contestato i dati ufficiali a partire dal fatto che il corpo elettorale sarebbe di 27 milioni, dato che almeno 5 milioni di elettori si sono rifiutati di registrarsi. La reale diserzione dalle urne sarebbe quindi del 66% sugli aventi diritto; altre formazioni denunciano brogli e indicano una diserzione fino all'80%.
 

27 ottobre 2021