Con il voto del "centro-destra", IV e franchi tiratori del "centro-sinistra"
Affossato al senato il ddl Zan contro l'omotransfobia
Grande manifestazione di protesta di Lgbtqi+ a Milano e in almeno 44 città

 
Lo scorso 27 ottobre al Senato con voto segreto 154 senatori hanno votato in favore del non voto agli articoli del disegno di legge Zan sull'omotransfobia, mentre solo 131 hanno votato contro, con il risultato che di fatto il disegno di legge sembra definitivamente affossato, perché i regolamenti parlamentari prevedono che si possa ricominciare a trattare il tema non prima di sei mesi e comunque con un nuovo disegno di legge da presentare alla Camera.
Alessandro Zan, promotore del disegno di legge in qualità di deputato del PD, non ha dubbi sul fatto che la maggior responsabile dell'affossamento del disegno di legge è stata Italia Viva di Renzi, partito che “si è messo a flirtare – ha spiegato lo stesso Zan in un'intervista al Corriere della Sera - con il centrodestra, con la Lega “ in quanto, con l'arrivo del governo Draghi “il partito di Renzi – ha continuato il deputato - si è messo in testa di voler essere l’ago della bilancia del Senato ”, compiendo una vera e propria capriola politica, in quanto alla Camera avevano votato compattamente a favore del disegno di legge.
Eppure a votare l'affossamento del disegno di legge non sono stati soltanto i partiti di “centro-destra” più IV di Renzi, ma anche franchi tiratori della “sinistra”, perché – pur essendo presenti tutti i senatori di Fratelli d'Italia - ne mancavano 4 di Italia Viva, 3 della Lega e 2 di Forza Italia, per cui è evidente che franchi tiratori del “centro-sinistra” hanno contribuito in maniera determinante alla sconfitta.
Lo spudorato voltafaccia di IV ha letteralmente gettato nella spazzatura due anni di lavori parlamentari e ha compromesso le aspettative legittime di centinaia di migliaia di membri della comunità Lgbtqi+ che attendono da decenni una legge sui diritti civili: Matteo Renzi e IV con questa vergognosa iniziativa politica si sono messi in perfetta sintonia con la Lega di Salvini, ovvero “si sono avvicinati – per usare le parole di Zan - al partito che è amico di Orbán e di Duda, il leader ungherese e quello polacco ”, i quali hanno varato nei loro rispettivi Paesi leggi omotransofobiche.
Matteo Renzi, pienamente coerente con la sua posizione politica che ha avuto un ruolo centrale dell'affossamento del disegno di legge Zan, mentre era in corso la votazione al Senato era assente perché si trovava in Arabia Saudita, ospite dell'amico principe Bin Salman, vice primo ministro di un regime che condanna al carcere, alla fustigazione e persino alla pena di morte omosessuali e transessuali.
Alessandro Zan ha dichiarato che il suo disegno di legge è stato affossato anche per le logiche politiche che vanno ben al di là della legge contro l'omotransfobia, “prima di tutte – continua Zan - quella del Quirinale “, per cui “Forza Italia con questo voto – conclude il deputato del PD - ha fatto le prove tecniche per le elezioni del Quirinale ”.
All'esito della votazione molti senatori del “centro-destra” hanno applaudito e inneggiato all'affossamento del disegno di legge, un atto che ha suscitato molte polemiche.
La comunità Lgbtqi+ e la società civile democratica e progressista, però, hanno dato una chiara risposta a tali squallidi giochetti politici del palazzo indicendo una manifestazione all'Arco della Pace a Milano, che ha portato in piazza il giorno successivo, il 28 ottobre, oltre diecimila persone
Giovedì sera alle 19 in Arco della Pace – ha scritto uno dei promotori della manifestazione, il presidente di Cig Arcigay Milano, Fabio Pellegatta - invitiamo tutta la città a scendere in piazza con noi per dire vergogna a chi ha giocato sulla nostra pelle usando il pretesto della paura ”.
Luca Paladini, portavoce dell'associazione Sentinelli di Milano, è stato ancora più drastico nei confronti di chi ha affossato il disegno di legge Zan, e soprattutto di chi ha vergognosamente applaudito: “oggi mi ha colpito – ha scritto Paladini - una frase che ho letto: 'il sangue non è solo sulle mani di chi tira un pugno, ma anche sulle mani di chi applaude', come è avvenuto ieri nella curva sud del Senato della Repubblica. Forse non è sufficientemente chiara la responsabilità morale di chi ha fatto queste scene, di chi ha negato una legge di civiltà per milioni di persone ”. “Le persone intolleranti – ha concluso Paladini - si sono legittimate ancora di più, perché c'è un pezzo delle istituzioni che ha esultato, come dopo un gol, di fronte all'affondamento di una legge sui diritti ”.
Migliaia e migliaia di manifestanti hanno protestato in almeno 44 città della penisola, da Torino a Pisa, da Bologna a Palermo, a Firenze, a Cagliari.

3 novembre 2021