Migliaia in piazza a Napoli con tute e caschi gialli
I lavoratori campani della manutenzione chiedono la stabilizzazione
Immediata assunzione nella Pubblica amministrazione a tempo indeterminato e a salario pieno

Redazione di Napoli
Il 5 novembre c’è stata un'importante manifestazione a Napoli dei lavoratori e delle lavoratrici della manutenzione stradale regionale per chiedere la stabilizzazione nella Regione Campania di 1.260 operai che da quasi due anni lavorano per mantenere pulite le strade delle cinque province campane.
Centinaia, poi migliaia, appoggiati anche dai disoccupati e dalle masse popolari napoletane che ne condividevano le motivazioni della giusta e sacrosanta battaglia per il lavoro, invadevano pacificamente con tute e caschi gialli il centro città.
La manifestazione giungeva combattiva prima a piazza Trieste e Trento e poi in piazza Plebiscito, dinanzi alla Prefettura napoletana dov’era stato convocato, grazie alla importante mediazione dei sindacati di base, tra cui l’USB, un tavolo con la presenza rispettivamente dei delegati sindacali di Napoli, Benevento, Avellino, Caserta, Salerno, il ministro del Lavoro Orlando (PD), il nuovo prefetto di Napoli, Palomba, e il nuovo sindaco di Napoli, Manfredi. “Il nostro interlocutore principale continua a rimanere la Regione Campania - hanno detto i delegati USB - cui chiediamo la stabilizzazione dei 1.260 lavoratori della manutenzione stradale”.
È da ormai venti anni che gli ex “Bros” combattono per essere assunti in maniera definitiva nell’amministrazione pubblica in maniera stabile e senza aspettare la proroga del contratto sottoscritto qualche anno fa. Per noi marxisti-leninisti l’assunzione dev’ssere immediata come dicono i manifestanti a gran voce “altrimenti tutto il resto è soltanto fumo”, e dev’essere stabile, a salario pieno, a tempo pieno e sindacalmente tutelato: tutti requisiti che con il sudore e centinaia di battaglie finalmente gli operai della manutenzione stanno vedendo all’orizzonte e che il governatore De Luca deve finalmente concedere senza rinviare altrimenti.


10 novembre 2021