Da Predappio a Camaiore, agli stadi
Sempre più impunita l'apologia di fascismo

 
Mentre l'inerzia dei partiti parlamentari sedicenti “antifascisti” riduce a una bolla di sapone anche la richiesta di scioglimento di Forza Nuova e di tutti gruppi neofascisti richiesta a gran voce dai 200 mila manifestanti di piazza San Giovanni, gli episodi di apologia del fascismo nel nostro Paese si moltiplicano e, soprattutto, restano impuniti.
A Camaiore, in provincia di Viareggio, ad esempio, la pizzeria “Il Mulino” era stata trasformata nei fatti in un museo dedicato a Mussolini e al ventennio, che accoglieva gli ospiti sempre più spesso in camicia nera tra foto anche di Hitler, poster, busti, quadri, slogan, medaglie, celebrazioni della X Mas e altri simboli di propaganda con tanto di colonna sonora a tema. Scoppiata la polemica, il sindaco Del Dotto, eletto da un cartello di partiti e liste “civiche” di “centro-sinistra”, giocava in difesa, lamentando l'assenza di potere di ordinanza nelle mani dei sindaci che possa disporne la chiusura; eppure la XII disposizione transitoria della Costituzione e le Leggi Mancino e Scelba, sono leggi dello stato e sono lì, disapplicate da sempre. Solo successivamente la pizzeria ha rimosso questa messinscena nazi-fascista.
Del resto hanno fatto il giro del mondo le immagini dello stadio Olimpico di Roma dove il falconiere dell'aquila laziale dopo il 3 a 1 sull'Inter rispondeva ripetutamente col saluto romano ai cori che inneggiavano al Duce provenienti dagli spalti.
Il fenomeno non è certamente solo laziale, ma tocca tanti stadi italiani anche nelle categorie inferiori, anche se il tifo organizzato della Lazio è una “punta di diamante” in questo caso per la costante presenza dei neofascisti in curva e di certi episodi: come non citare quando il 22 ottobre del 2017 in occasione del derby riempirono Roma di figurine di Anna Frank con indosso la maglia giallorossa, oppure il 19 luglio scorso quando al calciatore Hysaj che aveva cantato una strofa di “Bella Ciao” in ritiro, fu dedicato uno striscione sul ponte di Corso Francia con su scritto “Hysaj verme, la Lazio è fascista”.
La UCEI, l'unione delle comunità ebraiche, ha presentato un forte appello dal titolo “Fuori i fascisti dagli stadi” nel quale dopo l'episodio del falconiere laziale e la sua sospensione da parte della dirigenza, si precisa che “non basta il gesto di una singola squadra o della federazione, crediamo serva un intervento del legislatore per valutare la rilevanza penale che possono avere gesti e parole come quelle nei video. (…) Oggi il reato di apologia del fascismo è molto circoscritto e legato a una situazione in cui si debba dimostrare la volontà di ricostruire il partito fascista, sennò è un gesto e rimane li, specialmente quando si palesa in gruppo”. Eppure è di altrettanta evidenza che i partiti neofascisti esistono già; Forza Nuova, CasaPound e tutta la feccia della galassia nera cosa sarebbero altrimenti?
Questi sono solo alcuni episodi ai quali potremmo citarne a decine, a partire dalla spiaggia fascista di Chioggia della quale abbiamo parlato anche sul nostro settimanale. Episodi che rimangono impuniti, ridotti spesso a “goliardate”, minimizzati all'infinito, anche se poi gli episodi di violenza squadristica si ripetono in maniera esponenziale. È un fatto grave che dovrebbe avere nel panorama politico nazionale un rilievo pratico di primo piano e invece viene sottovalutato e tollerato.
Un caso emblematico rimane Predappio, anch'esso comune amministrato dalla “sinistra” istituzionale. Poche settimane fa l'ANPI ha sporto l'ennesima denuncia pubblica: “Vi sembra normale e legale che un sito pubblicizzi e commercializzi il fascismo? Lo chiediamo alle autorità competenti, ai parlamentari, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà democratica e antifascista”.
Com'è noto, oltre ai vergognosi raduni alla tomba di Mussolini, in paese esistono da decenni ben 3 negozi di merchandising fascista che vende di tutto, persino magliette, bavaglini e body per bambini con vari slogan fra i quali “Educhiamoli da piccoli”. Messi nel mirino degli antifascisti, ai proprietari dei negozi è consentito giustificarsi affermando semplicemente che ciò che si compra da loro lo si può trovare anche in bancarelle e in negozi di tante altre città, e questo è vero, ma ciò non li giustifica anzi, rende ancor più grave e diffuso il fatto che la propaganda fascista in Italia è non solo tollerata ma anche tutelata dalle istituzioni.
Alle parole di sdegno espresse dal parlamentare PD Andrea De Maria, segretario d'aula alla Camera, che ha rilanciato la protesta dell'ANPI, invitando le autorità competenti ad “applicare la normativa vigente e a sospendere tali attività che con evidenza sono contro le leggi dello Stato che vietano la propaganda e la diffusione di tale materiale” non seguono mai i fatti. Che si trovi al governo o all'opposizione il PD sceglie sempre la via dell'intesa col “centro-destra” piuttosto che andare fino in fondo alla battaglia antifascista, com'è accaduto vergognosamente nella farsa del recente dibattito parlamentare sullo scioglimento di Forza Nuova quando abbandonava l'originaria mozione che ne chiedeva l'immediata messa al bando, la annacquava e nei fatti insabbiava ogni decisione al riguardo pur di assicurarsi l'astensione del “centro-destra”.
È scandaloso che l'immediato scioglimento di Forza Nuova invocato all'indomani dell'assalto alla sede della CGIL si sia risolto dopo la farsa del recente dibattito parlamentare in un documento che chiede semplicemente al governo Draghi di valutare misure di contrasto e non piuttosto di procedere immediatamete per decreto allo scioglimento di Forza Nuova, CasaPound e di tutte le organizzazioni neofasciste. Il che, peraltro ha destato le pesanti critiche del presidente dell'ANPI nazionale, Gianfranco Pagliarulo.
Nel documento congressuale dell'ANPI 2022, si legge “In verità le Istituzioni di questo Paese non sono mai diventate pienamente “antifasciste”, come vorrebbe la Costituzione; e ciò perché non sono stati fatti fino in fondo i conti col fascismo, non si è insegnato sul serio che cosa è stato veramente il fascismo , si è tenuto un comportamento lassista nei confronti di atteggiamenti e azioni inaccettabili e pericolosi, non solo nella società, ma anche nelle Istituzioni. Basti pensare ai fatti accaduti a Genova del luglio 2001 durante il G8 e ai comportamenti della polizia, qualificati dalla Corte Europea dei diritti come “torture”.
Assolutamente vero. E allora che si formi un fronte, quanto più largo possibile di tutte le forze conseguentemente antifasciste, affinché tutte le organizzazionive i movimenti che si rifanno al fascismo siano messi immediatamente al bando e non abbiano più alcuna possibilità di operare e di propagandare la loro nera ideologia impunemente.

10 novembre 2021