Catania, Biella, Binasco
Le istanze di base del PMLI appoggiano ed esaltano il discorso di Scuderi alla Commemorazione di Mao

 

Risoluzione della Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI sul discorso del Segretario generale del Partito alla Commemorazione di Mao
“Il magistrale e storico discorso di Scuderi potrebbe essere la base per un dibattito tra tutte le forze fautrici del socialismo”

 
Il discorso del compagno Giovanni Scuderi, a nome del CC del PMLI, per il 45° della scomparsa di Mao “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul revisionismo e sulla lotta di classe per il socialismo” rappresenta un alto livello scientifico del marxismo-leninismo-pensiero di Mao raggiunto dal PMLI applicando gli insegnamenti di Mao (e sviluppandolo e applicandolo con dialettica creativa) sul revisionismo e sulla la lotta di classe per il socialismo.
Grazie ai compagni fondatori, con la direzione del Maestro Giovanni Scuderi, che negli anni '60 spinti e ispirati dalla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria pensata e diretta da Mao capirono il valore di quella rivoluzione nella lotta contro il revisionismo moderno e con i suoi insegnamenti, hanno dato vita all'Organizzazione comunista bolscevica italiana marxista-leninista e che, con coraggio e lungimiranza e dopo un periodo di transizione, hanno fondato il PMLI un faro per il proletariato italiano che oggettivamente ha il suo Partito purtroppo ancora troppo piccolo anche a causa del black-out dell'informazione.
Il discorso di Scuderi è un documento magistrale storico di cultura rivoluzionaria proletaria e potrebbe essere la base di un dibattito pubblico di tutte le organizzazioni, partiti, e compagni della sinistra di classe anticapitalista e fautori del socialismo. Il discorso inizia ricordando Mao, “perché è stato Mao che, attraverso il suo pensiero, la sua opera e il suo esempio, ci ha attirato nella lotta di classe contro il capitalismo e per il socialismo e che ci ha ispirato per fondare il partito del proletariato. Lo commemoriamo anche per tenere vivi i suoi insegnamenti universali e trasmetterli alle nuove generazioni rivoluzionarie, per porre all'attenzione del proletariato e delle masse sfruttate e oppresse alcune delle questioni da lui trattate e che noi riteniamo di viva attualità, infine per apprendere nuove cognizioni utili al nostro lavoro rivoluzionario e marxista-leninista. Come fedeli allievi di Mao, e degli altri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, dobbiamo cercare di imparare quante più cose possibili dai suoi insegnamenti per fare con successo la lotta di classe e per essere in grado di spiegare ai fautori del socialismo e a chi aspira a una nuova società il pensiero di Mao, che costituisce lo sviluppo del marxismo-leninismo”.
Il documento approfondisce la lotta al revisionismo storico e moderno per conoscerlo e per dare alle nuove generazioni e agli anticapitalisti gli strumenti per poterlo conoscere. Scuderi affronta diversi temi legati al filo rosso del pensiero marxista-leninista con cenni storici sulla lotta al revisionismo moderno e storico da quelli di Mao dal 1935 dopo 14 anni di dura lotta contro i revisinisti di destra e "sinistra" a quelli contro la cricca revisionista di destra di Deng Xiaoping che dopo la morte di Mao, reintegrato nel Partito, ha diretto la restaurazione del capitalismo in Cina. Alla lotta contro la cricca revisionista di Krusciov, il grande Maestro del proletariato in lotta contro il revisionismo moderno in difesa del marxismo-leninismo la lotta fra le due linee divenuta globale nel movimento comunista internazionale. Anche Marx ed Engels hanno smascherato e combattuto i sedicenti comunisti Proudhon, Saint-Simon, Fourier, Owen, Babeuf, Dühring, Bachunin e altri. Lenin ha smascherato e combattuto i primi revisionisti del marxismo nel mondo, Bernstein e Kautzky. La lista continua con Stalin che ha smascherato e combattuto Trotzki, Bucharin, Kamenev, Zinoviev e altri. Mao ha smascherato e combattuto Liu, Deng, Krusciov, Breznev e i loro simili come Togliatti, Thorez, Tito, Dange e altri. Il discorso continua con la lotta tra le due linee, quella del PCC e quella del PCUS con lo scambio di lettere tra i due Comitati centrali. Il documento-lettera del Comitato centrale del PCC inizia con la posizione fortemente rivoluzionaria proletaria: “la linea generale del movimento comunista internazionale dev'essere fondata sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista circa la missione storica del proletariato, e non deve allontanarsene”. A seguire la lettera affronta ben 25 fondamentali punti. È con questo documento che smascherarono i revisionisti krusciovani rinnegati.
Per quanto riguarda la rivoluzione proletaria, esso afferma: “Pur dirigendo attivamente le lotte di interesse immediato, i comunisti dei paesi capitalisti devono legarle alla lotta d'interesse generale e a lungo termine, educare le masse nello spirito rivoluzionario del marxismo-leninismo, elevare incessantemente la loro coscienza politica e assumersi il compito storico della rivoluzione proletaria”. Importante studiare e applicare gli insegnamenti fondamentali di Mao sul revisionismo moderno che sono sette e che il compagno Scuderi elenca e articola mirabilmente nel suo discorso.
Fondamentale è lo studio del revisionismo in Italia che nonostante la scomparsa del PCI è ancora radicato in alcuni partiti e associazioni in barba anche alle sconfitte delle “terze vie”. L'analisi fatta con chiarezza dal compagno Scuderi sul revisionismo in Italia da Gramsci a Togliatti spiega che: “Il revisionismo moderno ha avuto in Italia una centrale molto importante e agguerrita, che aveva una grande influenza sui partiti comunisti dei paesi capitalisti, specialmente in Europa. Il portabandiera e il teorico del revisionismo italiano era Palmiro Togliatti, allora Segretario generale del PCI, una mente sopraffina che ha ingannato anche Stalin”.
Non ha ingannato Mao che lo teneva sott'occhio attraverso due memorabile articoli "che sono stati fondamentali per la presa di coscienza dei primi pionieri del PMLI della natura revisionista del PCI”. Il primo, del 31 dicembre 1962 ha per titolo "Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi" ed è comparso sul "Quotidiano del popolo", il secondo, del febbraio 1963, ha per titolo "Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi" ed è comparso su "Bandiera Rossa". Con il decimo congresso nazionale del PCI tenutosi nei primi giorni del dicembre 1962 viene fuori apertamente il revisionismo del PCI, con la "via parlamentare al socialismo", "le riforme di struttura", lo Stato, l'economia, l'unità tra rivoluzionari e riformisti, il revisionismo moderno e con le “meraviglie” di una Costituzione borghese che perpetua il capitalismo con la proprietà privata e con i nuovi schiavi salariati.
Il PMLI, afferma Scuderi, chiede al governo Draghi principalmente otto cose:
1. Potenziare la sanità pubblica, abolire la sanità privata, nazionalizzare le aziende farmaceutiche, cancellare i brevetti sui vaccini per fermare la strage dei contagiati da Covid-19 e in vista di una nuova possibile pandemia. Noi siamo a favore della vaccinazione e del green pass ma contrari al loro obbligo. I tamponi devono essere gratuiti. 2. Dare lavoro indeterminato a tutti i disoccupati, in particolare alle donne e ai giovani, abolire il precariato, far ritirare i licenziamenti alla GKN di Campi Bisenzio, alla Whirlpool di Napoli e alle altre aziende, bloccare i licenziamenti, dare 1.200 euro al mese a chi è senza lavoro e ammortizzatori sociali, abolire la legge Fornero. 3. Aumentare di un terzo i finanziamenti già stanziati per il Meridione d’Italia. 4. Non concedere l’autonomia differenziata sotto qualsiasi forma. 5. Abolire permanentemente la didattica a distanza e le classi pollaio, assicurare mezzi di trasporto adeguati, sicuri e gratuiti per le studentesse e gli studenti. 6. Non aderire all’esercito europeo che si prospetta. 7. Ritirare tutte le missioni militari italiane all’estero, a partire da quelle in Iraq e in Sahel, e non armare i droni. 8. Riconoscere il governo dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, riaprire l’ambasciata italiana a Kabul, evitare qualsiasi azione che possa ritorcersi in attentati terroristici che pagherebbe col sangue il popolo italiano”.
Il compagno esprimendosi a favore della vittoria antimperialista dei talebani ha criticato chi ha preso posizione contro questa vittoria, di fatto una posizione oggettivamente reazionaria. Come quando il colonialismo del ventennio mussoliniano ufficialmente voleva portare la civiltà ai popoli “selvaggi”.
Un "lungo" discorso, quello di Scuderi, scientifico magistrale, un documento, una guida che stimola i compagni allo studio alla ricerca e alla lotta di classe per il socialismo.
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
 
Cellula “G. Stalin” della provincia di Catania del PMLI
 
 
Risoluzione dell'Organizzazione di Biella del PMLI sul discorso del Segretario generale del Partito alla Commemorazione di Mao
“Il discorso di Scuderi è una potente medicina contro la malattia mortifera del revisionismo moderno”
Il discorso del compagno Segretario generale, Giovanni Scuderi, tenuto a Firenze lo scorso 12 settembre in occasione del 45° della scomparsa di Mao è una potente medicina contro la malattia mortifera del revisionismo moderno.
Il compagno ha ripercorso la storia del revisionismo moderno contando sulle potenti fondamenta costruite da Mao che, per primo, si accorse della pericolosità delle politiche del rinnegato Krusciov che al ventesimo Congresso del PCUS iniziò l’opera di distruzione del patrimonio universale del marxismo-leninismo. Lentamente, da quel famigerato febbraio del 1956, la gloriosa Unione Sovietica, fino allora baluardo inespugnato del proletariato internazionale, si trasformò in una potenza socialimperialista che, tra l’altro, aggredì militarmente paesi indipendenti e sovrani come la Cecoslovacchia e l’Afghanistan e, gradatamente, reintrodusse il capitalismo al posto dell’economia socialista.
L’importante discorso di Scuderi critica anche il revisionismo italiano smontandolo pezzo per pezzo fornendo alle masse popolari italiane la chiave per comprendere bene la vergognosa parabola del PCI revisionista che, nato giustamente dall’impulso benefico del grande Lenin, si schiantò rovinosamente nel 1991 con la scelta del gruppo dirigente di allora, con alla testa il super rinnegato Achille Occhetto, di sciogliere il PCI. Fondamentale è stata la presenza a Rimini di una pattuglia di militanti del PMLI fuori dai cancelli dove si svolse l’ultimo congresso del PCI in cui venne diffuso un numero speciale de “Il Bolscevico” dal titolo inequivocabile “È finito un inganno durato 70 anni. La storia del proletariato italiano non finisce con la liquidazione del PCI ma continua col PMLI”. La partecipazione dei militanti dei PMLI e il numero speciale de “Il Bolscevico” rappresentarono politicamente e anche simbolicamente il passaggio dal revisionismo al marxismo-leninismo-pensiero di Mao offrendo l’opportunità a tutte le militanti e i militanti in buona fede del PCI, che non si fossero lasciati ammorbare dal veleno disfattista della cricca di Occhetto, di entrare in un vero e autentico partito comunista ossia il PMLI.
Un capitolo importante è riservato alla figura di Antonio Gramsci che ancora oggi viene, purtroppo, considerata tra quelle fondamentali del pensiero comunista da parte di molti comunisti in buona fede che militano in organizzazioni che formalmente si richiamano al marxismo-leninismo come il PC di Rizzo, il Fronte Comunista, i CARC, per non parlare del PCI di Alboresi e di Rifondazione. Ma Scuderi ci spiega che Gramsci fu proprio l’antesignano del revisionismo italiano basti pensare alla sua antimarxista teoria dell’egemonia culturale che prevede il primato della cultura, dunque della sovrastruttura, anziché la conquista rivoluzionaria del potere politico del proletariato, lo stravolgimento della struttura economica esistente e da qui poi partire con la distruzione di tutte le idee, teorie e consuetudini reazionarie borghesi e l’affermazione della nuova e progressista cultura socialista del proletariato.
Certamente fondamentale risulta essere la parte sugli insegnamenti di lotta contro il revisionismo nella situazione in cui è stato conquistato il potere socialista in un determinato paese. Il compagno Scuderi analizza l’esperienza della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria promossa da Mao nel 1966 in cui vennero sconfitti politicamente elementi borghesi che si erano infiltrati all’interno del Partito comunista cinese per riportare al potere la vecchia borghesia e i grandi proprietari terrieri. La GRCP criticò fortemente tutti quegli intellettuali che superbamente si consideravano superiori alle masse contadine e agli operai. Gli intellettuali irriducibili e altezzosi, che si opposero alle indicazioni di criticare il proprio stile di vita borghese, vennero chiamati a svolgere mansioni quali la pulizia delle porcilaie e delle stalle per permettergli di comprendere concretamente quanta fatica e sudore i contadini impiegavano per sfamare la popolazione della Cina.
Tali insegnamenti dovrebbero essere applicati anche a molti intellettuali nostrani, uno su tutti Angelo d’Orsi, candidato sindaco al comune di Torino alle elezioni amministrative degli scorsi 3 e 4 ottobre per la lista “Sinistra in Comune” che raggruppava PRC, Sinistra Anticapitalista, Dema e altre formazioni minori. Il professor d’Orsi ha rilasciato dichiarazioni di voto al ballottaggio, in un’intervista a “La Stampa”, in cui ha affermato che pur di non vedere Torino in mano a leghisti, fascisti e razzisti si sentiva obbligato al fatidico “meno peggio” ossia votare il candidato del Partito Democratico, Stefano Lo Russo. Per difendersi dalle forti critiche di Potere al Popolo e dei partiti della Sinistra d’Opposizione e avvalorare la sua scelta D'Orsi ha scomodato Marx, Lenin, Stalin, Salvador Allende e il suo tanto amato Gramsci. Il professore però, da classico intellettuale che crede sempre di avere la ragione in tasca, non vuole fare i conti con gli oltre ottomila torinesi che l’hanno votato in buona fede proprio perché credevano fosse un’alternativa al Partito Democratico sempre a favore delle inutili grandi opere come il TAV, amico delle grandi banche piemontesi, che ha lavorato politicamente per deregolamentare il mondo del lavoro, cancellando l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, e aver di fatto reso possibili situazioni lavorative incredibili come quelle che stanno emergendo in questi mesi in Toscana a Prato dove migliaia di lavoratrici e lavoratori sono sfruttati per 12 ore al giorno per 7 giorni alla settimana e con salari da fame e vengono letteralmente presi a mazzate da squadre di picchiatori quando si ribellano, scioperano e organizzano picchetti davanti ai luoghi di sfruttamento denunciando pubblicamente il loro stato di schiavi moderni. D’Orsi imperterrito continua a sostenere la logica del “meno peggio” ossia il sistema maggioritario tanto caro alla borghesia in quanto sistema di dominio vincente della massoneria deviata per rendere sempre più stabile e forte l’attuale repubblica neofascista.
Per eliminare definitivamente tali insopportabili ingiustizie dobbiamo raggiungere il socialismo e il compagno Scuderi ci ricorda che “arriveremo senz’altro al socialismo ma intanto concentriamoci, con tranquillità, senza ansie con fiducia verso l’avvenire, nella lotta quotidiana tesa a strappare al capitalismo e al suo governo quante più cose possibili a favore del popolo”. Siamo completamente d’accordo con te compagno!
 
L'Organizzazione di Biella del PMLI
 
 
Risoluzione dell’Organizzazione di Binasco del PMLI sul discorso del Segretario generale del Partito alla Commemorazione di Mao
Il discorso di Scuderi è una “Lectio Magistralis di storia e di pratica della lotta contro il revisionismo
 
Un “grazie” di cuore all’instancabile compagna Monica Martenghi, al Segretario generale Giovanni Scuderi e a tutte le compagne e i compagni presenti e assenti, per il rinnovato appuntamento in memoria di Mao.
Il discorso del Segretario generale Giovanni Scuderi è una Lectio Magistralis di storia e di pratica della lotta contro il revisionismo che il Maestro Mao ha applicato dall’inizio alla fine della sua vita improntata al marxismo-leninismo.
Oggi come allora sono tanti gli esempi di revisionismo che tendono ad allontanare anche i sinceri compagni dalla pratica rivoluzionaria.
In questo desolante panorama il PMLI, unico Partito a farlo, ci illumina il cammino affinché non si diventi anche noi prede dei falsi condottieri, spesso camuffati da “comunisti duri e puri”.
Non ci sono altre strade da percorrere per un marxista-leninista che la lotta di classe per la dittatura del proletariato, da combattere con le “spade”, come le chiama Mao, di Lenin e Stalin; tutto il resto è revisionismo, il più gran nemico di un rivoluzionario.
Il capolavoro di Mao, in chiave anti-revisionista è la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, ben spiegata dal compagno Scuderi nel suo discorso.
In sintesi, lo strumento più idoneo per lottare contro il revisionismo, è lo studio e la pratica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, come non si stanca di ricordarci il Segretario generale Scuderi.
Illuminante è la parte del discorso riguardante il revisionismo in Italia e la sostanziale anti-proletarietà della Carta costituzionale, alla faccia di chi se ne fa oggi scudo contro la deriva fascista della politica istituzionale nel nostro Paese.
La parte del discorso relativa alla lotta al capitalismo dà il senso dell’esistenza del Partito: essere tra le masse lavoratrici al fine di rinfocolare l’opposizione di classe, anche in quest’epoca deideologizzata e apparentemente pre-marxista.
Come sempre, per noi compagni marxisti-leninisti, questa non è una semplice Commemorazione, ma un “bagno” ideologico che ci fortifica e ci prepara alla lotta! “E' giusto ribellarsi contro i reazionari!”
Come sottolinea Giovanni Scuderi, le lotte contro i licenziamenti, la delocalizzazione, lo sfruttamento, stanno prendendo la giusta piega, rendendo la classe operaia protagonista, grazie anche alle rinnovate parole d’ordine (“Insorgiamo”) cui si riappropriano sempre più spesso le masse lavoratrici, con ulteriore scorno ai fautori del “siamo tutti nella stessa barca”.
Lunga vita al PMLI, alle sue compagne e compagni, viva i nostri cinque Maestri, viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao!
 
L'Organizzazione di Binasco (Milano) del PMLI
 
 

17 novembre 2021