Nicaragua
La diserzione delle urne all'80% smaschera la dittatura di Ortega
L'ex comandante guerrigliero al quarto mandato presidenziale consecutivo col favore della destra

 
Il prossimo 10 gennaio il riconfermato Daniel Ortega inizierà il suo quarto mandato presidenziale consecutivo, il quinto considerando anche quello ottenuto tra il 1985 ed il 1990, e sarà affiancato dalla moglie Rosario Murillo che da vice presidente è stata promossa a co-presidente. Secondo i dati comunicati dal Consiglio Supremo Elettorale del Nicaragua, il candidato del Fronte Sandinista di Liberazone Nazionale (FSLN) alle elezioni presidenziali del 7 novembre avrebbe ottenuto quasi il 76% dei voti validi; l’affluenza alle urne è risultata pari al 65,23%.
Secondo le opposizioni di Urnas Abiertas e Observatorio Ciudadano i votanti sono stati molti meno, il 20%, con un livello di diserzione del voto all'80% che delegittima Ortega e rende evidente una opposizione molto larga alla sua dittatura. Una opposizione che si era già manifestata nelle massicce proteste popolari del 2018, segnate da almeno 400 vittime, oltre un migliaio i feriti, diverse centinaia gli arrestati, contro la riforma liberista del sistema previdenziale nazionale che il governo fu costretto a ritirare. Sul fuoco delle proteste soffiò senza dubbio l'imperialismo americano che preferirebbe altre soluzioni alla guida del paese, ciò non toglie nulla all'evidente deriva autoritaria e caudillista di Ortega.
Il riconfermato Ortega riceveva tra gli altri le congratulazioni del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, venezuelano Nicolás Maduro e del ministero degli Esteri della Bolivia. La "sinistra" borghese latinoamericana si stringeva attorno all'ex comandante guerrigliero che aveva guidato la rivoluzione sandinista e abbattuto la dittatura di Somoza. Ma che una volta sconfitto dal voto nel 1991 è tornato al potere nel 2007 grazie a un patto con la destra borghese, col cardinale arcivescovo di Managua Obando y Bravo nemico numero uno della rivoluzione sandinista e financo con Contra, la guerriglia controrivoluzionaria costruita dagli Usa contro il governo sandinista e responsabile di massacri contro il popolo nicaraguense. Dava vita ad un regime personale e familiare, selezionando i suoi maggiori esponenti dalla sua cerchia ristretta borghese fino al midollo, allontanandosi irrimediabilmente da quelle masse popolari, lavoratori, studenti, movimenti sociali progressisti e intellettuali di sinistra, che lo avevano appoggiato nella lotta antimperialista che portò nel 1979 alla destituzione del dittatore fascista Somoza.

17 novembre 2021