Milano
Il PMLI lancia slogan e tiene alti i cartelli contro il governo Draghi, per lo sciopero generale e il blocco dei licenziamenti. Nutrito spezzone di studenti e giovani precari dietro lo striscione “No Greenpass”

Redazione di Milano
Sabato 4 dicembre in occasione del No Draghi Day indetto dall'USB e da altri sindacati di base conflittuali (Cub, Cobas, Sgb, Slai-Cobas e Usi-Cit), a Milano si è svolta una partecipata manifestazione che, oltre a riaffermare il diritto di manifestare, ha portato in piazza l'opposizione allo sblocco dei licenziamenti, la lotta per salario e reddito garantito, la cancellazione della legge Fornero, il contrasto al carovita e ai diktat della borghesia italiana e degli altri Paesi imperialisti dell'Unione europea, il rinnovo di tutti i contratti e la lotta alla precarietà per la piena occupazione, cospicui investimenti in Scuola, Sanità, Previdenza, Trasporti pubblici, per il taglio delle spese militari e del riarmo e, non ultimo, per una patrimoniale che colpisca chi ha soldi anziché chi non ne ha.
Il concentramento era in Piazza Città di Lombardia davanti a Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale del governatore fascioleghista Attilio Fontana, per unire la protesta antigovernativa a quella contro la legge Moratti di controriforma privatistica ultraliberista della sanità lombarda, varata definitivamente dal Consiglio regionale cinque giorni prima.
Presenti militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI, sotto la rossa bandiera del Partito, che tenevano ben alto il cartello con le riproduzioni dei manifesti “Contro il governo Draghi del capitalismo della grande finanza e dell’UE imperialista per il socialismo il potere politico del proletariato e per difendere gli interessi del popolo” e per lo “Sciopero generale” e il “blocco dei licenziamenti”; diffuse centinaia di copie del volantino con le parole d'ordine del PMLI e sul retro la riproduzione del manifesto del Partito per il diritto di manifestare senza divieti, il blocco dei licenziamenti, l'aumento dei salari, l'abrogazione della legge Fornero, lo sciopero generale e lo scioglimento di Forza Nuova, nel quale un pugno che afferra la rossa bandiera del lavoro colpisce il banchiere massone Draghi.
Tra i partiti presenti con la bandiera rossa e la falce e martello c'erano PRC, CARC, e PaP.
Il corteo è sfilato nelle vie del centro, raggiungendo infine Piazza della Scala, alternando canti partigiani e di lotta con slogan alcuni dei quali proposti e lanciati dal PMLI: “Governo Draghi / non ne possiamo più / tutti insieme / buttiamolo giù”, “Sciopero / sciopero / generale / governo Draghi / dobbiam cacciare”, “Al capitalismo / tregua non diamo / dalle piazze / insorgiamo”, “Taglio Irpef / a pensionati e lavoratori / colpire le rendite / e gli evasori”, “Né flessibile / né precario / lavoro a tutti / pari salario”, “Ticket / tagli / facciamola finita / sanità pubblica / gratuita”.
Presente un nutrito spezzone di studenti e giovani lavoratori precari dietro lo striscione “No Greenpass” che hanno scandito slogan contro il governo Draghi, il divieto d'accesso alle università e la sospensione da lavoro e stipendio per studenti e lavoratori che non hanno il lasciapassare “verde” di ricevuta vaccinazione. Gli studenti hanno gridato: “Studenti uniti ai lavoratori sono l'incubo dei padroni”, “Governo Draghi attento a quel che fai, contro di te studenti ed operai”, “Lavoro, diritti, democrazia il governo Draghi ce li ha portati via”, “Si studia e si lavora sempre sotto ricatto basta basta basta, è tempo di riscatto!”.
"Sono necessari forti aumenti salariali e per le pensioni, la reintroduzione della scala mobile cioè l'indicizzazione di stipendi e quiescenze al costo della vita e il ripristino integrale dell'art. 18” ha sottolineato Walter Montagnoli, segretario generale della Cub. “Il governo Draghi con la legge di Bilancio ha svelato, e ci voleva poco, la sua natura padronale e reazionaria come dimostrato con la pseudo-riduzione delle tasse. Da oggi noi diciamo basta alla finta armonia sociale, che viene propagandata dall'insediamento dell'esecutivo, e proseguiremo la lotta fino a ottenere risultati concreti".

8 dicembre 2021