Importante iniziativa antigovernativa e anticapitalista dei sindacati di base
Successo del No Draghi day
Il PMLI in prima linea a Torino, Milano, Firenze, Pisa, Napoli e Catania. Massiccia presenza di giovani e studenti
Cammilli: "Costruire un largo fronte unito per un'opposizione senza esclusioni di colpi al governo Draghi in un'ottica anticapitalista"

È scesa di nuovo in piazza l'opposizione al governo Draghi, e stavolta lo ha fatto in decine di città italiane, da nord a sud, mobilitando migliaia di lavoratrici e lavoratori, studenti, precari, disoccupati, movimenti per la casa, il lavoro, il reddito. È stata un successo la mobilitazione del 4 dicembre denominata No Draghi day, organizzata da una nutrita schiera di sindacati di base e combattivi: Usb, Adl Cobas, Clap, Cobas Confederazione, Cobas Sardegna, Cub, Fuori Mercato, Orsa, Sgb, Sial Cobas, Unicobas, Usi-Cit. Presidi nella città più piccole, mentre nei centri maggiori si sono svolti quasi sempre dei combattivi cortei.
Come si poteva leggere nel comunicato dei sindacati, è stata una giornata di protesta nazionale contro un governo che fin dalla nascita ha avuto una sola linea politica: l’aumento delle disuguaglianze, con l’attacco ai lavoratori e ai settori sociali più deboli del Paese e la difesa a spada tratta delle grandi imprese e delle rendite finanziarie.
“Una linea confermata dalla Legge di Bilancio che, così come il PNRR, concentra le risorse sulle grandi imprese ignorando l’urgenza di una redistribuzione del reddito che riduca le disuguaglianze. Nulla contro il caro vita, i salari restano bloccati, confermato l’attacco al reddito di cittadinanza e ai pensionati al minimo. Non bastasse, restano nel dimenticatoio la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, e anzi si riaffaccia il progetto di autonomia differenziata destinato ad aggravare e approfondire il divario territoriale e sociale. Sullo sfondo, uno sblocco dei licenziamenti ormai operativo e il disinteresse totale verso il dramma della questione abitativa e degli sfratti”.
Oltre all'opposizione frontale al governo, la giornata di mobilitazione ha rilanciato le rivendicazioni già elaborate nella piattaforma dello sciopero dell'11 ottobre: No ai licenziamenti e alle privatizzazioni, lotta per il salario e il reddito garantito, cancellazione della Legge Fornero, contrasto al carovita e ai diktat dell’Unione Europea, rinnovi contrattuali e lotta alla precarietà per la piena occupazione, forti investimenti per scuola, sanità, trasporti, previdenza pubblica e casa, contro le spese militari e le missioni all’estero, a favore di una necessaria spesa sociale, per un fisco equo che aggredisca le rendite e riduca le disuguaglianze sociali. Ma l'obiettivo è anche più ampio, ossia “costruire un vasto movimento popolare che contrasti con la mobilitazione e la lotta questo disegno autoritario” del governo Draghi.
Con queste premesse e obiettivi il NO Draghi day non poteva non avere il sostegno del PMLI. I marxisti-leninisti sono stati tra i primi a denunciare la nascita di questo esecutivo con il Documento del Comitato centrale del PMLI dal titolo: “Contro il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista. Per il socialismo, il potere politico del proletariato e per difendere gli interessi del popolo”; e fin da subito lanciavano l'appello a “costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane”.
Il PMLI ha aderito con convinzione e spirito unitario a questa giornata di lotta, con il proprio contributo di partecipazione ed elaborazione politica, intervenendo dove è stato possibile anche dai microfoni allestiti nelle piazze, come a Pisa dove il compagno Andrea Cammilli ha invitato a "Costruire un largo fronte unito per un'opposizione senza esclusioni di colpi al governo Draghi”, mentre a Firenze il PMLI ha svolto un ruolo di avanguardia e di punto “rosso” di riferimento e il compagno Franco Panzarella ha rilanciato l'invito ad “Aprire una grande discussione sul futuro dell'Italia”.
Nei suoi cartelli, nei suoi volantini, negli interventi dei compagni, il PMLI ha richiamato tutti i manifestanti alla lotta senza quartiere contro il governo Draghi, a rafforzare l'unità tra i vari soggetti sindacali e politici, a inquadrare la lotta in un'ottica anticapitalista che abbia come obiettivo strategico il superamento di questa società, per il socialismo e il potere politico del proletariato.
Come dicevamo, manifestazioni ovunque, da Trento a Catania . Nel Nord le piazze principali sono state quelle di Torino e Milano . In entrambe i capoluoghi ci sono stati dei combattivi cortei che hanno attraversato il centro e le vie principali, con migliaia di partecipanti e una forte componente giovanile e studentesca. Nelle due città era presente anche il PMLI (vedere articoli a parte). Un altro corteo ha attraversato Bologna , dove era presente una folta rappresentanza dei lavoratori Ikea di Piacenza, in lotta contro la decisione della multinazionale di liberarsi di 120 precari (tempi determinati e interinali). Una decisione che si inscrive nel più ampio progetto Ikea di rendere il lavoro nei suoi magazzini ancora più precario e meno pagato. Presidi e cortei a Padova , Trieste e Genova .
Scendendo al Centro, due sono state le manifestazioni in Toscana, a cui ha partecipato il PMLI. Nonostante la pioggia torrenziale che ha colpito tutta la regione, le iniziative di Firenze e Pisa si sono svolte con successo (vedere articoli a parte). Corposa la partecipazione a Roma dove nonostante la pioggia alcune migliaia di manifestanti in corteo hanno sfilato da piazza Repubblica a piazza Venezia, dietro un grande striscione con su scritto: “No al governo delle banche e delle grandi imprese”. No Draghi day anche nelle piazze di Ancona, Terni, Pescara e Campobasso.
Al Sud le iniziative sono state numerose, il PMLI ha partecipato ai due importanti appuntamenti di Napoli e Catania (vedere articoli a parte). Nella città etnea è stato intervistato il nostro compagno Sesto Schembri. A Cosenza ci sono stati dei momenti di tensione, poi rientrati, tra i manifestanti e le “forze dell'ordine” quando una parte dei presenti al No Draghi Day, confinati in piazza Kennedy, hanno cercato di forzare il blocco poliziesco e costituirsi in corteo verso corso Mazzini, una delle arterie principali della città. Sono stati accesi fumogeni e intonati slogan contro le limitazioni alla libertà di manifestare e il tentativo di mettere la museruola al dissenso politico e sociale. Le altre piazze del Mezzogiorno interessate dalla mobilitazione sono state Bari , Potenza , Matera , Reggio Calabria , Palermo , Messina , Cagliari e Sassari .
Il bilancio complessivo del No Draghi day è positivo, anche se dobbiamo registrare la defezione di alcune sigle del sindacalismo di base. Bisogna riuscire a mantenere la maggiore unità possibile, mettendo da parte quelle divergenze che indubbiamente ci sono, se si vuole veramente costruire un saldo fronte unito anticapitalista e di classe contro il governo Draghi. Anzi, è necessario coinvolgere anche i lavoratori dei maggiori sindacati, in primis quelli della Cgil. In questa organizzazione sta crescendo a vista d'occhio l'insofferenza verso l'immobilismo dei confederali, tanto che categorie come la Fiom, la Flc e lavoratrici e lavoratori di altri settori stanno premendo per lo sciopero generale.
Il No Draghi day ha comunque dimostrato che mentre i gruppi dirigenti di Cgil-Cisl-Uil minacciano lo sciopero ma in realtà lo rimandano di continuo, portando avanti la loro linea inconcludente che fa il gioco di Draghi e dei padroni, ci sono piazze combattive e decise a non dare tregua alle politiche antioperaie e antipopolari del governo, di Confindustria e dell'Unione Europea imperialista, piazze che sempre più stanno attirando alla lotta le nuove generazioni di lavoratori e studenti.
Mentre salutiamo con entusiamo l'indizione dello sciopero generale da parte di CGIL e UIL per il 16 dicembre, invitiamo i sindacati di base ad associarsi a parteciparvi attivamente.

8 dicembre 2021