Sponsorizzati dall'atlantista “Corriere della Sera”
Due rinnegati del comunismo candidati italiani a dirigere la Nato?
Si tratterebbe di Mogherini e Fassino

 
Il 30 settembre 2022 scadrà il mandato dell’attuale segretario generale della Nato, l'ex primo ministro norvegese Jens Stoltenberg, che è in carica dal 2014 ed è il quarto consecutivo proveniente dall'area nordica europea dei paesi membri dell'alleanza militare imperialista egemonizzata dagli Usa, nata nel 1949 in funzione antisovietica che ha poi esteso il numero dei membri e la sua area di influenza dopo la liquefazione del socialimperialismo sovietico.
Ad oggi la Nato (acronimo di North Atlantic Treaty Organization) conta 30 paesi membri, un bilancio di 900miliardi di dollari e spaventosi armamenti militari per la distruzione di massa dell'umanità, formalmente concepiti per la "difesa".
Da quando è nata l'Unione Europea imperialista nella stessa Nato si riflettono le contraddizioni tra l'imperialismo Usa e quello europeo, per ora alleati, contro il "terrorismo", per espandere la propria area d'influenza e contrapporsi alla superpotenza cinese in ascesa, alleata della Russia, ma potenzialmente i due imperialismi possono diventare anche avversari, si veda in questo senso il tentativo della Ue di dotarsi di un proprio esercito.
Finora comunque l'asse Usa-Ue e quindi la Nato stessa non vengono messi in discussione dai vari paesi alleati.
L'imperialismo, fase suprema e terminale del capitalismo, basato sullo strapotere dei monopoli, sulla legge del massimo profitto e quindi sull'esportazione del capitale e delle merci, in un mondo già spartito tra i paesi imperialisti e soggetti a sviluppi diseguali delle proprie economie, porta inevitabilmente alle guerre tra i paesi imperialisti per il dominio del mondo e tra i paesi imperialisti e i popoli e le nazioni oppresse in lotta per la loro libertà e indipendenza.
La guerra è dunque inevitabile per difendere i profitti dei monopoli, che hanno al loro interno gli stati imperialisti, da qui l'importanza strategica dello strumento militare, inteso in chiave offensiva e delle sue alleanze, quali appunto la Nato, colpevole da sempre di crimini contro l'umanità, atrocità di ogni genere e che ha oltretutto un costo economico enorme e insopportabile per le masse popolari, senza dimenticare l'impatto ambientale e i rischi legati al possesso, il potenziale uso e gli incidenti legati anche ai terrificanti arsenali atomici di alcuni paesi membri dell'Alleanza atlantica (Usa, Francia e Gran Bretagna in testa) e dislocati su tutto il territorio compreso nei suoi confini.
Noi marxisti-leninisti chiediamo da sempre lo scioglimento della Nato, cominciando a tirarne fuori l'Italia, chiudendo le basi presenti nel nostro Paese che deve avere la sua massima indipendenza nazionale tanto dall'imperialismo Usa, quanto dalla Ue imperialista, che è irriformabile e per noi va distrutta, come vanno distrutte tutte le organizzazioni al servizio dell'imperialismo, Onu e FMI compresi.
Nell'ambito del rilancio dell'imperialismo italiano, portato avanti dal governo del banchiere massone Draghi la cui politica estera poggia sull'atlantismo e sulla Ue imperialista, la poltrona legata alla presidenza della Nato rappresenta un boccone assai appetibile per i monopoli italiani, i politicanti borghesi del regime e l'apparato tecnico-militare e industriale italiano legato alla produzione e vendita di armi di ogni ordine e grado.
Il filoatlantista quotidiano milanese "Corriere della Sera" con un articolo vergognoso del 3 novembre scorso di Maurizio Caprara, rivendica apertamente la poltrona per il nostro Paese: "Adesso che dispone di un governo basato su una maggioranza ampia, l’Italia farebbe bene a raggiungere un’intesa al proprio interno per poi mettere sul banco una candidatura di caratura adeguata e accettabile in campo internazionale. Promuovere questa convergenza tra le forze politiche sarebbe un esercizio non solo salutare, ma del tutto coerente con quanto va fatto in campo economico, infrastrutturale e produttivo per realizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza". Vogliamo ricordare Maurizio Caprara è peraltro responsabile della comunicazione e ufficio stampa della Presidente del Senato Casellati.
Anche perché, prosegue il pennivendolo: "Con il ritiro dall’Afghanistan, una terra nella quale gli Stati Uniti schieravano un contingente vasto, se si leggono dati del ministero della Difesa si evince un dettaglio.
Per i contributi di forze nazionali alle operazioni dell’Alleanza Atlantica, il nostro Paese, da secondo che era, è diventato al momento il primo tra i 30 Stati membri della Nato."
Rivendicando vergognosamente con orgoglio il ruolo ventennale giocato dall'imperialismo italiano in Afghanistan, costato lacrime, sangue, denaro e atrocità sia al popolo afghano che a quello italiano (l'imperialismo è il vero nemico principale di tutti i popoli del mondo) e che ha visto il glorioso popolo afghano, tra sforzi disumani, distruzioni senza fine del proprio paese, bombardamenti, torture, stupri e violenze di ogni genere, nonostante gli apparentemente sfavorevoli rapporti di forza rispetto agli occupanti imperialisti, cacciare dall'Afghanistan a pedate gli Usa e i loro alleati con la sua gloriosa resistenza e guerra di liberazione nazionale, come già era avvenuto con l'Urss socialimperialista, che invase il paese nel 1979 e uccise un milione di afghani, salvo essere costretta alla resa nel 1989 in quello che fu considerato allora a tutti gli effetti il "Vietnam di Mosca", dimostrando così al mondo per l'ennesima volta che l'imperialismo è una tigre di carta che può e deve essere sconfitto, cosa che non può avvenire certo con i fiori e con l'imbelle pacifismo.
Da qui l'attualita dello slogan della gloriosa Terza Internazionale "Proletari e nazioni oppresse unitevi" (contro l'imperialismo) che ci vede appoggiare i movimenti di liberazione nazionale dei popoli oppressi dall'imperialismo indipendentemente dalle forze che ne stanno alla testa, persino quando sono antimarxiste-leniniste o quando un abisso separa la loro concezione del mondo, reazionaria, antifemminile e oscurantista da quella del PMLI, come nel caso appunto dei Talebani e dello Stato Islamico.
Posizione alla quale non rinunceremo mai, che rilanciamo lavorando perché venga progressivamente fatta propria da tutti gli antimperialisti coerenti e conseguenti e amanti della pace e del progresso che vogliono davvero liquidare l'imperialismo e i suoi crimini dalla faccia della terra, lottando per scongiurare con tutte le nostre forze una nuova, sempre possibile, terza guerra mondiale.
Insomma siamo agli antipodi del delirante articolo di Maurizio Caprara (nipote di Massimo Caprara, storico segretario dell'arcirevisionista ex segretario generale del PCI Palmiro Togliatti, che non a caso per qualche anno fu anche consigliere dell'ex "migliorista" del PCI, golpista, massone e interventista "re" Giorgio Napolitano) che invece di interrogarsi sulla disfatta degli imperialisti in Afghanistan, prende a prestesto l'infame ruolo giocato dalle forze militari italiane (in ultima analisi fallimentare, data la cocente sconfitta e soprattutto avvenuto facendo a brandelli la defunta Costituzione borghese del 1948) per rilanciare l'Italia nell'ambito dell'Alleanza Atlantica e aggiunge: "Se il segretario generale della Nato fosse un italiano la nostra politica interna avrebbe una ragione in più per sprovincializzarsi.
Ciò faciliterebbe inoltre, per i nostri prossimi governi, l’acquisizione di consapevolezze e aggiornamenti su partite cruciali sul piano politico-militare e strategico che si disputano in un mondo dagli equilibri in via di ridefinizione".
Naturalmente è già partito il toto-nomi per l'ambìta poltrona, tanto più che non solo secondo Caprara ma anche altre fonti la partita andrebbe chiusa prima dell'elezione del nuovo inquilino del Quirinale, per sfruttare a pieno la "credibilità" nei circoli imperialisti finanziari e militari di Mattarella e dello stesso Draghi.
Scartati Letta e Renzi, nomi che erano circolati qualche tempo fa, al momento i più accreditati sarebbero il vecchio rottame ex segretario dei Ds e poi del Pd, ex ministro della Giustizia ed ex sindaco di Torino Piero Fassino, da sempre sostenitore dell'interventismo italiano e quindi della Nato, e la ex responsabile della politica estera europea, Federica Mogherini del Pd, entrambi (come i Caprara stessi quindi) storici rinnegati del comunismo, da decenni passati apertamente dalla parte della borghesia e dell'imperialismo, cosa che come si vede (e non da oggi) il padrone sa ripagare ai suoi servi più fedeli con poltrone dorate, affidando incarichi che mettono in condizione di dare il via a decisioni che significano guerre, costi economici esorbitanti, oppressione, miseria, violenza, sfruttamento, devastazioniambientali, morte e sterminio dei popoli, donne, vecchi e bambini inclusi, che è poi la vera essenza del capitalismo in putrefazione, ossia dell'imperialismo.
Non vanno dimenticati però gli appetiti di altri paesi nei confronti della poltrona di Bruxelles, a cominciare dal Regno Unito, uscito dalla Ue, che ha rafforzato l'alleanza militare con gli Usa nel Pacifico in funzione anticinese.
Comunque vada a finire noi marxisti-leninisti non ci stancheremo mai di combattere l'imperialismo e la politica economica, interna, estera, sociale, sanitaria e interventista del banchiere massone Draghi, che fra l'altro ha aumentato le spese militari (come Conte prima di lui) mentre milioni di italiani sono alla fame e in piena pandemia.
Occorre buttare giù da sinistra e dalla piazza al più presto questo nero governo, come diciamo fin dal suo insediamento, così come occorre continuare a lottare per l'uscita dell'Italia dalla Nato e della Nato dall'Italia, occorre distruggere l'Ue imperialista tenendo alta l'invincibile bandiera della lotta senza quartiere contro l'imperialismo, responsabile di tutti i problemi e delle sofferenze dell'umanità e dell'ambiente.

8 dicembre 2021