Accusato di aver aggredito un gendarme francese durante la manifestazione contro la repressione dei migranti
Arrestato ed estradato in Francia il No Border e NoTav Emilio Scalzo
Si moltiplicano le iniziative di solidarietà

 
Nonostante numerose manifestazioni di solidarietà - da ultimo il presidio di solidarietà davanti al carcere delle Vallette, a Torino, lo scorso 1° dicembre, con centinaia di attivisti che si sono mobilitati - Emilio Scalzo, l'attivista No Border e No Tav di 66 anni accusato in Francia di avere colpito un gendarme durante una manifestazione svolta lo scorso maggio, è stato estradato in Francia lo scorso 3 dicembre e attualmente è detenuto nel carcere di Aix-En-Provence in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto.
Scalzo è stato consegnato alla polizia francese al confine con l’Italia, dove è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria del carcere di Torino, nel quale era stato portato dalla polizia il 1° dicembre su ordine della corte d'appello di Torino, dopo che era stato prelevato dalla sua casa di Bussoleno, in Val Susa, dove si trovava agli arresti domiciliari dal 24 settembre.
Inutilmente i legali di Scalzo avevano fatto ricorso in Cassazione contro l'estradizione richiesta dalla magistratura francese.
“Il provvedimento è singolare e paradossale” - ha affermato il suo legale Danilo Ghia in un'intervista al Post – in quanto “è stato emesso per via, cito testualmente, della 'presenza costante di un presidio volto a ostacolare la consegna all’autorità francese'”. “In pratica, Scalzo – ha concluso l'avvocato Ghia - è stato portato in carcere non perché abbia fatto qualcosa, ma perché fuori da casa sua c’era un presidio di solidarietà”.
La vicenda ha inizio lo scorso 15 maggio quando - durante una manifestazione indetta a sostegno dei migranti e contro i governi di Francia e Italia, che secondo gli attivisti non stavano facendo abbastanza per proteggere i migranti - Emilio Scalzo e altri attivisti a favore dei diritti dei migranti vennero caricati da un reparto di gendarmi francesi nell’area tra Claviere, in Italia, e Montgeneve, in Francia, dove ogni anno migliaia di migranti tentano il passaggio.
Negli scontri un gendarme francese finì con un braccio fratturato e - dopo aver visionato i filmati e dopo avere ascoltato il gendarme infortunato - la magistratura della città francese di Gap, che si trova a 100 chilometri dal confine italiano, emise nei confronti di Emilio Scalzo un mandato d’arresto europeo.
Dal filmato visionato dai magistrati francesi è impossibile attribuire a un militante determinato la responsabilità per l'infortunio, perché essi erano centinaia quando furono caricati dal reparto della gendarmeria, e insieme a loro c'erano numerosi migranti, tuttavia non poco ha contribuito ad attribuire la responsabilità a Scalzo il fatto che egli sia di corporatura assai massiccia e sia un ex pugile dei pesi medio-massimi. Interrogato dai magistrati italiani, Scalzo ha dichiarato di essersi difeso, durante gli scontri, da una prima manganellata di un gendarme, schivandola, e poi avrebbe alzato un bastone, ma solo per proteggersi da una seconda manganellata che stava arrivando, e non per colpire il gendarme: sarebbe stato quindi, secondo il militante, il braccio del gendarme a colpire il bastone e non viceversa. Scalzo ha anche dichiarato ai magistrati italiani di avere, come ex pugile, il pugno proibito, e di non avere quindi mai in alcuna manifestazione, compresa quella francese, usato violenza di alcun tipo.
Così la magistratura transalpina, dopo avere identificato l'attivista e senza peraltro che vi sia alcuna certezza sul fatto che sia stato lui a provocare l'infortunio al gendarme, ha inviato alla procura della Repubblica di Torino, nei confronti di Emilio Scalzo, la richiesta di arresto e di consegna all'autorità giudiziaria francese, tanto che l'attivista fu portato in carcere il 15 settembre scorso e solo dopo nove giorni fu mandato agli arresti domiciliari.
Ex venditore di pesce con un banchetto nei mercati della Val Susa, da anni Emilio Scalzo è uno dei più motivati tra i militanti No Tav e No Border, molto conosciuto tra gli attivisti per la sua grande generosità, soprattutto nei confronti dei migranti che egli aiuta in prima persona anche nei loro bisogni elementari.
Nei prossimi giorni si svolgerà al tribunale di Gap l'udienza per la convalida dell'arresto e solo all'esito di tale adempimento procedurale Emilio Scalzo, che comunque è già assistito da un legale francese, saprà se sarà liberato o se dovrà attendere il processo agli arresti domiciliari o in carcere.
È scandaloso - in questa vicenda che coinvolge questo attivista antixenofobo che si è sporcato le mani sul campo per aiutare concretamente tanti migranti – dover constatare che la stampa borghese, salvo poche eccezioni, si sia completamente dimenticata di Emilio Scalzo, al quale va tutta la nostra solidarietà mentre vogliamo stigmatizzare la persecuzione giudiziaria e poliziesca ai suoi danni e dare risalto alla bella pagina di solidarietà che si sta scrivendo al confine tra Italia e Francia.
Le operazioni di aiuto ai migranti cominciarono nel 2017, e furono promosse dalla rete No Tav della Val Susa, con l'obiettivo di dare rifugio e aiuto alle tante persone che tentano il passaggio dall'Italia in Francia per poi raggiungere, se riescono, la Germania. Nell'Alta Val Susa i migranti iniziarono ad arrivare nel 2017, quando la gendarmeria francese inasprì i controlli di confine tra Ventimiglia e Mentone, costringendo questi disperati a prendere la strada delle montagne, pericolosa perché in autunno e inverno il freddo è intenso e costante e il cammino a piedi, sotto la neve e il ghiaccio dura almeno cinque ore.

8 dicembre 2021