Comunicato del Coordinamento regionale delle Sinistre di opposizione (PCI, PCL, PMLI)
Appello alla mobilitazione di massa per salvare la sanità pubblica in Molise

Nelle ultime settimane, mentre Toma e Florenzano continuano ad asserire che “tutto è sotto controllo” e che si stanno impegnando per “garantire una riorganizzazione efficace del SSN sul nostro territorio”, la sanità regionale va sempre più incontro al baratro, nonostante i sacrifici di chi vi lavora quotidianamente con professionalità e senso del dovere!
Ricapitoliamo cosa sta accadendo: relativamente alla medicina territoriale, da tempo si grida l’allarme; nel solo Basso Molise manca circa il 60% dei camici bianchi necessari a garantire il servizio. Tale sottorganicità sta avendo tristi ripercussioni. Ad esempio, è di queste ore la notizia che al Cardarelli, il più grande ospedale regionale, non sia possibile effettuare nuovi ricoveri né a Patologia neonatale né a Terapia intensiva neonatale poiché i reparti sono al completo e mancano medici per allestire altri posti. Per il ras Florenzano, nessun problema, la soluzione è rapida e indolore: eventuali neonati in condizioni critiche si possono tranquillamente dislocare, come una merce, presso altre strutture! Magari anche fuori Regione no? Tanto, che problema c’è!
Da un dramma ad un altro. Il distretto sanitario di Isernia conferma che ci sono ancora, per le prossime settimane, turni di guardia medica scoperti, sempre stante la mancanza di personale. Abbiamo poi assistito a scene assurde sempre per la provincia pentra, in particolare, il noto caso di Capracotta, dove era stato previsto il taglio di ben sei turni! Ottima notizia per un territorio d’alta quota su cui incidono fattori quali strade pericolose per il ghiaccio, il fatto che l’area in questione graviti sul Caracciolo, plesso da anni depotenziato, e che siamo al cospetto di una zona turistica che, con le feste, vede un aumento dell’utenza. Dopo dure polemiche, è stata fatta una parziale marcia indietro: è stata messa una toppa grazie a straordinari su base volontaria; ma il fatto che siamo giunti a questi livelli è molto grave.
Discorso simile per il Basso Molise, l’area più popolata della regione. Fino a venerdì 10 dicembre, questa la situazione: continuità assistenziale H24 garantita solo a Petacciato che dovrà farsi carico di eventuali urgenze dei centri vicini fra cui Termoli. Proprio a Termoli, addirittura, servizio sospeso dal 24 al 26 dicembre e nuovo blocco proprio l’ultimo dell’anno! Ovviamente, in caso di urgenze tutto graviterà sul San Timoteo, altra struttura sottoposta da anni a sforbiciate di reparti e personale. Sabato 11, piccola nota lieta: sempre grazie alla disponibilità straordinaria di qualche medico, alcuni turni saranno garantiti, ma il rischio di disservizi resta alto.
Cosa grave che i vertici Asrem erano al corrente di tale situazione e si erano cautelati a modo loro, ergo, sui sacrifici altrui! In una nota di novembre, da via Ugo Petrella si sospendeva arbitrariamente il diritto ai giorni di ristoro psico-fisico dal 01/12/21 al 10/01/22. Un atto antisindacale, giustamente revocato, anche qui, solo a seguito di dure polemiche. In questo fine settimana, come sopra descritto, nuovo colpo di scena: stavolta, si è semplicemente “invitato” i medici ad andare oltre le 38 ore previste dal contratto!
E a proposito di polemiche, il sindacato Snami ha denunciato come “Le nuove attività per la pandemia COVID-19 (USCA, Contact Tracing…) stanno creando crescente difficoltà nella copertura dei turni di Continuità Assistenziale”. Perché, chiede giustamente il sindacato, anche in Molise non si fa come “le regioni viciniori che offrono prospettive di lavoro immediate e più allettanti? Perché loro hanno già applicato i nuovi dettami estendendo la possibilità anche ai corsisti di avere contratti a tempo determinato annuali e noi no?”.
Insomma, fra mancanza di strutture d’avanguardia, bandi che vanno deserti perché non ci sono le condizioni per valorizzare il personale (ricordiamo i recenti casi di ben 12 medici che hanno preferito fare le valigie), reparti ridimensionati o smantellati del tutto, l’avvio del nuovo CUP che sta bloccando ogni operazione dall’11 al 13 dicembre, i tempi biblici per le visite specialistiche (per quella di endocrinologia occorre un anno di attesa, mesi e mesi di attesa per tante altre tipologie, ecc.) insomma, dicevamo, l’obiettivo è chiaro.
Chi vogliamo prendere in giro? La verità è sotto gli occhi di tutti: è in atto lo smantellamento del SSN in regione per sperimentare l’impatto di una sanità totalmente o principalmente privata! Delle due l’una: o accettiamo supinamente le imposizioni criminali che partono da Roma e trovano sponda nei vari Iorio, Frattura e Toma o diamo vita ad una forte opposizione popolare! Senza lotta di classe non c’è diritto che tenga. Gli artt. costituzionali che tutelano il diritto alla salute sono palesemente negati in Molise.
Come PCI, PCL, PMLI rilanciamo l’appello alla società civile tutta: o ci mobilitiamo o non avremo più una sanità pubblica!

 

Coordinamento delle Sinistre di Opposizione - Molise
Campobasso, 12 dicembre 2021