Discorso del compagno Loris Sottoscritti, Redattore capo de “Il Bolscevico”
Tenete alta la bandiera del nostro amato giornale in questo avamposto della lotta di classe

In occasione dell'Anniversario della nascita del nostro giornale, avvenuta il 15 dicembre 1969, ripubblichiamo il discorso pronunciato a Napoli dal Redattore capo de “Il Bolscevico” Loris Sottoscritti e apparso sul Bolscevico n. 37/1999. La Sede della Redazione napoletana era stata bersaglio nel gennaio precedente di un vigliacco attentato fascista e quindi dopo il necessario lavoro di restauro fu riaperta ufficialmente festeggiando localmente il Trentesimo Anniversario della fondazione dell'Organo del PMLI.
 
Care compagne e cari compagni, simpatizzanti, amici, è con grande gioia che come inviato della Redazione Centrale, partecipo a questa vostra festa per la riapertura ufficiale della Redazione napoletana de "Il Bolscevico", da voi restaurata con grande spirito di sacrificio marxista-leninista, dopo il vile attentato di stampo neofascista che l'aveva praticamente distrutta.
Tramite me la Redazione Centrale vi rinnova tutta la sua solidarietà militante, per il grave atto intimidatorio e repressivo che avete subito da parte della borghesia in camicia nera e dei suoi sgherri fascisti, arrivato al culmine di una serie di provocazioni, scritte fasciste, danneggiamenti, ecc., al quale avete saputo reagire con coraggio e determinazione, intensificando la diffusione de "Il Bolscevico" tra i proletari e le masse popolari di Napoli, e lavorando duramente per rendere di nuovo agibile ed efficiente questa sede.
Sappiate che tutti i compagni della Redazione Centrale e delle altre Redazioni locali guardano a voi con grande ammirazione, per come tenete alta la bandiera del nostro amato giornale in questo avamposto della lotta di classe nel Mezzogiorno d’Italia.
D’altronde non c'è da stupirsi se la repressione “legale” o illegale del regime neofascista e dei suoi servi, delle “forze dell'ordine”, della magistratura e anche di “ignoti”, si abbatte spesso e volentieri sul nostro giornale e sui suoi collaboratori e diffusori. Infatti tutta la storia de “Il Bolscevico” è storia di repressione e di attacchi spietati da parte della borghesia e dei suoi lacché e di lotta da parte del nostro giornale per sopravvivere, contrattaccare ed espandersi, nonostante l'enorme sproporzione di forze e di mezzi in campo.
Il trattamento che voi avete subito sulla vostra pelle “Il Bolscevico” lo aveva già sperimentato immediatamente dopo la sua nascita, avvenuta il 15 dicembre 1969, di cui quest'anno ricorre il 30° Anniversario. Fondato dall'allora OCBl-ml - nata sotto l’influenza del pensiero di Mao e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, e nell'onda rivoluzionaria della lotta del '68-69, l’organizzazione che nel '77 darà vita al PMLI - “Il Bolscevico”, per il coraggio e la lucidità con cui denunciava e smascherava lo Stato capitalista e i suoi servi revisionisti dell'allora PCI e i falsi marxisti-leninisti, si attirò subito gli strali rabbiosi dell'apparato repressivo borghese.
A cominciare dal processo intentato il 17 settembre 1970 al Segretario generale dell’OCBI-ml e Direttore politico de “Il Bolscevico”, Giovanni Scuderi, chiamato a rispondere nel tribunale di Firenze, Pubblico ministero Pierluigi Vigna, del reato di "associazione sovversiva e antinazionale continuata", per aver pubblicato sul giornale la posizione elettorale dell'organizzazione in un articolo dal titolo "Il potere politico nasce dalla canna del fucile". Articolo che oltretutto rispecchiava una celebre e magistrale definizione di Mao. Tale processo si concluse nel ‘74 in Cassazione con la condanna dell'attuale Segretano generale del PMLI a 10 mesi di carcere con la condizionale.
Ma questo fu solo il primo di una lunga serie di processi volti a mettere a tacere il nostro giornale decapitandone la direzione. Ricordiamo tra questi il processo dell'86 a Giovanni Scuderi e a Patrizia Pierattini, l'allora direttrice responsabile de "Il Bolscevico", con la loro condanna rispettivamente a 8 mesi e 5 mesi e 10 giorni per il reato di "Istigazione di militari a disobbedire alle leggi", in merito alla nostra posizione, riportata sul giornale, contro le mire aggressive e guerrafondaie del neoduce Craxi emerse durante la crisi intemazionale con la Libia.
Per arrivare poi, da un processo all'altro, fino a quello gravissimo, pur risoltosi con un'assoluzione, del 13 novembre 1991 contro Giovanni Scuderi. il Direttore politico de "Il Bolscevico" Mino Pasca, la Direttrice responsabile Monica Martenghi, e due compagni diffusori del giornale, accusati del reato di "Istigazione alla diserzione e alla disubbidienza militare", per aver lanciato, pubblicato e diffuso la parola d'ordine "Disertare, non sparare, rivoltarsi", contro la partecipazione dell'Italia alla guerra del Golfo imperialista.
Contemporaneamente alla repressione giudiziaria, lo Stato borghese cercava anche di strozzare nella culla il nostro giornale con altri mezzi, economici, tecnici e quant'altro poteva servire a liquidarlo. Fu così che per iniziativa dell'allora pretore di Firenze Fleury, fu intimata la cessazione delle pubblicazioni de "Il Bolscevico”, in base alle leggi reazionarie e corporative sulla stampa che proibiscono l'uscita di periodici che non abbiano un direttore iscritto all'albo dei giornalisti. Per oltre un anno, dal gennaio '70 al marzo '71, il nostro giornale fu costretto ad uscire con un espediente, cambiando ogni volta testata fino a uscire col nome "Il Proletario”, finché non riuscimmo a conquistarci anche sul piano legale, oltreché di fatto, il "diritto" di uscire alla luce del sole.
Questo anche per sottolineare, tra l'altro, quanto sia in realtà ipocrita e asfissiante l'apparato dei mass-media della borghesia, formalmente “libero" e "democratico". ma solo per i giornali servi e compiacenti col regime, mentre nei confronti della stampa proletaria usa come ben sappiamo tutt'altri sistemi, come il ferreo black-out delle notizie che ci riguardano, lo strozzinaggio economico e "legale", la persecuzione giudiziaria, le provocazioni e le intimidazioni contro i compagni diffusori; fino ad arrivare all'attentato di stampo fascista vero e proprio, come ai tempi delle squadracce nere di Mussolini.
Ma non c’è da meravigliarsi di questo, perché come ci insegna Mao se la borghesia ci attacca è segno buono, perché vuol dire che abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra noi ed essa, e non gli lustriamo gli stivali come fanno i suoi pennivendoli della destra e della "sinistra" del regime neofascista. E quanto sia vero questo insegnamento del compagno Mao lo dimostra il fatto che nonostante questa imponente repressione che abbiamo subito e subiamo tuttora, e nonostante l'incredibile povertà di mezzi con cui ancora oggi portiamo avanti il nostro amato giornale. Ricordiamo tra l'altro che ancora non disponiamo di un solo giornalista professionista. e che tutti i redattori, centrali e locali, svolgono il loro lavoro giornalistico nei dopocena e negli altri ritagli di tempo strappati al lavoro professionale, alla famiglia e allo svago. Nonostante tutto questo, dicevo, anno dopo anno “Il Bolscevico" si è temprato nel fuoco della lotta ed è diventato, secondo la definizione del compagno Giovanni Scuderi, "Un grande giornale marxista-leninista, fedele alla classe operaia e al socialismo".
In quanto giornale che vive per la classe operaia e la sua causa e in quanto rispecchia fedelmente i suoi interessi, "Il Bolscevico" non può fare a meno del contributo attivo degli operai e dei lavoratori, dei disoccupati, delle donne e dei giovani, altrimenti si impoverirebbe di idee e di esperienza, sarebbe come se gli mancasse l'aria per respirare ed esistere. E il contributo di cui ha assolutamente bisogno è di due specie: uno è il contributo alla sua Redazione, attraverso l'invio di articoli, corrispondenze, servizi, lettere, suggerimenti, e tutto quanto può contribuire a renderlo più rosso e a rendere più ricco, documentato, interessante e articolato il suo contenuto. L’altro è il contributo alla sua diffusione, per farlo conoscere a sempre più larghi strati di proletari e masse popolari.
Rinnoviamo perciò l'invito al proletariato e ai giovani ad utilizzare appieno questo prezioso e indispensabile strumento di orientamento e di lotta, scrivendoci e aiutando la sua diffusione. Utizzate "Il Bolscevico" come il vostro giornale, e diffondetelo come la vostra voce.
Più lo sentirete vostro e piu lo diffonderete, più sarà possibile chiarire le idee alle masse su tutte le questioni che le riguardano, le loro lotte, i loro bisogni e aspirazioni, come il lavoro, le lotte sindacali, la casa, i servizi sociali, la scuola, le pensioni, il degrado urbano, l'immigrazione, il Meridione, ecc. e costruire passo dopo passo le condizioni per un risveglio del proletariato e della lotta di classe e per il socialismo in Italia.
Oggi, a causa del tradimento dei nnnegati del comunismo, che guidano addirittura il governo della borghesia con il rinnegato, guerrafondaio e affamatore del popolo D'Alema, il peggiore del dopoguerra, e a causa degli imbrogli dei trotzkisti Cossutta e Bertinotti, nonché dell'omologazione dei vertici sindacali collaborazionisti al capitalismo c’è più che mai bisogno di un giornale proletario e lungimirante, come "Il Bolscevico" per infrangere la pesante cortina di menzogne e di inganni che quotidianamente l’enorme apparato dei mass-media di regime rovescia sul Paese e sulle masse. Pensiamo a come farebbero la classe operaia e le masse a capire e a orientarsi sui grandi temi politici interni e internazionali, come la seconda repubblica neofascista. la controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione, la legge elettorale maggioritaria, i referendum e l’astensionismo, la politica economica liberista, affamatrice. familista e privatizzatrice del governo; e poi sulle grandi questioni internazionali, come la globalizzazione capitalista, l’Unione europea imperialista, la guerra e la politica militarista e interventista dell’Italia, ecc.
Come farebbero - ripeto - le masse ad orientarsi, senza quell'unico e prezioso faro proletario e rivoluzionario che ogni settimana si accende per squarciare le tenebre del nero regime neofascista dominante?
Valga come esempio concreto di questo ruolo insostituibile de "Il Bolscevico", proprio l’esperienza di lotta dei disoccupati e lavoratori Lsu di questa città, che hanno trovato nel nostro giornale un compagno di lotta fedele e una tribuna sicura, per far sentire la loro voce e rompere il muro di indifferenza, ostilità e disprezzo che istituzioni, autorità centrali e locali, partiti e mass media di regime hanno eretto attorno a loro, allo scopo di isolarli e impedire che il loro coraggioso esempio contagi milioni di altri senza lavoro in tutto il Meridione e nel resto d'Italia.
Il legame tra i senza lavoro napoletani e “Il Bolscevico” si è dimostrato solido e fecondo per due motivi fondamentali: primo, perché siamo risolutamente al loro fianco, e consideriamo la loro lotta anche la nostra lotta e quella di tutto il proletariato italiano, del quale siamo al servizio; secondo, perché essi stessi contribuiscono a scrivere il nostro giornale, considerandolo in fondo come una cosa anche loro, la loro voce, cosa della quale andiamo fieri e che li incoraggiamo a fare sempre di più e meglio. La riapertura della Redazione di Napoli costituisce una grande vittoria anche per loro, e crea le condizioni ideali perché si rinsaldi e si sviluppi sempre di più questo legame proletario tra i senza lavoro partenopei e "Il Bolscevico”.
Avanti compagne e compagni, simpatizzanti e amici de "Il Bolscevico", intensifichiamo gli sforzi, ciascuno dal proprio posto di lavoro e di lotta, per fare de "Il Bolscevico" un sempre più grande giornale marxista-leninista, fedele alla causa del proletariato e del socialismo e sempre più conosciuto e apprezzato dalla classe operaia e dalla masse popolari. Se sapremo tenere duro e continuare sulla strada iniziata 30 anni fa che è la stessa via dell'Ottobre che ci hanno insegnato gli immortali Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, certamente ci riusciremo.
Buon lavoro, care compagne e compagni, simpatizzanti e amici di Napoli. Viva la riapertura ufficiale della sede della Redazione napoletana de "Il Bolscevico".
Coi Maestri vinceremo!

15 dicembre 2021