Ancora fumo negli occhi per le masse popolari
Manfredi annuncia 1,3 miliardi per Napoli, ma in 20 anni. E intanto avvia la svendita di bellissimi e preziosi beni comuni

Redazione di Napoli
Dopo aver mandato anticipatamente in soffitta il fantomatico e megalomane “Patto per Napoli” con il quale ha illuso la “sinistra” borghese per tutta la campagna elettorale, il burattino di Draghi, De Luca e Conte, Gaetano Manfredi, annuncia, nel discorso di fine anno presso Palazzo S. Giacomo, che la giunta avrebbe strappato finalmente una somma importante da investire in città. Trattasi di circa 1,3 miliardi di euro che farebbero respirare le già disastrate casse comunali ma che verranno spalmate nel giro di venti anni, lasciando alla nuova giunta la responsabilità politica di costruire un programma economico di rientro per defalcare il mostruoso debito di 5 miliardi di euro lasciato dalle amministrazioni precedenti di Bassolino e De Magistris. E subito Manfredi riproponeva la vecchia solfa già in voga nelle amministrazioni precedenti: privatizzazione di migliaia di beni pubblici e comuni e svendita del patrimonio partenopeo ai privati da parte della “Invimit”, una società del ministero economia e finanza che si occupa di investimenti immobiliari.
Si tratta di ben 4mila cespiti (ossia palazzi, impianti, immobili, terreni, ecc.) di proprietà del comune di Napoli da mettere sul mercato per cercare di azzerare o ridurre il maxi-debito contratto: insomma dal “patto per Napoli” al “pacco per Napoli” verrebbe da dire per fare una battuta. Nella lista inviata a Invimit da parte della giunta ci sarebbero molti immobili di valore storico che invece di essere valorizzati come musei o siti di rilevanza storica, sono pronti per essere svenduti ai soliti pescecani, anche multinazionali europee e intercontinentali, per trasformarli in residenze per turisti.
Tra i 65.452 cespiti messi in vendita c'è pure l’impianto sportivo Stadio “Diego Armando Maradona” a Fuorigrotta, la dismissione del palazzo del Consiglio comunale di via Verdi e villa Cava a Marechiaro; sono interessate ben 29.833 abitazioni di qualsiasi tipo e 22.019 pertinenze, tra cui 104 tra chiese e cappelle. Rimane incomprensibile che nella lista della vergognosa svendita vi siano addirittura 51 tra presidi ospedalieri e ospedali, 512 scuole, 92 tra circoli, associazioni e centri culturali e ben 43 fontane, toccando anche il delicato e unico patrimonio storico culturale di Napoli.
“Il debito è il grande macigno che abbiamo sulle spalle, ma grazie a questa norma del governo riusciremo ad affrontare le pendenze con un piano di ristrutturazione del debito”, annunciando un nuovo impianto di compostaggio (ossia un nuovo termovalorizzatore) da far costruire a Napoli nord senza coinvolgere, fin sa subito, i Comitati territoriali, come ribadisce alla fine della conferenza stampa: “il confronto con la città ci sarà, a valle, nei prossimi mesi, inizieremo dal Consiglio Comunale che avrà una seduta monotematica ai primi di gennaio”.
Diversamente, noi marxisti-leninisti pensiamo che i Comitati territoriali devono immediatamente essere consultati e data loro l’ultima parola sulle trasformazioni del territorio, soprattutto nelle zone a rischio della zona Ovest e della zona Est di Napoli, ma anche di Scampia e, in ultimo, dei quartieri comprensivi dell’area Nord di Napoli.

12 gennaio 2022