Gravissime responsabilità del ministro della Giustizia Cartabia
A Napoli il sistema giustizia è al collasso
Duri interventi del pg Riello, del presidente della Corte d'appello De Carolis di Prossedi e del presidente della Camera penale Campora

Redazione di Napoli
È stata una inaugurazione d'anno giudiziario infuocato quella che si è tenuta a Castelcapuano, sede del vecchio Tribunale di Napoli, tra i rappresentanti dei magistrati, avvocati e della pubblica amministrazione. Forte, fermo e duro l’intervento del procuratore generale Luigi Riello (i cui tratti salienti riportiamo in un articolo ad hoc) che ha mandato un messaggio ben chiaro alle istituzioni nazionali e locali. Coadiuvato dal presidente della Corte di Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis di Prossedi, i giudici incalzano: “registriamo dei tempi francamente inaccettabili, non per il fatto che i magistrati siano degli scansafatiche, ma ci sono delle ordinanze di custodia cautelare che vengono emesse dopo circa 2 anni dalla richiesta della procura. È un fatto dirompente che non può essere più sopportato. Il numero di gip dev’essere almeno triplicato”. D’altronde, continuano i giudici, “a Napoli sono aumentati gli attentati, gli omicidi volontari, i tentati, i colposi e gli stradali. Sono aumentate le lesioni volontarie e le violenze sessuali, le associazioni per delinquere e di stampo mafioso e reati informatici anche se si è registrata una diminuzione dei reati di ricettazione e di riciclaggio”.
Per quello che concerne invece i reati contro la pubblica amministrazione, a Napoli, dall’inizio 2021 a fine ottobre 2021, quindi in 10 mesi, sono state eseguite 32 misure cautelari per questa tipologia di crimine; 1.115 sono stati i processi che in 196 casi si sono tradotti in misure reali. Maggiore attenzione, in questo settore, da parte di tutte le procure del distretto della Corte di Appello di Napoli, è stata riservata al settore sanitario, diventato particolarmente vulnerabile a causa della pandemia. Riello, insieme con De Carolis, ha ricordato l’arresto di tre medici e due legali rappresentanti convenzionati con Asl Napoli 1 “che hanno lucrato su questa emergenza sanitaria. Abbiamo registrato, a Napoli in particolare molte truffe su reddito di cittadinanza (nel 2020 sono stati 174 i procedimenti, lievitati a 589 nel 2021)”. Cresciuta anche la violenza sulle donne, con 4.026 procedimenti; forte attenzione da parte dei procuratori è stata riservata anche per i reati connessi allo smaltimento dei rifiuti nei confronti dei cosiddetti tombaroli, in particolare nella zona torrese-stabiese, dove, ha detto Riello, “sono emersi beni di inestimabile valore a cui, oltre che alla soprintendenza, è interessata anche la criminalità”. In generale il presidente De Carolis è netto: “nel penale la situazione è drammatica, perché le risorse sono squilibrate, così la giustizia è solo formale, c’è un aumento dei delitti, ma in secondo grado prescritto il 32 per cento dei reati”.
A confermare questo generale disagio della giustizia napoletana è la Camera penale che, tramite il suo presidente Marco Campora, punta il dito contro l'organizzazione delle udienze, la loro celebrazione a porte chiuse, le difficoltà in cui versa la Corte di Appello per la carenza dei giudici, la continua modifica dei collegi giudicanti e, infine, si evidenziano le disastrose condizioni in cui versano le carceri e i Tribunali di Sorveglianza. “Il risultato è che - evidenzia il presidente Campora - salvo che per i procedimenti suscettibili di essere definiti in un'unica udienza, si assiste sovente ad un tourbillon di giudici che, di fatto, si limitano a partecipare passivamente solo ad alcune udienze in quanto non parteciperanno alla deliberazione finale". I Tribunali "si dotino quanto prima di un'adeguata organizzazione che consenta di relegare ad evenienza del tutto eccezionale la modifica in corso di processo dell'organo giudicante", continua l'avvocato Campora, poi sottolinea il delicato tema delle carceri, che versano, "in condizioni disastrose", istituti che sono ormai "una discarica di rifiuti tossici e un luogo di per sé inidoneo a consentire qualsiasi possibilità di risocializzazione ".
Una situazione, pertanto, disastrosa che non risparmia nessun settore della giustizia e che denota il clamoroso fallimento della fantomatica “riforma” Cartabia, ma anche le gravi responsabilità degli ultimi ministri della Giustizia ossia Buonafede e Orlando, incapaci a far fronte neanche nei comuni denominatori ad un settore delicato come quello del diritto, in particolare il sistema penale ridotto ai minimi termini.

26 gennaio 2022