Conferenza dell'Onu sulle armi convenzionali
Usa e Russia bloccano l'accordo sulla messa al bando dei Robot killer
Gli Usa accusano la Cina di lavorare ad armi che “controllano il cervello”

 
I droni armati sono sempre più largamente usati dalle potenze imperialiste nelle loro guerre e occupazioni, dall'imperialismo americano ai sionisti di Tel Aviv alle formazioni di mercenari o agenti dei servizi russe e turche. Per assassinare gli oppositori hanno avuto finora un operatore che controlla il sistema di arma a distanza ed è responsabile dal punto di vista legale della selezione e identificazione degli obiettivi e può decidere di sparare il colpo. L'evoluzione di queste armi verso l'abolizione del controllo umano sulla selezione degli obiettivi e la decisione di attacco non è lontana dal produrre i cosiddetti Robot killer, le armi letali autonome LAWS (Lethal autonomus weapon systems) sulle quali è aperta anche in sede Onu una discussione per definirne una normativa d'uso riconosciuta dai paesi membri.
Una discussione aperta almeno dal 2014 a Ginevra nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali (CCW) e che finora non ha prodotto alcun risultato a causa del boicottaggio di fatto dei maggiori produttori fra i quali Usa e Russia che anche nell'ultima sessione del dicembre scorso hanno impedito qualsiasi passo avanti verso la definizione di una normativa legale su tali armi e nelle more legali financo verso l'accordo sulla messa al bando dei Robot killer chiesto da vari paesi.
Il divieto della progettazione, costruzione e uso delle armi autonome è anche l'obiettivo su cui è nata la “Campaign to Stop Killer Robots”, una coalizione di più di 160 organizzazioni non governative in oltre 65 paesi del mondo di cui fa parte anche Rete Italiana Pace e Disarmo.
La Convenzione delle Nazioni Unite su alcune armi convenzionali (CCW) di Ginevra è l'organismo creato nel 2014 e formato da 125 membri con il mandato di mettere sotto esame le armi “che sono giudicate eccessivamente ingiuriose o che possono avere effetti indiscriminati” per definire regole e principi che dovrebbero essere applicate a queste armi ma che è ancora bloccato dai paesi produttori in vuote discussioni su procedura e definizioni. Mentre la ricerca sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) si sviluppa a passi da gigante e fornisce ai costruttori dei Robot kille nuove possibilità di applicazione.
La ricerca di nuove e più efficaci armi per le loro guerre non si blocca nei paesi imperialisti anche in tempi di crisi economica e di "sacrifici" per le masse popolari. Gli Usa, assieme alla Russia, boicottano i lavori della CCW dell'Onu e nel frattempo tentano di sviare l'attenzione sui progetti del Pentagono puntando il dito accusatore sul concorrente socialimperialismo cinese. Nello scorso dicembre l’amministrazione Biden ha disposto una serie di restrizioni commerciali a più di 30 istituti di ricerca, aziende ed enti cinesi accusati dello sviluppo di tecnologie come le armi per il controllo della mente che metterebbero a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il Dipartimento del Commercio americano aveva accusato l’Accademia Cinese delle Scienze Mediche Militari e i suoi istituti di ricerca di utilizzare la biotecnologia per realizzare "presunte armi per il controllo del cervello".
Sarebbero state queste armi neurologiche a colpire nel 2016 alcuni agenti della Cia in servizio a Cuba che riportarono forti mal di testa, vertigini, problemi di vista. La cosiddetta Sindrome dell'Avana avrebbe colpito altri funzionari americani nei consolati a Mosca e in Cina. Quello che è certo è che sia gli imperialisti Usa, giapponesi e europei sia i concorrenti cinesi da tempo finanziano studi sulle neuroarmi.

26 gennaio 2022