Importante denuncia
I giovani medici dell'Anaao: “La sanità pubblica è sottofinanziata”
“Sarà che conviene di più trasformare il servizio pubblico in privato?”

 
I giovani medici del sindacato Anaao Assomed, che rappresenta oltre diciottomila professionisti del settore sanitario, hanno chiesto, in una lettera aperta pubblicata lo scorso 20 gennaio e indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, un incontro, nel quale i dottori, oltre a spiegare le gravissime difficoltà che nel pieno della quarta ondata continuano a vivere tra turni estenuanti e aggressioni subite da parte di alcuni pazienti, intendono mettere in chiaro sia l'insufficiente finanziamento della sanità pubblica sia il rischio che essa possa trasformarsi in sanità privata.
Bisogna precisare che i giovani medici in questione sono gli iscritti ad Anaao Giovani, un settore del sindacato che comprende iscritti fino ai 40 anni di età.
Nel documento denunciano condizioni di lavoro indecorose, carenza di personale, mancanza di programmazione dei percorsi di cura, strutture inadeguate ai bisogni dei pazienti, il tutto aggravato dalla quarta ondata pandemica che ha costretto i sanitari a procrastinare le cure ordinarie, una situazione che, ad avviso dei giovani professionisti sanitari, inevitabilmente genererà presto nuove emergenze.
“La carenza di personale – si legge nella lettera aperta - la carenza di infrastrutture, ma, soprattutto, la carenza di una reale programmazione della presa in carico del paziente, tutt’oggi rappresenta il vulnus maggiore del nostro sistema sanitario”.
I medici puntano il dito contro il sottofinanziamento della sanità pubblica laddove ritengono che “la sanità pubblica non è stata, ancora una volta, considerata come merita, destinando al suo personale finanziamenti scarsi e insufficienti”.
La lettera aperta prosegue con la richiesta a Mario Draghi, e quindi al governo, di portare, per la sanità pubblica, “la spesa complessiva oltre quell’8,8% che è stato raggiunto nel 2021 e che, seppur migliorato rispetto al passato (+1,3%), ancora appare al di sotto della media UE28 (oltre il 9,5%) e a quella dei principali paesi europei”, lamentando però che “le risorse assegnate dal PNRR alla Sanità (circa 20 miliardi) sono solo al sesto posto per importanza mentre, prevalentemente destinati alla ricostruzione della sanità territoriale mentre appena 2 miliardi arrivano dalla Legge di bilancio al Fondo Sanitario Nazionale al lordo dei costi del rinnovo del contratto di lavoro per tutto il personale del SSN”.
Un dubbio amaro e inquietante a questo punto assale i giovani medici, quello relativo alla reale volontà politica, da parte del governo italiano, di mantenere in piedi un vero e proprio sistema sanitario pubblico nel nostro Paese: “sarà – si legge in fondo alla lettera di denuncia - che il futuro del sistema sanitario vuole andare in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione?”. “Sarà – conclude la lettera aperta - che conviene di più trasformare il servizio pubblico per anni invidiato, ma molto costoso, in servizio privato?”.
La preoccupazione dei giovani professionisti di Anaao Assomed, a proposito della volontà politica di smantellare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata, non è retorica, in quanto rispecchia quanto esattamente sta succedendo, solo per fare un esempio, in Lombardia, come denunciato recentissimamente anche dal corrispondente del nostro settimanale in quella Regione in un articolo a p. 10 de Il Bolscevico n. 44 del 16 dicembre 2021 che tratta della legge regionale n. 22 del 14 dicembre 2021, la quale modifica il testo unico sanitario del 2009 della Regione Lombardia: “la legge regionale – si legge nell'articolo - inserisce gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cosiddetto Recovery plan, riguardo case di comunità, ospedali di comunità e assistenza domiciliare integrata ma prevedendo l’apertura ai privati trasforma di fatto in un business anche la medicina territoriale e di prossimità”.
La Lombardia, è ben evidenziato nell'articolo citato, non compie un gesto eversivo, bensì fonda espressamente la sua scelta politica di smantellamento della sanità pubblica, e contemporaneamente di foraggiamento di quella privata, su una solida base giuridica, ossia su quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deciso dal governo capeggiato da Mario Draghi, al quale si sono rivolti con preoccupazione, e a questo punto si può anche dire non a caso, i giovani medici: se quindi nel PNRR ci sono già le basi giuridiche per consentire alle singole Regioni di smantellare la sanità pubblica (come è accaduto in Lombardia) i timori dei professionisti sanitari sono pienamente da condividere.

2 febbraio 2022