Continua la strage sul lavoro
Operaio stritolato in una tramoggia a Arezzo
La polizia manganella gli studenti che protestavano per morte del giovane stagista Lorenzo. In una settimana altri 9 morti

La morte del diciottenne Lorenzo, ucciso l'ultimo giorno di stage da una trave d'acciaio in una azienda metalmeccanica del Friuli, ha fortemente impressionato l'opinione pubblica, ma purtroppo è rimasta una delle tante vittime che ogni giorno cadono sul lavoro sacrificate ad uno sfruttamento sempre più intenso e senza regole. La strage è continuata incessantemente tanto che dopo una sola settimana da questa tragica scomparsa sono morti altri 9 lavoratori. Perciò rischiamo che questo elenco debba essere aggiornato al momento di pubblicare l'articolo.
Lo stesso giorno in cui è morto Lorenzo, il 21 gennaio, Salvatore Mongiardo di 64 anni, ha perso la vita cadendo da 5 metri di altezza mentre si trovava sul tetto di una cella frigorifero a Pomezia, in provincia di Roma. Il giorno successivo era la volta di Vincenzo Pignone, un operaio piemontese di 58 anni morto a Busano (TO) cadendo in una sabbiatrice. Il 23 gennaio un lavoratore della stessa età, Alessandro Marcelli, perdeva la vita sulla Sila, in Calabria, travolto da una cabina dell'impianto sciistico mentre stava effettuando delle verifiche. Il 25 gennaio Valentin Werner veniva travolto da un albero mentre stava lavorando nei boschi di Tires, in provincia di Bolzano.
Nello stesso giorno Francesco Brenda, un operaio di 51 anni è morto dopo essere rimasto incastrato in una tramoggia (apparecchio utilizzato per la frantumazione) all’interno dell’Impianto di lavorazione calcestruzzi di Bibbiena, vicino Arezzo, dove lavorava. È rimasto intrappolato nel macchinario a imbuto, utile a raccogliere materiale dall’alto, ed è morto stritolato. Brenda era un operaio esperto che lavorava da venti anni nella ditta; al momento il titolare è stato indagato per omicidio colposo. Le indagini si sono concentrate sulla balaustra, per verificare se fosse a norma per evitare cadute accidentali.
Il 26 gennaio altri due morti. A Torino perdeva la vita Arujo Da Silva, quarantunenne di origini brasiliane ma residente a Milano. L'operaio sarebbe precipitato mentre si trovava in un cestello, impegnato nei lavori di rifacimento di un tetto di un edificio di in ordine religioso. E’ morto sul colpo, con la testa schiacciata contro un terrazzino, e non dopo l’arrivo in ospedale, come era stato comunicato in un primo momento. Poco più di un mese fa, il 18 dicembre, sempre a Torino, c’erano state tre vittime in un cantiere edile in via Genova, precipitate da una gru a 40 metri d’altezza, durante l’allestimento per il rifacimento di un tetto. L'altra vittima giornaliera è stata Mario Segat, schiacciato dal trattore in provincia di Treviso.
Il giorno successivo perdeva la vita Vincenzo Carrubba, un giovane lavoratore di 37 anni trovato morto annegato nell'invaso per la raccolta delle acque che si trova nell'azienda vitivinicola di cui era dipendente. Il 28 gennaio a Milano un operaio è rimasto intrappolato dentro il cestello elevatore, schiacciato contro un’architrave di cemento, una dinamica molto simile a quella dell'operaio brasiliano a Torino, che conferma come l'edilizia sia il settore con più infortuni mortali. Maurizio Geroso, di 57 anni, stava lavorando nel cantiere dove stanno sorgendo le residenze Libeskind II in zona CityLife, costruzioni riservate ai ricchi dove la sicurezza sul lavoro, come denunciano i sindacati, è a livelli bassissimi.
Ogni giorno nei cantieri edili, nelle aziende agricole, nei magazzini della logistica e sui mezzi di trasporto, gli elevati ritmi di lavoro insieme alle carenti condizioni di sicurezza costituiscono quel mix micidiale che uccide donne e uomini che si guadagnano il salario. Una vera e propria guerra con un bilancio disastroso: nell'intero 2021 sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro: di questi 695 sui luoghi di lavoro, con un aumento del 18% di questa tipologia rispetto al 2020. Lo rileva il Centro studi del sindacato di base Cub che denuncia come "in questi ultimi 10 anni non ci sia stato nessun miglioramento” e sottolineando che, ancora oggi, molte categorie di lavoratori non sono assicurati all'Inail o lavorano in nero.
E il governo come risponde? Mentre i giovani manifestavano in tante piazze italiane per protestare contro la morte dello stagista diciottenne Lorenzo Parelli e l'abolizione dell'alternanza scuola-lavoro, il presidente del Consiglio Draghi e la ministra degli Interni Lamorgese ordinavano alla polizia di manganellare pesantemente gli studenti in varie città. Una vergogna che svela le reali intenzioni del Governo del banchiere massone Draghi, che al di là delle chiacchiere e delle lacrime di coccodrillo sulle morti sul lavoro, si dimostra uno zelante protettore degli interessi padronali.
 

2 febbraio 2022