Per la rielezione a presidente della Repubblica
Il discorso di Mattarella alle Camere riunite non è una garanzia di giustizia sociale e benessere per il popolo italiano
Tutti i partiti parlamentari compreso quello fascista, subissano di applausi il discorso demagogico della vecchia volpe democristiana presidenzialista, europeista e atlantista
Solo il socialismo e il potere politico del proletariato possono assicurare giustizia sociale, benessere, democrazia e libertà

Il 3 febbraio Sergio Mattarella si è recato a Montecitorio per la cerimonia del giuramento e per il messaggio di insediamento davanti alle Camere riunite. Un discorso di 38 minuti interrotto da ben 55 applausi, tra cui diversi a scena aperta con tutti i “grandi elettori” e l'intero governo con al centro Draghi in piedi a spellarsi le mani, e concluso da un'ovazione interminabile. In questo modo i partiti parlamentari borghesi hanno voluto camuffare di essere usciti con le ossa rotte dallo squallido spettacolo concluso con la sua rielezione, dopo cinque giorni di veti incrociati, candidature indecenti e fallimenti, mentre deputati e senatori hanno inteso esprimere tutto il loro sollievo per aver sventato il pericolo di una fine prematura della legislatura, dato che alla fine nulla è cambiato al Quirinale e a Palazzo Chigi.
La grande stampa borghese ha fatto a gara ad esaltare il suo discorso, quasi unanimemente definito “un'agenda di governo” per il prossimo settennato. Anche tutti i leder dei principali partiti lo hanno pubblicamente apprezzato e lodato, compresa la fascista Meloni. In realtà si tratta di un discorso demagogico da vecchio volpone democristiano, presidenzialista, europeista e atlantista, che chiama all'unità di tutto il popolo italiano a sostegno del governo Draghi, da lui stesso insediato un anno fa con un golpe di stampo presidenzialista e adesso solennemente riconfermato, che contiene un velenoso attacco all'indipendenza della magistratura, e che per il resto è fatto di un lungo elenco di annosi e ben noti problemi sociali irrisolti e diritti costituzionali mai attuati, di cui peraltro si guarda bene dall'indicare cause e rimedi.
 

La blindatura del governo Draghi e il contentino al parlamento
Dopo essersi giustificato per l'accettazione della reinvestitura parlamentare, nonostante le ripetute dichiarazioni di non volere un secondo mandato - perché a suo dire il “prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni”, nei “giorni travagliati della scorsa settimana”, avrebbe compromesso le attese del Paese e in particolare della sua parte più “sofferente” - Mattarella ha richiamato infatti le principali sfide ancora in campo: le “urgenze – sanitaria, economica, sociale – che ci interpellano”; la lotta contro il virus “che non è conclusa”; l'aumento del prezzo dell'energia e di beni “fondamentali per i settori produttivi”; la costruzione di un'“Italia più giusta e più moderna”, che “cresca in unità” e “in cui le disuguaglianze - territoriali e sociali - che attraversano le nostre comunità vengano meno”; il rilancio dell'Europa per “una Unione europea protagonista nella comunità internazionale”; l'obiettivo di salvaguardare la pace, oggi minacciata in Europa, attraverso il “dialogo reciprocamente rispettoso fra le diverse parti”, ma anche nella “ferma adesione ai principi che ispirano l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato del Nord Atlantico, l’Unione Europea”.
“Su tutti questi temi – ha concluso Mattarella - all’interno e nella dimensione internazionale, è intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una stagione nuova di crescita sostenibile del nostro Paese e dell’Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”. E con questo, tra gli applausi scroscianti di tutta l'aula meno i banchi all'estrema destra riservati all'“opposizione patriottica” di FdI, il capo dello Stato, continuando nel suo interventismo presidenzialista, ha inteso blindare il governo da lui stesso creato almeno per i prossimi mesi, poi si vedrà.
A copertura di questa nuova manifestazione di presidenzialismo, la vecchia volpe democristiana si è quindi dilungata in un panegirico sul “funzionamento della nostra democrazia”, sfidata dalla “velocità dei cambiamenti” che “impongono soluzioni rapide e tempestive”, ma anche “il rispetto dei percorsi di garanzia democratica”. E qui, scatenando l'ovazione dell'aula, iniziata stavolta dalla truppa meloniana, ha lisciato il pelo al parlamento esaltandone “il ruolo cruciale” e sottolineando che “nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento”, e particolarmente “sugli atti fondamentali di governo del Paese” il parlamento “sia posto in condizione sempre di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati”. Una blanda tirata d'orecchi al governo Draghi per dare un contentino ai parlamentari, quasi sempre costretti a ratificare i suoi provvedimenti col voto di fiducia senza neanche avere avuto il tempo di leggerli.
 

Mattarella si schiera con i normalizzatori della magistratura
Subito dopo, scatenando il giubilo dell'aula con una raffica di applausi e ben due lunghe ovazioni, entrambe iniziate dai banchi della destra ma subito divenute generali, il capo dello Stato ha sferrato un grave attacco alla magistratura, cominciando col dire che “un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia” (prima ovazione); che la magistratura deve corrispondere “alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini” (forte applauso); che l'annunciata riforma del CSM, con nuovi criteri elettivi, giunga “con immediatezza a compimento” in modo che le “logiche di appartenenza [restino] estranee all'Ordine giudiziario” (seconda ovazione).
E tra gli applausi praticamente ininterrotti ha rincarato la dose aggiungendo che “indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza”; e che i cittadini non devono “avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone”. Col che ha dato un forte sostegno alla riforma del CSM preparata dalla ministra Cartabia, basata su un sistema elettorale maggioritario uninominale dei consiglieri (mentre un referendum tra i magistrati si è espresso contro per il 77%), e al tempo stesso ha messo anche una pietra tombale sulle proteste e i rilievi di tanti giudici, procuratori e giuristi, che continuano a denunciare che con la controriforma “garantista” della giustizia della Guardasigilli (anche questa passata col voto di fiducia), decine di migliaia di processi per mafia, corruzione e altri gravi reati andranno automaticamente al macero.
Non per nulla il passaggio sulla giustizia è stato quello più apprezzato da Meloni, Salvini, Renzi e Berlusconi, che lo hanno sottolineato espressamente. La leader fascista di FdI, già che c'era, ci ha aggiunto che “continueremo a batterci affinché (Mattarella, ndr) sia l’ultimo presidente eletto dal Palazzo. È ora che il popolo scelga la massima carica dello Stato. Presidenzialismo subito”.
Persino Norma Rangeri, su Il Manifesto trotzkista del 4 febbraio, nel commentare con evidente compiacimento il discorso di Mattarella, da lei definito “molto vicino ad un programma di governo”, ha citato l'attacco “duro e senza giri di parole” sulla giustizia come diretto “verso quella magistratura che semina sfiducia e diffidenza nei cittadini, lasciandoli senza certezza del diritto”: lasciando intendere che si riferisse solo ai magistrati corrotti del sistema Palamara e non piuttosto che fosse diretto invece ad accarezzare le orecchie alla destra e alla “sinistra” borghese “garantista”.
 

Un manuale di ipocrisia democristiana
Dicevamo che per il resto il messaggio di Mattarella è un manuale di ipocrisia e di demagogia democristiana, un catalogo di buoni sentimenti e propositi scanditi dalla parola magica “dignità”, come azzerare le morti sul lavoro, opporsi al razzismo, all'antisemitismo, alla violenza sulle donne e alle mafie, il rispetto per gli anziani e i disabili e così via, tutti puntualmente contraddetti dalla realtà dei fatti. Come per esempio l'esortazione ipocrita ad assumere “la lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche pubbliche”, quando proprio il governo ultraliberista Draghi da lui voluto e “garantito” sta andando in direzione opposta. Vedi la liberalizzazione dei servizi pubblici (decreto Concorrenza), la controriforma fiscale a vantaggio esclusivo dei redditi medio-alti, i condoni fiscali a imprese ed autonomi, il rinvio di altri 5 anni della “riforma” del Catasto, i sussidi per decine e decine di miliardi alle imprese, e niente sulla lotta all'evasione fiscale.
E come, per esempio, quando ha detto che “è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni”, quando proprio mentre in parlamento si consumava la farsa della sua rielezione, nelle piazze gli studenti che protestavano contro la morte del loro compagno Lorenzo Parelli venivano brutalmente manganellati dalla polizia. O come quando, a proposito delle migrazioni, ha detto che “non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti dignità umana agli altri”, come se non fosse stato lui a firmare i decreti Sicurezza di Salvini. Affettandosi subito ad aggiungere che comunque “la nostra dignità ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani”, attirandosi l'applauso anche della destra dell'emiciclo, che era invece mancato alla frase precedente.
 

Diritti e dignità secondo Mattarella e secondo il proletariato
Come ha denunciato efficacemente Tomaso Montanari in un video su Micromega.net : “Una scena inquietante, con i parlamentari che si alzavano e sedevano per battere le mani... un catalogo dei diritti costituzionali senza dire che sono inattuati... buoni sentimenti come una canzone di Sanremo, applausi compresi... tra sette anni sarà rieletto, farà lo stesso discorso e sarà applaudito come oggi. È il paese del Gattopardo”. Un Gattopardo coll'orbace.
Il discorso di Mattarella non è perciò una garanzia di giustizia sociale di benessere per il popolo italiano. È solo il discorso demagogico di un politicante di lungo corso, appartenente all'èlite della classe dominante borghese, fatto al popolo per convincerlo che deve remare sulla barca del capitalismo perché “siamo tutti sulla stessa barca”. Sventolandogli davanti agli occhi la carota della promessa che da ora in poi i diritti e la dignità sempre negati al popolo (da chi se non dalla sua classe?) saranno finalmente attuati.
Invece i diritti e la dignità il proletariato e le larghe masse lavoratrici e popolari se li possono conquistare solo con le proprie mani, rovesciando il potere della classe dominante borghese e instaurando il socialismo. Solo il socialismo e il potere politico del proletariato possono assicurare giustizia sociale, benessere, democrazia e libertà al popolo. Poiché questi giusti e sacrosanti obiettivi, al di là della sapiente demagogia democristiana di Mattarella, sono intrinsecamente incompatibili col sistema capitalista, che è basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la legge del massimo profitto, la società divisa in classi, l'oppressione delle masse e la guerra imperialista.

9 febbraio 2022