Continuano le vertenze sul lavoro in Campania
Gli operai della “Buttol”, della “Acetosella” e i lavoratori Apu in lotta per il posto di lavoro
Presidio dei disoccupati contro il caro vita e il governo Draghi

Redazione di Napoli
Continua in Campania la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per il mantenimento del posto di lavoro.
Gli operai del settore ambientale della “Buttol”, che tratta i rifiuti urbani in Torre del Greco, hanno inscenato un duro sciopero di 48 ore contro l’arroganza delle istituzioni locali in camicia nera. Appoggiati dalle sigle sindacali, i lavoratori hanno chiesto al sindaco e assessore alla sanità, Giovanni Palomba, di intervenire per attuare un piano serio di lavoro e di tutela dell’occupazione. Il fattore sanitario e ambientale è determinante atteso che il comune di Torre del Greco, oltre a essere uno dei più grandi della Campania come numero di abitanti (quasi 90mila) è situato nelle immediate vicinanze del Parco Nazionale del Vesuvio.
In sciopero anche gli ex lavoratori APU, il cui progetto di impiego sulle spiagge e nelle scuole cittadine è in scadenza e potrebbe essere prolungato, grazie ad alcune risorse di bilancio, per i primi due mesi del 2022. Gli stessi in un presidio di inizio febbraio chiedono il prolungamento ulteriore del loro impiego, nonché la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato.
Licenziati per Gazzetta Ufficiale, si potrebbe dire. Questa l’incredibile quanto vergognosa notizia che hanno appreso i 14 lavoratori della “Acetosella” per decisione del ministero della Salute avvenuta a inizio febbraio. Trattasi della vicenda della azienda “Stabia di Mare”, società a responsabilità limitata che imbottigliava l’ottima acqua minerale stabiese e il cui stabilimento si trova a Castellammare di Stabia. Il fallimento della società due anni fa ha portato il licenziamento inevitabile degli operai che attendono la riassunzione sotto altre forme per imbottigliare di nuovo la preziosa acqua e non mandare in mezzo alla strada decine di famiglie.
Martedì 1 febbraio i disoccupati del “Movimento 7 novembre” hanno occupato l'ingresso dell'Agenzia delle Entrate a Napoli protestando contro i rincari dettati dal governo Draghi, chiedendo, megafono in pugno, che gli effetti della stessa non vengano scaricati sulle categorie più in difficoltà. Indicativo lo striscione che ha caratterizzato il sit-in: “Luce +55%, Gas +42%, Latte +60%, Caffè +80%, Pasta +60%, Benzina +1,80%, Frutta +30%. Questa crisi è vostra non vogliamo pagarla noi!”. Sulla pagina Facebook il Movimento ha spiegato il presidio di protesta annunciando “una nuova stagione di lotta contro il Governo, i padroni e l'Unione Europea. Il capitalismo ha prodotto un disastro economico sanitario ed ora pretende di ingrassare su questo disastro scaricando i costi sulla nostra pelle. Aumento della disoccupazione, della precarietà (il 91% dei contratti dell'ultimo anno è a termine), aumento della povertà, aumento dei prezzi e delle tariffe, aumento dell'arroganza padronale e dello sfruttamento, morti sul lavoro (e sull'alternanza scuola-lavoro), aumento della repressione”.


9 febbraio 2022