L'Anpi denuncia la vergognosa locandina dei fascisti piemontesi sulle foibe

 
Ha suscitato le proteste dell'Anpi la locandina ufficiale della campagna di comunicazione istituzionale della Regione Piemonte, che è governata da una giunta di “centro-destra” retta da Alberto Cirio, diffusa in occasione della prossima “giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata” del 10 febbraio 2022, una inaccettabile solennità civile fortemente voluta dai fascisti in parlamento - ma votata anche dal Pd - e imposta al popolo italiano nel 2004 dall'allora maggioranza di centrodestra che appoggiava il governo Berlusconi.
La locandina infatti, voluta dall'assessore regionale Francesco Marrone (FdI) dipinge i partigiani jugoslavi comunisti come gigantesche ombre con volti scuri, mostruosi, orrendi, con la stella rossa sul cappello in bella evidenza, mentre danno la caccia a civili terrorizzati: tale grottesca rappresentazione dei partigiani, che ha il chiaro scopo di disumanizzare coloro che parteciparono alla Resistenza, deve essere condannata come una chiara operazione di stampo fascista, e la logica che presiede a questa squallida operazione è identica a quella che ispirava i regimi nazifascisti a rappresentare, nella stampa di propaganda, gli ebrei come uomini con il naso adunco, viscidi, subdoli e quasi mostruosi, allo scopo di alimentare l'odio della popolazione contro di loro.
Lo scorso 31 gennaio, data di presentazione del manifesto, l'Anpi nazionale ha diffuso una nota nella quale condanna senza appello la locandina in quanto essa “dà la misura di un grottesco abisso di faziosità”. La nota prosegue condannando “un'ossessiva e isterica campagna di destra all'insegna del nazionalismo e dell'irredentismo, nel silenzio delle gigantesche colpe del fascismo” e conclude senza possibilità di appello: “questo manifesto è una vergogna”!
Nello stesso giorno anche la presidenza Anpi provinciale di Torino prendeva una netta posizione di condanna del manifesto propagandistico della giunta piemontese: “è un manifesto violento – si legge nella nota dell'Anpi di Torino - che ha l'obiettivo di denunciare, peraltro in maniera spaventosa, soltanto la violenza di una parte. Un manifesto che nei toni e nei modi ci riporta ai manifesti affissi dal nazismo e dal fascismo durante la seconda guerra mondiale. Un manifesto che non fa onore ad una regione che ha fatto dell'educazione alla Pace una delle sue missioni fondative. Pertanto l'ANPI provinciale di Torino richiede il ritiro di un'immagine che ci riporta ad una visione divisiva della nostra storia”.
Non deve certo stupire la faziosità della locandina, che introduce una serie di eventi che sono un misto di contraffazione storica e di apologia del fascismo: basti pensare che tra gli eventi programmati dalla regione Piemonte in occasione della cosiddetta “giornata del Ricordo” ci sono un concerto dedicato a Norma Cossetto (istriana uccisa nel 1943 in circostanze tutt'altro che chiare, ma che la vulgata fascista, menzognera e antistorica, considera assassinata dai comunisti jugoslavi: si veda Il Bolscevico n. 6 del 21 febbraio 2019, p. 6) e un convegno, a cura di Giordano Bruno Guerri, commemorativo dell'impresa di Fiume (cioè di un'esperienza politica anticipatrice di molti aspetti del fascismo, alla quale si ispirò direttamente il fascismo stesso per organizzare la marcia su Roma).
Anche il mondo politico e culturale progressista e democratico ha reagito alla locandina in modo durissimo: il vicepresidente del Consiglio regionale piemontese, Mauro Salizzoni del Pd, ha definito "grottesca" la rappresentazione artistica e Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, ha definito la locandina "un'immagine che sembra propaganda nazista", mentre lo storico Eric Gobetti ha accusato la giunta piemontese di centrodestra di non "favorire una narrazione condivisa e partecipata rispettosa della complessità storica”.
Mentre condanniamo la vergognosa locandina fascista, chiediamo di sia abolita la cosiddetta “giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata”, che viene imposta ogni anno il 10 febbraio al popolo italiano come verità storica in nome di una “memoria condivisa”.
Sin dal 2004, quando tale commemorazione fu istituita, abbiamo spiegato che l'aberrante legge n. 92 del 30 marzo 2004 deve essere abrogata in quanto ciò che viene sbandierato come fatto storico e contestualmente commemorato costituisce, al contrario, un vero e proprio falso storico, smascherato in numerosi convegni e testi scientifici di cui il nostro giornale ha dato sempre ampio conto. Infatti non ci fu mai un'esecuzione in massa di persone di nazionalità italiana nelle foibe né ci fu un esodo generalizzato della popolazione italiana dall'Istria e dalla Dalmazia: a confermare ciò basti pensare che oltre 70 anni dopo la presunta pulizia etnica dei partigiani jugoslavi a danno degli italiani e del conseguente, asserito, esodo vivono in Slovenia e Croazia cospicue comunità di lingua italiana, e questo dato smentisce da solo sia le foibe sia l'esodo generalizzato degli italiani.
Ma, cosa se possibile ancora più grave, l'intero parlamento italiano ignorò volutamente l'intera storia che sta a monte sia delle foibe sia del presunto esodo, come se la storia fosse cominciata nel 1943 e quel che era successo dal 1920 al 1945 (annessione dell'Istria e di parte di Fiume e della Dalmazia all'Italia col trattato di Rapallo, invasione nazifascista della Jugoslavia nel 1941, resistenza partigiana, sconfitta del nazifascismo) non contasse nulla, non esistesse nemmeno, come se gli spaventosi crimini del nazismo e, soprattutto per ciò che ci riguarda, del fascismo (italianizzazione forzata di quelle terre, deportazioni delle popolazioni slave, tribunali speciali con centinaia di condanne a morte eseguite contro gli antifascisti, campi di concentramento, villaggi bruciati, esecuzioni sommarie, stupri) non fossero mai stati perpetrati.
Non ci può essere una “memoria condivisa” tra vittime e carnefici, tra fascisti e antifascisti, tra comunisti e anticomunisti, tra borghesia e proletariato, in nome di una riconciliazione politica che non può esistere, in quanto la “memoria condivisa” non è altro che la versione fascista della storia, che nel lungo periodo si pone l'obiettivo di sradicare dalla coscienza popolare la Resistenza e l'antifascismo e di trapiantarvi il nazionalismo patriottardo di stampo fascista.
I marxisti-leninisti, pertanto, ripudiano alla radice sia la “giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata” sia l'aberrante legge che l'ha istituita, considerando entrambe fondate su vere e proprie menzogne storiche destituite di ogni minimo fondamento, che rischiano di oscurare, al contrario, i grandi meriti della Resistenza, compresa quella dei comunisti jugoslavi.

9 febbraio 2022