Caterpillar “Senza tregua” come “Insorgiamo”
Operai Gkn in presidio assieme ai lavoratori dello stabilimento marchigiano. Il Collettivo di fabbrica invita a convergere su Firenze per manifestare uniti il 26 marzo

Una lotta “gemella” a quella della Gkn si sta sviluppando alla Caterpillar di Jesi, in provincia di Ancona. Al centro della contesa ancora una fabbrica in piena efficienza, con tanti ordini in portafoglio e un bilancio in attivo, la cui dirigenza dall'oggi al domani, per ricercare il massimo profitto, decide di chiudere e mandare a casa centinaia di lavoratori. Certo, quella che stanno portando avanti gli operai delle fabbrica marchigiana ha le sue specificità, ma anche tante affinità con la Gkn. A partire dal proprio motto, “Senza tregua” come “Insorgiano”, tutti e due riconducibili alla Resistenza partigiana e alla necessità di agire contro le ingiustizie e la sopraffazione.
La battaglia della Gkn, come abbiamo ripetuto più volte sulle pagine de il Bolscevico , ha un valore politico e sindacale nazionale di fondamentale importanza. Come ha affermato Giovanni Scuderi, segretario generale del PMLI: “Essa è decisiva per bloccare i licenziamenti non solo in quella fabbrica e per lo sviluppo della lotta sindacale in tutto il Paese. Perché esprime di fatto un modello avanzato di conduzione delle lotte sindacali. Infatti mai negli ultimi decenni si è vista una battaglia sindacale guidata da un Collettivo dei lavoratori della fabbrica, il cui motto non a caso è Insorgiamo!, che pratica la democrazia diretta, che valorizza pienamente l’Assemblea generale... che riesce a promuovere sui licenziamenti scioperi e manifestazioni di massa locali e nazionali”.
I suoi metodi di lotta, in molti casi ripresi dalle stagioni migliori dello sviluppo della lotta di classe nel nostro Paese, sono diventati un esempio per tutti. Come l'occupazione della fabbrica, l'assemblea permanente, la cassa di resistenza, il servizio d'ordine, l'unita con gli altri lavoratori e gli studenti, la ricerca di un ampio fronte unito con le forze politiche, sindacali e sociali a partire da quelle anticapitaliste e di sinistra. Comunque finirà questa storica battaglia, che naturalmente noi auspichiamo vittoriosa, è certo che lascerà un segno profondo nella lotta di classe e sarà per sempre fonte di ispirazione per le lavoratrici e i lavoratori che non vogliono essere schiavi del capitalismo.
In particolare il Collettivo di fabbrica ha rimesso al centro il protagonismo dei lavoratori e la coscienza di classe. Gli operai di questa azienda toscana, come avveniva negli anni '60 e '70, non si sono limitati alla sacrosanta lotta per difendere il proprio posto di lavoro, ma sono intervenuti anche su temi ambientali, economici, sociali, che interessano il loro territorio, l'Italia e il mondo. Perché le scelte dei governi, dei Paesi imperialisti, del grande capitale e della finanza, influenzano la vita concreta dei lavoratori e delle masse popolari. E si sono mobilitati senza aspettare i grandi sindacati (Cgil-Cisl-Uil), che invece di difenderli hanno avallato le politiche di flessibilità e liberalizzazione del lavoro e la compressione dei salari.
Una battaglia esemplare che ha infuso coraggio e voglia di lottare e ha fatto si che altre fabbriche si muovessero sulla falsariga della Gkn. I lavoratori della Caterpillar di Jesi ne sono un esempio. Una storia che ha dell'incredibile, comprensibile solo con la sete di profitto intrinseca al capitalismo. La multinazionale americana, che pure in Italia sta macinando profitti sempre più elevati, dopo aver ricevuto alcuni premi e attestati come stabilimento “ecosostenibile” e “moderno” aveva rivolto i suoi ringraziamenti ai lavoratori, tanto che questi si aspettavano un riconoscimento, anche monetario. Invece la direzione li ha chiamati per comunicarli la chiusura e il conseguente licenziamento di tutti i 270 dipendenti perché “la produzione di pistoni non è più conveniente in Italia”.
Da quel giorno, quasi due mesi fa, gli operai sono in presidio permanente davanti lo stabilimento marchigiano della Caterpillar, raccogliendo attorno a sé la solidarietà della popolazione di Jesi e dei lavoratori di tante altre fabbriche, in primis quelli della Gkn. La stretta unione delle due lotte ha portato gli operai delle due aziende ad unirsi fisicamente, oltreché idealmente. Sabato 5 febbraio un pullman di lavoratori Gkn è partito di prima mattina da Campi Bisenzio per raggiungere le Marche e portare la solidarietà alla Caterpillar in lotta, scambiarsi le esperienze, pianificare assieme nuove iniziative di lotta che coinvolgano altri lavoratori e quante più organizzazioni e persone possibili.
Lo stesso giorno un'altra delegazione di operai Gkn si è diretta verso Marradi (FI), sull'Appenino tosco-romagnolo, per partecipare alla manifestazione indetta da Flai Cgil e Fai Cisl per dire “giù le mani dalla fabbrica di marroni”, a difesa dei posti di lavoro e contro la chiusura della Ortofrutticola del Mugello dove sono occupate quasi 100 persone, in maggioranza donne, nella produzione di marron glace e altri prodotti derivati dalle castagne. Anche loro sono lì, davanti ai cancelli a sorvegliare la fabbrica affinché non venga qualcuno a portare via i macchinari. Oltre agli operai della Gkn erano presenti le Rsu e i rappresentanti dei lavoratori di numerose fabbriche della provincia fiorentina e pratese, assieme a tanti cittadini. Alla manifestazione del 5 febbraio ha partecipato anche il PMLI.
Infine chiudiamo con l'appello del Collettivo di fabbrica a tenersi liberi per il 26 marzo. Quel giorno le lavoratrici e i lavoratori, le Rsu, gli studenti, le organizzazioni sindacali e politiche, le associazioni, i Movimenti, gli antifascisti, gli anticapitalisti, sono invitati a convergere tutti assieme, idealmente e fisicamente, a Firenze, per dare vita a una grande manifestazione che già da ora inizia ad essere “costruita” e che assumerà i contorni definitivi nelle prossime settimane. Per continuare tutti assieme a lottare contro i licenziamenti, le delocalizzazioni e le ristrutturazioni, per sviluppare ed allargare il fronte di lotta e ribattere colpo su colpo alle politiche antioperaie e antipopolari del governo del banchiere massone Draghi, dell'Unione europea imperialista, di Confindustria e del padronato.

9 febbraio 2022