Fascisti e fascioleghisti attaccano l'iniziativa di Montanari sulle foibe

Puntualmente, alla vigilia delle celebrazioni per il “Giorno del ricordo”, nel silenzio complice della “sinistra” borghese e con l'appoggio attivo della stampa di regime, è scattata la canea fascista e fascioleghista contro le uniche voci che hanno avuto il coraggio di andare contro l'ondata nera dilagante sulle foibe. Nel mirino della destra e dei giornalisti prezzolati del regime neofascista, con in testa per livore personale Aldo Grasso del Corriere della Sera e Maurizio Crippa de Il Foglio , è entrato ancora una volta lo storico dell'arte Tomaso Montanari, colpevole di aver organizzato per il 9 febbraio un seminario pubblico presso l'Università per stranieri di Siena, di cui è il rettore, sul tema “Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo”. Al seminario, di altissimo livello scientifico, hanno partecipato scrittori e docenti di varie università italiane e dell'università di Lubiana.
Naturalmente è bastata l'annucio dell'iniziativa e del tema trattato per scatenare la furia della destra, partita subito con l'interrogazione di quattro senatori della Lega alla ministra dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, per chiedere di intervenire contro il prof. Montanari che - si legge nel documento - “non è nuovo ad atteggiamenti provocatori più che scientifici, basta leggere i suoi scritti che tendono ad attenuare la gravità dei crimini commessi dai partigiani titini; al convegno partecipa anche Eric Gobetti, autore del libro 'E allora foibe?', di cui il professore Montanari ha citato la frase: 'La giornata del ricordo, come è stata concepita è il momento in cui la versione del neo fascismo italiano diventa la versione ufficiale dello Stato'”. Per cui si chiede alla ministra “se ritenga che sia conforme al quadro normativo vigente che un rettore possa assumere liberamente iniziative di critica esplicita di una legge dello Stato e di offesa della memoria delle vittime delle foibe”.
 

Gli attacchi velenosi e squadristi del CdS e de Il Foglio
È seguita una valanga di attacchi e insulti contro il professore da parte di altri esponenti fascioleghisti, tra cui la sottosegretaria al lavoro Tiziana Nisini, l'eurodeputata Susanna Ceccardi e il consigliere regionale della Toscana, Marco Landi. Ma gli attacchi più velenosi sono arrivati da Aldo Grasso, che da tempo tiene Montanari nel suo mirino non perdendo occasione per sbeffeggiarlo con un livore viscerale, e da Maurizio Crippa de Il Foglio .
Nel suo fondo dall'eloquente titolo “Tomaso Montanari e le foibe, quando all’analisi storica si preferisce un’esibizione provocatoria”, il pennivendolo del CdS scrive infatti che: “Il rettore dell’Università per stranieri di Siena alla vigilia del Giorno del ricordo critica (ancora una volta) la giornata sulle foibe a un convegno: per il professore è un’ossessione e la sua più che storiografia è mitomania. Più che una riflessione è un’ossessione, più che un’analisi è un’esibizione, più che storiografia è mitomania. Per Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, le foibe rappresentano sempre una buona occasione per mettersi in mostra davanti a una sinistra 'dura e pura'. Di cui, evidentemente, si sente l’ultimo erede”.
Mentre da parte sua il pennivendolo de Il Foglio blatera di “insulti alla memoria” e di “convegno insultante”, definisce Montanari “notorio agit-prop” e attacca con torvo livore e venature di squadrismo fascista persino il tema del seminario, “che anche tralasciando il volgare insulto alle vittime, suona come uno sputo su una legge della Repubblica a cui hanno reso omaggio tre presidenti di estrazioni politiche diverse. Si spera che i suoi studenti stranieri vengano trattati dalla sua orrenda ideologia (sic) meglio di quanto insiste a trattare dalmati e giuliani, italiani tanto migliori di lui”.
 

Pronta risposta agli attacchi e insulti fascisti
Ma il professore antifascista non si è fatto intimidire da questa ondata di attacchi e di insulti. E ha risposto per le rime con alcune dichiarazioni alla stampa in difesa della libera ricerca e del diritto di critica e di espressione: “Attaccare l’università, luogo di libertà – ha detto Montanari - è un fenomeno tipico dei Paesi totalitari. L’idea che la politica debba controllare l’università è inoltre accolta, evidentemente, dai giornali. Ieri fuori dall’aula del seminario abbiamo assistito al picchetto di protesta di CasaPound, oggi assistiamo agli articoli dei giornali contro un seminario storico e addirittura abbiamo dovuto subire l’onta di un’interrogazione parlamentare che, a poche ore dall’inizio del convegno, ha chiesto alla ministra dell’Università se è possibile che un rettore possa criticare liberamente una legge dello Stato. Evidentemente dimenticando la semplice esistenza della facoltà di Giurisprudenza, che questo fanno ogni giorno. Chiedere all’autorità politica di esprimersi su una simile domanda è, di fatto, un annuncio di regime in costruzione”.
Montanari ha poi aggiunto: “Io credo che i morti delle Foibe, questa pagina tragica, venga strumentalizzata da qualcuno, e questo qualcuno sono i fascisti. Diverse associazioni neofasciste domani si sono date appuntamento a Firenze per celebrare quella giornata; mi domando: è normale che una festa dello Stato venga celebrata da associazioni neofasciste e neonaziste?”.
 

“L'università è una comunità dichiaratamente antifascista”
Nel suo discorso introduttivo al seminario, il rettore di Unistrasi ha messo l'accento sull'antifascismo all'università, che “non è una posizione politica, bensì una premessa costituzionale e istituzionale non negoziabile e indispensabile. La nostra università – ha proseguito - come tutte le altre università, come tutte le università di una Repubblica fondata sull’antifascismo, è una istituzione, è una comunità dichiaratamente antifascista. Non potrebbe essere altrimenti. Se tutti siamo ben consapevoli che l’uso politico della memoria ha una storia non meno lunga della storia di una civiltà, siamo anche ben consapevoli che oggi in Italia il revanscismo fascista goda di appoggi, mezzi, organizzazioni e di un consenso fino a qualche anno fa impensabile. Siamo anche consapevoli che queste forze strumentalizzano con crescente successo sia le drammatiche vicende del confine orientale, con la loro scia di sangue, sia le celebrazioni pubbliche del Giorno del Ricordo”.
Dopodiché ha citato alcuni esempi di quanto denunciato, ricordando il “cospicuo raduno di forze neofasciste e neonaziste” a Firenze concesso impunemente dalle autorità, gli attacchi allo storico e scrittore Eric Gobetti, il giornalista Paolo Berizzi, unico in Europa costretto a vivere sotto scorta per le minacce di morte dei neofascisti e neonazisti, e il suo stesso caso di rettore di cui si chiedono le dimissioni con una raccolta di firme a Siena organizzata dalla “sezione di un partito che si trova al governo della città, intitolata al segretario di redazione della Difesa della razza” (Giorgio Almirante, ndr).
Il PMLI ha espresso subito tutta la sua solidarietà a Tomaso Montanari in un comunicato stampa del PMLI.Toscana, in cui si denunciano anche le gravissime responsabilità del neopodestà di Firenze, Dario Nardella, e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, per la partecipazione e l'appoggio dato alla propaganda nazionalista e fascista con la celebrazione ufficiale del Giorno del ricordo; e per aver concesso le piazze di Firenze al raduno dei neofascisti e neonazisti. Responsabilità che offendono l'antifascismo e la stessa città di Firenze, medaglia d'oro della Resistenza.

16 febbraio 2022