Viva il movimento studentesco La lupa
Appoggiamo la piattaforma dell'Assemblea nazionale
Che le studentesse e gli studenti valutino l'alternativa del socialismo

 
Quello che è nato ed è esploso nelle ultime settimane è un movimento studentesco di grande rilevanza politica. Lo salutiamo con grande entusiasmo militante e allo stesso modo lo appoggiamo condividendone la piattaforma rivendicativa, che insieme alle questioni immediate e più generali riguardanti la scuola ha saputo mettere in discussione la stessa impostazione classista dell'intera società.
Un movimento di studentesse e di studenti che non si è accontentato delle modeste rivendicazioni di “buona alternanza scuola-lavoro” e di semplici ritocchi all'esame di maturità, avanzate da chi nella sostanza fa il gioco di quei partiti e associazioni che nel 2015 peggiorarono ulteriormente l'istruzione, già d'impronta aziendalista, attraverso la “buona scuola” che il governo Renzi approvò.
Siamo di fronte a un movimento studentesco che è stato capace di scendere in piazza con oltre centomila manifestanti in 40 piazze d'Italia il 4 febbraio, appena una settimana dopo l'altra giornata di lotta seguita alla morte del giovanissimo Lorenzo Parelli, ucciso in provincia di Udine da una trave d'acciaio nel suo ultimo giorno di scuola-lavoro. E che non si è lasciato intimidire e irretire dalla brutale e selvaggia repressione scatenata dalle “forze dell'ordine” alle dipendenze della Lamorgese e di Draghi, rilanciando poi un'altra giornata di mobilitazione nazionale per il prossimo 18 febbraio. Un segno evidente di forza e di capacità di reazione che dimostra quanto esso sia vivo, pieno di entusiasmo e di prospettiva.
Ecco perché dopo che il ministro Bianchi si era rifiutato di andare incontro alle richieste degli studenti e persino di incontrarli, il governo Draghi ha risposto con i manganelli e i lacrimogeni della polizia della ministra degli interni Luciana Lamorgese sui loro cortei. Un fatto grave e non un semplice incidente di percorso, dimostrato dalla sistematicità della repressione e confermato dalla stessa stessa ministra che nell'audizione al Senato non si è in alcun modo scusata e ha tentato di occultare l'evidenza attribuendo ogni responsabilità a sedicenti e inesistenti “infiltrati” e “frange violente”.
Le occupazioni di ottobre e novembre sono state il terreno fertile per la nascita di questo movimento, ed in particolare quelle delle 60 scuole della Capitale; l'assemblea nazionale del 5 e 6 febbraio alla quale hanno partecipato oltre 300 studenti e studentesse provenienti da tutta Italia, ha segnato indubbiamente il salto di qualità che proietta la Lupa in una dimensione di coordinamento nazionale e che la fortifica grazie a una piattaforma discussa e condivisa.
 
Le caratteristiche del movimento della Lupa
Quanti paragonano l'attuale movimento studentesco della Lupa alla “Pantera” del 1990 sono più suggestionati dalle somiglianze dei comportamenti dei due animali che alla ricerca delle analogie storiche e delle comuni radici politiche e rivendicative. Ieri i protagonisti erano prevalentemente gli universitari, oggi invece sono le ragazze ed i ragazzi delle scuole medie a lottare contro le politiche scolastiche del ministro Bianchi e del governo Draghi e contro questa società borghese che non dà loro alcun futuro se non quello della precarietà, del supersfruttamento e della loro subalternità e passività all'ordinamento sociale, culturale e produttivo dominanti.
Una similitudine semmai c'è col movimento dei cosiddetti "figli di Genova'', quella straordinaria mobilitazione contro il vertice G8 imperialista del luglio del 2001, che si costituì in opposizione alla controriforma “Moratti-Berlusconi” quando il governo dell'allora neoduce di Arcore allargò la breccia aperta dal precedente ministro Berlinguer dell'Ulivo, per trasformare la scuola pubblica in una azienda al servizio degli interessi capitalistici. Oggi, a conferma dell'unità di intenti di tutti i partiti di regime, nonostante il succedersi di governi di “centro-sinistra”, “centro-destra” e “tecnici”, quell'assetto scolastico è stato ulteriormente peggiorato dalla riforma Gelmini e dalla “Buona scuola” del governo Renzi.
Ora che la primavera è alle porte è sbocciato il movimento della Lupa, quale potente risveglio degli studenti medi iniziato con i "ragazzi dell'85'' che si batterono contro la politica dell'allora ministra democristiana dell'Istruzione Falcucci, proseguito negli anni Novanta attraverso ondate di lotta che hanno contrastato i progetti antistudenteschi dei governi Andreotti VI, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema e Amato, fino a giungere alle contestazioni contro le riforme Moratti, Gelmini e Renzi degli ultimi vent'anni.
 
Una piattaforma antigovernativa e anticapitalista
Se è vero che questo movimento è esploso a fine gennaio dopo la morte di Lorenzo, è altrettanto vero che le occupazioni studentesche d'autunno avevano già fatto intravedere la prorompente crescita del protagonismo studentesco. D'altra parte la didattica a distanza nella pandemia che dura ormai da due anni e il conseguente disagio psicologico che si aggiungeva alle sofferenze che da sempre le studentesse e gli studenti sono costretti a subire, li hanno spinti a prendere maggiore consapevolezza di trovarsi in una scuola sempre estranea, aziendalizzata al servizio del profitto piuttosto che luogo di crescita e maturazione in grado di venire incontro alle loro necessità e interessi. E li hanno spinti a battersi nelle piazze perché: “La scuola deve essere luogo di formazione collettiva, non di educazione al precariato e a un non-futuro privo di prospettive .”
La Lupa chiede anzitutto l'abolizione e non il semplice ritocco della famigerata alternanza scuola-lavoro (PCTO) e poi la bocciatura della proposta del ministro Bianchi di reintrodurre il secondo scritto all'esame di Stato senza la tesina. Oltre a queste rivendicazioni immediate che appoggiamo in pieno, è il quadro generale adottato dall'assemblea del movimento di inizio febbraio a essere particolarmente interessante, e che proietta di fatto la Lupa nella direzione antigovernativa e anticapitalista.
La mancanza di socialità e spazi collettivi dopo due anni di pandemia, l’autoritarismo dei presidi manager, l’edilizia scolastica fatiscente, la mancanza di spazi di democrazia interni alle scuole e nel paese, la svendita della formazione ai privati e alle aziende, la competizione sfrenata che genera ansia, depressione e problemi psicologici sempre più crescenti, sono solo alcuni dei motivi che ci hanno spinto a costruire una forte opposizione al Governo Draghi e alle politiche di questo e dei precedenti governi sulla scuola .” Così ha espresso il suo carattere antigovernativo l'Assemblea di Roma e intorno a questi punti programmatici il movimento punta a costruire una forte opposizione dal basso contro il governo del banchiere massone Draghi.
Ma, come già accennato, il movimento ha in mente un'idea diversa di futuro e di società; a cominciare da una nuova scuola intesa come particella di un sistema che ha altrettanto bisogno di una svolta radicale, e ne sono testimonianza le numerose sinergie con la classe operaia, con i sindacati di base che hanno accompagnato gli studenti, e in particolare con l'esperienza della GKN di Campi Bisenzio che ne sta influenzando le forme di lotta e di organizzazione. Come l'esperienza della GKN ha visto la battaglia sindacale guidata da un Collettivo dei lavoratori della fabbrica che pratica la democrazia diretta e valorizza pienamente l’Assemblea generale; allo stesso modo la Lupa ha voluto organizzare nei giorni 5 e 6 febbraio una Assemblea nazionale di oltre 300 studenti quale “momento di confronto largo e partecipato ”, saldando i due momenti della mobilitazione e della riflessione. Rivendicando, peraltro, la loro complementarietà: “L’assemblea si è poi spostata sotto al miur dove abbiamo dato un segnale fortissimo: conosciamo i responsabili ”.
E non è un caso se il motto Insorgiamo! viene utilizzato largamente nelle manifestazioni studentesche di piazza, in chiaro riferimento alla unità d'interessi e d'intenti con la classe operaia e con l'antifascismo.
Al carattere antigovernativo la piattaforma unisce una forte componente anticapitalistica, come chiarisce l'Assemblea di Roma: “Siamo una generazione senza prospettive e da anni ci mobilitiamo per un modello di scuola diverso, contro la crisi ambientale e per conquistarci il futuro che tutti i governi ci hanno negato: vogliamo essere sabbia negli ingranaggi di un sistema e di un modello di sviluppo fatto di sfruttamento, precarietà e negazione dei diritti.
Abbiamo deciso di opporci ad un sistema che ci sta stretto, che ci opprime e ci uccide e che è volto soltanto a garantire le logiche del profitto e non costruito sulla base delle nostre necessità e desideri ”; ed ancora: Avere il coraggio di provare ad abbattere le catene di un futuro di precarietà e ingiustizie in quanto studenti e futuri lavoratori, per noi, è un'obbligatorietà morale e siamo ben coscienti che chi oggi grida alla "buona alternanza" o alle "fabbriche sicure", ieri condivideva la linea politica del centrosinistra quando approvava la buona scuola. ”.
Benissimo, questo è un primo importante passo, ed è per questo che noi li invitiamo a pensare anche al mondo che vogliamo costruire e alla nuova società che per noi è il socialismo.
 
La necessità di costruire un grande fronte unito studentesco
Non esitando a scendere e a tornare ripetutamente in piazza, le studentesse e gli studenti in lotta hanno dimostrato di essere consapevoli che la lotta di massa e di piazza è la sola capace di infliggere duri colpi al sistema capitalista e al suo governo e di portarli alla vittoria: mentre accresce la coscienza politica di chi vi partecipa, allarga il fronte di lotta e lo rende ancor più forte.
In questi anni il movimento studentesco è stato fortemente condizionato e soffocato dall'azione delle organizzazioni di riferimento della “sinistra” di regime per evitare che esso esca dai confini del riformismo, del pacifismo imbelle, della non violenza e della democrazia borghese in camicia nera. Le posizioni antigovernative assunte dal movimento, a partire da quella di non trattare con le “forze dell'ordine” il 28 gennaio alla vigilia delle manifestazioni del 4 sul suo diritto di manifestare in corteo anche nelle zone “arancioni”, dimostrano che questa consapevolezza c'è e noi ci auguriamo sia ben radicata.
Adesso che la Lupa esiste organizzativamente e si è data la sua piattaforma, si coordina e agisce come tale, deve cementare l'unità con la classe operaia e il sindacalismo più avanzato, coi quali c'è unità di intenti, ma anche allargare il fronte di lotta affrontando correttamente, senza settarismo e senza opportunismo, la questione delle alleanze con le altre organizzazioni studentesche. Si tratta di evitare ogni isolamento autorefernziale e lavorare per l'unità, così da far valere, con una giusta politica delle alleanze, l'egemonia delle sua linea politica e della sua piattaforma programmatica.
Riteniamo un errore tattico, ma anche di principio, quello contenuto nel passaggio che segue, tratto anch'esso da un comunicato della Lupa: “Lo diciamo fin da subito: il nostro movimento non è disposto ad accettare nella piazza la presenza di tutti quei partiti e sindacati (come la CGIL o le sue organizzazioni giovanili) che sono stati sempre conniventi e corresponsabili delle decisioni prese dai governi sulla scuola negli ultimi anni e continua a difendere e legittimare l'Alternanza, chiedendo miglioramenti (...) ”.
Pur comprendendo le condivisibili ragioni e rabbia all'origine di una posizione del genere, crediamo che se La Lupa vuol dar le ali a un vittorioso movimento studentesco di massa deve unire tutte le realtà studentesche e sindacali, incluse la Rete degli Studenti Medi, l'UDS e i sindacati confederali che ci stanno, facendo una battaglia sulle idee e sui contenuti senza espellere nessuno a priori; in sostanza, per dirla in breve, deve “allargare senza annacquare” questo qualificato movimento studentesco di massa.
È indispensabile ovviamente che nel movimento prevalgano gli studenti di sinistra più coscienti, combattivi e informati, uniti nel contrastare la “destra” del movimento che inevitabilmente c'è, al fine di raggiungere l'obiettivo strategico di un unico grande movimento studentesco che faccia perno sulla democrazia diretta e sull'Assemblea generale di scuola, interscolastica, cittadina, ecc. Allo stesso tempo – ed è l'esperienza delle lotte studentesche ed operaie a suggerircelo – un movimento forte e vittorioso deve anche essere capace di mettere in condizioni di non nuocere chi propone artificiose separazioni, "azioni esemplari'' e velleitari settarismi.
L'assemblea nazionale del 4 e del 5 febbraio è stata coronata dal pieno successo politico ed organizzativo, e pertanto deve costituire un punto di partenza per un radicamento indispensabile del movimento in tutti gli istituti che vedono studenti e studentesse coinvolti. Non ci si può accontentare di una sola assemblea nazionale al mese che coinvolge qualche centinaio di studenti perché il movimento studentesco in generale, e quindi anche la Lupa in particolare, deve appartenere effettivamente agli studenti ogni giorno, e per far sì che ciò avvenga essa deve lavorare affinché in ogni scuola si istituisca l'Assemblea generale delle studentesse e degli studenti, fondata sulla democrazia diretta, che deve diventare il cuore del movimento stesso, l'organizzazione unitaria di tutti gli studenti della stessa scuola, il luogo dove avviene il dibattito e il confronto sulla linea e sulle rivendicazioni all'ordine del giorno. Ogni Assemblea dovrebbe eleggere con voto palese i propri delegati, che poi parteciperanno rappresentando tutti gli studenti della propria scuola alle assemblee di Coordinamento nazionale. Delegati, pronti a essere destituiti in qualsiasi momento qualora lo demeritino o andassero contro i deliberati dell'Assemblea. Questo articolato processo è fondamentale affinché il movimento diventi sempre più di massa, si radichi, si rafforzi, conquisti le sue rivendicazioni immediate e riesca davvero a diventare una spina nel fianco del governo e del capitalismo.
 
Alle ragazze ed ai ragazzi che vogliono cambiare il mondo
Nella piattaforma rivendicativa unitaria per la mobilitazione studentesca nazionale del 18 febbraio La Lupa esordisce giustamente così: “Contro questo governo e questo modello di scuola le studentesse e gli studenti di tutta Italia accendono la miccia del conflitto! Contro questo modello di scuola per conquistare il futuro!”
Ora, a nostro avviso, dovrebbe porsi la questione di quale futuro conquistare, una volta rifiutato il modello di società borghese e il sistema economico capitalistico. E fare un nuovo salto di qualità domandandosi quale alternativa contrapporre alla barbarie di questa società dove esistono le classi, le contraddizioni di classe, l'oppressione di classe, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le disuguaglianze economiche, territoriali e di sesso, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la povertà, l'emarginazione sociale degli anziani, degli handicappati, dei giovani a partire da quelli delle periferie urbane; una società a misura di capitale dove la scuola ha il ruolo di formare allievi al servizio della borghesia e dei profitti, abituati ad essere remissivi, sottopagati, sfruttati e precari.
Il segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, nel discorso pronunciato a nome del CC alla Commemorazione di Mao del settembre 2021 dal tema “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul revisionismo e sulla lotta di classe per il socialismo”, in un passaggio si è rivolto ai giovani con le parole che seguono: “Ci rivolgiamo alle ragazze e ai ragazzi di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, compresi quelli ecologisti e del clima, perché siano gli alfieri della lotta contro il governo Draghi e studino il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, a partire dal “Manifesto del Partito Comunista” di Marx ed Engels e “Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo” di Mao, per verificare se esso è la teoria giusta per conquistare il nuovo mondo a cui aspirano. ”.
Noi oggi rilanciamo questo invito poiché se essi vogliono andare fino in fondo nella guerra al capitalismo e al “vecchio mondo”, devono separarsi nettamente dal punto di vista ideologico, politico ed organizzativo dalla borghesia e dai suoi partiti, abbandonando e contrastando tutto ciò che la borghesia ci propone: il suo stile e modo di vita, l'individualismo, l'egoismo, il carrierismo, l'opportunismo, la frammentazione e la divisione, la prevaricazione, l'emergere a tutti i costi a discapito di altri, la rincorsa al successo ed ai soldi.
Secondo noi la strada da percorrere per aprire veramente una nuova era contrassegnata da una reale emancipazione dell'umanità, è quella che porta al socialismo e al potere politico del proletariato. Chi meglio di loro può avere il coraggio di andare controcorrente, di scalare le vette più alte, e di osare pensare, osare parlare, osare agire , come esortava Mao?
Auspichiamo che gli studenti e le studentesse in lotta riflettano bene e aprano una discussione su questa nostra proposta e possano un giorno contribuire da protagonisti a questa storica impresa. Nel frattempo si battano col coraggio, l'intelligenza e l'organizzazione collettiva propri della Lupa, per una scuola e una università pubbliche, gratuite e governate dagli studenti, per un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti, tasselli fondamentali per tradurre in pratica gli interessi e le necessità primarie dei giovani del nostro Paese.
Ai ragazzi ed alle ragazze della Lupa, a questa nuova generazione di anticapitaliste e di anticapitalisti diciamo che non devono aver timore di niente, e non devono pensare che le loro aspirazioni siano troppo grandi da raggiungere. Perché, come avvertiva Mao: “ non c'è nulla di impossibile al mondo per chi osa scalare le vette più alte ”.
 
Viva le studentesse e gli studenti in lotta!
Viva l'unità di lotta tra lavoratori e studenti!
Viva la Lupa!
 

16 febbraio 2022