Almaviva vuol lasciare l'Italia. A rischio 2500 posti di lavoro
In Cig 450 lavoratori tra Palermo e Rende

 
Da molti mesi ormai in Italia i lavoratori di Almaviva, colosso che gestisce tecnologia dell'informazione e servizi di esternalizzazione con 35.000 dipendenti in tutto il mondo, temono un graduale disimpegno dell'azienda sul territorio italiano, e lo fanno a ragion veduta.
Dopo che alla fine del 2016 furono licenziati 1.666 lavoratori dalla sede di Roma, dopo che lo scorso ottobre la gestione del call center di Almaviva per Alitalia è cessata senza peraltro passare alla nuova compagnia Ita, anche Tim e WindTre si sono rifiutate di rinnovare il contratto con l'azienda per i rispettivi call center, e 450 lavoratori di Almaviva impiegati a Palermo e a Rende (CS) si trovano in cassa integrazione dal 7 febbraio dopo una ulteriore perdita di commesse da parte dell'azienda.
Per questi 450 lavoratori il futuro si prospetta davvero nero, perché il 12 febbraio Almaviva ha diffuso una nota nella quale ha informato i sindacati che la trattativa con Tim per il rinnovo del contratto di call center non è stata proficua e che la commessa con l'azienda di telefonia cesserà a partire dal 28 febbraio a favore di un'impresa concorrente.
Il timore dei sindacati è che Almaviva intenda gradualmente dismettere, in Italia, il settore dei call center, un timore giustificato dall'annuncio, da parte dell'amministratore delegato Marco Tripi il 27 gennaio, della creazione di una nuova società del gruppo, la Re Active, “un nuovo profilo societario - ha chiarito il manager - che risponde alla scelta di forte focalizzazione sull’ambito finance, valorizzando competenze e assetto produttivo per cogliere le opportunità proposte da un mercato in profonda e rapida evoluzione”.
In una nota unitaria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno perciò denunciato “la oramai chiara intenzione di Almaviva Contact di dismettere le attività in Italia nel settore dei contact center”, un progetto che, secondo le organizzazioni sindacali metterebbe a rischio 2.500 posti di lavoro di altrettanti dipendenti “tra Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma e Milano, che operano – come sottolineato nel prosieguo della nota - su tutta una serie di attività scadute o in scadenza, i cui cambi di appalto stanno evidenziando problemi evidenti nell’applicazione delle clausole sociali”.
Al fine di scongiurare questo vero e proprio bagno di sangue occupazionale le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil insieme alle Rsu hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori Almaviva Contact, non escludendo ulteriori iniziative qualora non dovesse giungere, entro breve tempo, una convocazione da parte dei ministeri competenti.

16 febbraio 2022