Mentre grazie ai vaccini i profitti schizzano alle stelle
La multinazionale Pfizer a Catania getta per strada 210 lavoratori

Qualche lettore avrà pensato ad un errore, perché leggendo il nome dell'azienda che vuole licenziare la prima cosa che gli sarà venuta in mente sono i grandi profitti che questa ha realizzato nei due anni di pandemia da Covid. Invece stiamo parlando proprio della multinazionale americana Pfizer, una delle case farmaceutiche più importanti del mondo, con profitti astronomici. Pare incredibile ma a Catania, nel suo sito dove lavorano 700 persone, ben 210 sono considerate in esubero e saranno licenziate, trasferite o, nel caso degli interinali, non riassunti.
Questo avviene mentre l'azienda comunica straordinari risultati per il 2021, con 81,3 miliardi di dollari di ricavi, e prevede vendite da 98 a 102 miliardi per il 2022 e un utile per azione corretto da 6,35 a 6,55 dollari, azioni che sono aumentate di valore dell'80%. Il vaccino Pfizer-Biontech è quello più usato nel mondo contro il Covid, ed è proprio la sua diffusione e i miliardi di euro e dollari che sono finiti nelle sue casse a far volare fatturato, profitti e scalare posizioni nel gruppo delle Big Pharma. Anche lo stato italiano ha versato ingenti somme a Pfizer, visto che il suo vaccino è quello maggiormente utilizzato nel nostro Paese.
Appare quindi una vera e propria provocazione comunicare adesso il licenziamento di centinaia di persone. “È stato programmato un intervento di modernizzazione, con un ulteriore investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni", si legge nel comunicato della Pfizer "in previsione di questo investimento, Pfizer ha identificato alcuni adeguamenti necessari, dovuti anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile, che porteranno a una riduzione dell’organico". Insomma, si investe (poco) e si rinnova ma la conseguenza è quella di gettare per strada 210 lavoratori.
La Pfizer cerca di giustificarsi sostenendo che il Sicilia non si producono vaccini o prodotti innovativi, e questo viene confermato dai sindacati. “Purtroppo negli anni la Pfizer qui a Catania da colosso s’è ridotta a un semplice stabilimento che produce due antibiotici ‘vecchi’ – spiega Giuseppe D’Aquila della segreteria regionale della Cgil con delega all’industria - Prima è stato chiuso il centro di ricerca poi lo spin off della divisione animal health . La verità è che Pfizer ha un grosso debito col territorio”.
A parte il fatto che le scelte sbagliate devono ricadere sulla dirigenza aziendale, dobbiamo anche ricordare che in questo periodo di Covid, lo stabilimento di Catania ha svolto un ruolo importante nel sopperire ad altri impianti che erano totalmente impegnati nella ricerca e nella produzione del vaccino. Ad esempio della fabbrica siciliana si producono annualmente, oltre agli antibiotici, milioni di siringhe e flaconi. “Temiamo che con questa manovra Pfizer metta in pericolo l’intero polo farmaceutico di Catania - afferma la Cgil - Stiamo parlando di una multinazionale con un ruolo primario in un contesto planetario, per questo il sospetto è che in realtà gli americani vogliano cedere lo stabilimento, che invece dovrebbe essere potenziato per la sua posizione strategica nell’area del Mediterraneo”.
Insomma, la preoccupazione è quella di essere alla vigilia di un'ennesima delocalizzazione in una regione dove impera la disoccupazione, il precariato e il lavoro nero, e posti di lavoro con alta professionalità nel settore privato sono merce rara e le aziende ne approfittano. “Prima ci hanno succhiato il sangue, abbiamo lavorato in qualsiasi condizione, sfruttando la debolezza di un territorio depresso, in cui le possibilità di fare altro sono scarsissime, per arrivare a questo esito”. Una lavoratrice racconta al Fatto quotidiano per esempio di aver “lavorato molto spesso oltre l’orario, senza essere retribuita per lo straordinario”.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno proclamato il blocco dello straordinario, lo stato di agitazione e hanno indetto lo sciopero per il 4 marzo. Sindacati, consiglieri regionali e parlamentari nazionali siciliani hanno chiesto a gran voce il ritiro dei licenziamenti e l'intervento del Ministero dello sviluppo economico e del Governo nazionale. Cgil-Cisl-Uil chiedono anche l'intervento della Regione, presieduta dal fascista Musumeci, accusato di essere latitante sul fronte del lavoro. Regione Sicilia che è stata buona solo ad elargire finanziamenti e agevolazioni alle imprese senza nessuna assicurazione occupazionale in cambio.
Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec hanno espresso la loro preoccupazione perché “In ballo non c’è soltanto il destino di tanti lavoratori, ma tutto il tessuto economico e produttivo di un territorio. Non si può stare in silenzio. Tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, intervengano a difesa di questa realtà importante per la Sicilia". Una difesa che potrà avere successo se oltre ai tavoli istituzionali si svilupperà una forte lotta unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori Pfizer assieme alle realtà del territorio intenzionate a non cedere allo strapotere delle multinazionali e alla loro insaziabile sete di profitto.

16 febbraio 2022