Dopo l'occupazione dell'Istituto superiore Valentini-Majorana di Castrolibero iniziata il 3 febbraio
Oltre duemila studenti in piazza a Cosenza per dire “No agli abusi” e “No alla scuola dei padroni”
La protesta scattata per la mancata presa di posizione della dirigente scolastica verso un professore denunciato per molestie sessuali

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
“Se non c’è la sicurezza di non essere molestati e non subire abusi, dentro una scuola non si può mettere piede”. Dopo quasi tre settimane di occupazione e autogestione, il 18 febbraio gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore Valentini-Majorana di Castrolibero (Cosenza), sono scesi in piazza per manifestare sui presunti abusi sessuali perpetrati da un docente nei confronti di tre giovani studentesse, nell'ambito della giornata di lotta che ha visto manifestare gli studenti in decine di città contro l'alternanza scuola-lavoro e l'esame di maturità.
Le ragazze coinvolte in questa triste vicenda hanno inoltre denunciato il comportamento vergognoso della preside-manager Iolanda Maletta che nel tentativo di “mettere tutto a tacere” avrebbe cercato di coprire il sessantenne professore di matematica e fisica, Angelo Bastoni - iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Cosenza - screditandole e minimizzando l’accaduto, limitandosi solo a spostare l’insegnante di plesso. “La preside non ha creduto alle parole di una ragazza che è andata da lei per dirle che è stata abusata - ha spiegato un’ex allieva - rideva in faccia alle studentesse che si rivolgevano a lei per chiederle aiuto, oppure rispondeva loro ‘ve la siete cercata'”.
In base a quanto emerso dalle numerose testimonianze, le molestie sessuali “sapientemente nascoste” sarebbero andate avanti per anni anche in altri istituti e potrebbero coinvolgere altri docenti. Per dare la sufficienza nella sua materia, Bastoni chiedeva in cambio palpeggiamenti, foto del seno o incontri da “una botta”. Un comportamento talmente esplicito e inequivocabile che influenzava negativamente taluni allievi maschi che a loro volta si sentivano legittimati a comportarsi allo stesso modo.
I professori dell’Istituto Valentini-Majorana si sono schierati immediatamente dalla parte degli studenti sostenendo la giusta protesta e indirizzando loro una lettera dove si legge: “Vi giudichiamo con un voto ma non vi conosciamo. Ciò che è successo ci ha posto di fronte ad una dura realtà e siete stati voi a sbattercela in faccia”.
Il combattivo corteo del 18 febbraio, oltre duemila tra studenti, insegnanti e genitori e che ha visto la presenza di rappresentanti sindacali della Cgil e dell’Usb, ha attraversato le vie principali della città dei Bruzi. Una manifestazione senza precedenti, perché ha voluto dire No, non solo agli abusi sessuali e alle discriminazioni ma anche all’alternanza scuola-lavoro, alla repressione, alla scuola dei padroni mettendo di fatto in discussione l’intero sistema scolastico basato sull’aziendalizzazione e sul profitto.
Noi marxisti-leninisti siamo fermamente convinti che se davvero si vuole aspirare a una nuova società e a un futuro migliore queste lotte studentesche, seppur utili per rivendicare la scuola pubblica e gratuita devono convergere contro il nemico comune, che sono il capitalismo e il governo del banchiere massone Mario Draghi che attualmente ne cura gli interessi. Solo il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato potranno cancellare le disuguaglianze economiche e sociali, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, liberando definitivamente i giovani dall’istruzione borghese, dal sessismo, dall’egoismo, dall’individualismo, dall’edonismo, dalla subalternità e dal precariato.

23 febbraio 2022