Riunione straordinaria convocata da Mattarella
Il Consiglio Supremo di Difesa mette l'esercito a disposizione dell'interventismo imperialista atlantico
Inviando armi all'Ucraina il governo e il parlamento neri gettano l'Italia nel conflitto e calpestano platealmente l'art. 11 della Costituzione
4 mila soldati dei reparti speciali, armamenti e mezzi pronti per la guerra

 
Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto il Consiglio supremo di difesa nelle alte stanze del Quirinale.
Una convocazione straordinaria, alla quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi, i Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Di Maio, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Difesa Guerini, dell’Economia e delle Finanze Franco e dello Sviluppo Economico Giorgetti, oltre al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Garofoli ed al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Zampetti.
In questa occasione Mattarella ha anche annunciato la nomina di Francesco Saverio Garofani a consigliere per gli affari del Consiglio Supremo, il quale prende il posto del generale Rolando Mosca Moschini. Ex parlamentare PD ed ex presidente della commissione Difesa, già consigliere dal 2018 del capo dello Stato per le questioni istituzionali, e suo grande amico fin dai tempi della comune militanza nella Democrazia cristiana dove, nel 1995, fu proprio l’attuale presidente della Repubblica a nominarlo direttore del quotidiano “il Popolo”.
 
Mattarella e Draghi abbracciano l'imperialismo atlantico
Nel comunicato stampa che ha concluso il summit, il Consiglio ha espresso “la più ferma condanna per l’ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, che rappresenta una grave e inaccettabile violazione del diritto internazionale e una concreta minaccia alla sicurezza e alla stabilità globali ”, chiedendo l'immediato ritiro delle forze russe al di fuori dei confini ucraini riconosciuti a livello internazionale.
Il Consiglio Supremo ha ribadito “il pieno sostegno all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina, Paese europeo amico e democrazia colpita nella sua sovranità ”, intendendo con ciò l'indipendenza dell'Ucraina rispetto alla Russia di Putin che l'ha invasa in armi, ma si è guardato bene dal rivendicare un'analoga indipendenza nei confronti del blocco imperialista composto da Usa, Ue e Nato. Anzi si è schierato “convintamente” , armi e bagagli, con l'altro, quello occidentale. E in tal modo finisce per contrapporre un imperialismo all'altro, non certo per sostenere un'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale.
Nell’affrontare la crisi in atto – si legge nel penultimo paragrafo del comunicato stampa - l’Italia manterrà uno stretto raccordo con i propri partner in tutti i principali consessi internazionali. Insieme con i paesi membri dell’UE e gli alleati della NATO è indispensabile rispondere con unità, tempestività e determinazione. L’imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede l’Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all’Unione Europea.
Forte dell'unanime sostegno del parlamento, compresa l'opposizione che ha “scritto al premier Draghi, per garantire la massima collaborazione di Fratelli d’Italia in questo momento difficile”, il Consiglio Supremo di Difesa ha riaffermato e accentuato l'appoggio incondizionato e a tutto tondo dell'Italia al blocco imperialista di Usa, Nato e UE. Invece di schierarla conseguentemente contro la guerra imperialista scegliendo di farla uscire dalla Nato e dalla Ue e di rompere le relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con la Russia.
Mantenendo “uno stretto raccordo con i propri partner” della Nato e della Ue riserva all'Italia un futuro di guerra e di ingerenze imperialiste e chiude ogni prospettiva di pace per il nostro popolo
 
Oltre 4mila soldati italiani a disposizione della NATO
Gli esiti del Consiglio Supremo di difesa infatti non hanno solo benedetto l'espansionismo Nato e Ue ad Est da un punto di vista politico, ma anche da quello prettamente militare; lo conferma la presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che è il responsabile della pianificazione, della predisposizione e dell'impiego delle forze armate e delle forze speciali (inclusi i servizi segreti), del controllo e dell'impiego della polizia militare che ha condiviso questa linea.
Ma se già prima del summit il ministro Guerini aveva annunciato la partecipazione dell’Italia alle “misure di rafforzamento della deterrenza” chieste dalla Nato, incluse le cosiddette “forze in prontezza” che in sostanza sono contingenti militari di uomini e mezzi offrendo la disponibilità di altri 1.500 uomini oltre ai 300 già a disposizione, durante una informativa urgente alla Camera sulla crisi in Ucraina, Mario Draghi ha rilanciato la posta dichiarando che “Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente in Lettonia -, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili ”.
Ma non è finita qui; se ciò non fosse sufficiente per capire quanto è grave il coinvolgimento dell'Italia in un eventuale intervento militare trainato dall'imperialismo occidentale, basta pensare che alle numerose basi NATO presenti in Italia: dei circa 74 mila soldati USA di stanza in Europa, ben 12 mila (un sesto) sono ospitati in Italia e partiranno da qui.
L'nterventismo militare italiano ha subito un'ulteriore escalation col successivo decreto di Draghi che decideva di consegnare al governo ucraino missili Stinger antiaerei, missili Spike controcarro, mitragliatrici Browning e Mg e relative munizioni. Una decisione gravissima assunta dal governo giustificato da “straordinaria necessità e urgenza” che peraltro deroga alla legge 185 del 1990 sull’esportazione di armi a un paese in guerra e calpesta platealmente l'art. 11 della Costituzione: così getta direttamente l'Italia nel conflitto. E forte del voto unanime del Consiglio dei ministri il guerrafondaio Draghi conta su un altrettanto unanime voto del parlamento nero, compreso quello dei neofascisti di FdI, alla risoluzione che decide l'invio di “sistemi d’arma e altri equipaggiamenti militari” all'Ucraina.
 
L'Italia coinvolta nella guerra
Bisogna essere consapevoli che, dando un appoggio incondizionato a UE e NATO, il Consiglio Supremo di Difesa italiano coinvolge direttamente il Paese in un intervento armato, e ciò in conseguenza dell’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico che stabilisce che “un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti ”; mentre l'articolo 4 recita: “Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata ”.
A questo articolo infatti fanno riferimento quegli Stati, come appunto Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, che si sentono in pericolo davanti alla strategia imperialista di Putin. E se la NATO decidesse di intervenire militarmente in Ucraina non in quanto Paese membro dell’Alleanza, ma perché segnale di un pericolo allargato ad altri Paesi NATO, l'Italia di Draghi e Mattarella sarebbe obbligata a parteciparvi.
Al contrario chi vuole veramente un'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale, non può solo battersi per l'mmediata cessazione dell'aggressione militare russa ma anche pretendere che cessi ogni tipo di ingerenza della NATO, USA e UE in quel paese. Ogni risoluzione delle questioni relative alle minoranze e ai territori contesi deve riguardare unicamente il popolo ucraino, al quale va tutta la nostra solidarietà.
I popoli sono per natura antimperialisti poiché l'imperialismo non porta loro solo guerra, morte, miserie e sofferenze. Se l'Italia in qualsiasi forma entrasse in guerra, chiamiamo il nostro popolo a unirsi come un sol uomo e a insorgere.

2 marzo 2022