Stalin sulle donne lavoratrici

«Nessun grandioso movimento di oppressi, nella storia dell’umanità - diceva Stalin - poté fare a meno della partecipazione delle donne lavoratrici. Le donne lavoratrici, le più oppresse fra tutti gli oppressi, non sono mai rimaste e non potevano rimanere lontane dalla via maestra del movimento di emancipazione. Il movimento di emancipazione degli schiavi fece uscire dal suo seno, come è noto, centinaia e migliaia di grandi martiri ed eroine. Nelle file dei combattenti per l’emancipazione dei servi della gleba si trovavano decine di migliaia di donne lavoratrici. Non c’è da meravigliarsi che il movimento rivoluzionario della classe operaia, il più potente di tutti i movimenti di emancipazione delle masse oppresse, abbia attratto sotto le sue bandiere milioni di donne lavoratrici » («Pravda», N. 56, 8 marzo 1925).
«Le donne lavoratrici - dice più oltre Stalin - operaie e contadine costituiscono una grandissima riserva della classe operaia. Questa riserva rappresenta una buona metà della popolazione. La sorte del movimento proletario, la vittoria o la sconfitta della rivoluzione proletaria, la vittoria o la sconfitta del potere proletario dipenderanno dall’atteggiamento favorevole o sfavorevole che la riserva femminile prenderà verso la classe operaia. Perciò il primo compito del proletariato e del suo reparto d’avanguardia, il partito comunista, consiste nel condurre una lotta risoluta per emancipare le donne, le operaie e le contadine dall’influenza della borghesia; per l’educazione politica, per l’organizzazione delle operaie e delle contadine sotto la bandiera del proletariato » («Pravda», N. 56, 8 marzo 1925).
«Ma le donne lavoratrici, - continua Stalin - non sono solo una riserva. Esse possono e devono diventare - se la politica della classe operaia sarà giusta - un vero esercito della classe operaia, operante contro la borghesia. Forgiare dalla riserva di lavoro femminile un esercito di operaie e di contadine operante fianco a fianco con la grande armata del proletariato - in ciò consiste il secondo e decisivo compito della classe operaia » (Ibidem).

2 marzo 2022