Da Milano a Catania e Cagliari
Piazze piene contro la guerra all'Ucraina
Tantissimi ragazze e ragazzi. Un cartello a Roma "Studenti contro la guerra e ogni imperialismo". Il PMLI presente a Milano, Biella, Firenze, Pontassieve, Prato, Civitavecchia e Catania
Il PMLI sostiene e propaganda la linea antimperialista “Né con la Russia né con la Nato”

In risposta all'aggressione imperialista della Russia del nuovo zar Putin all'Ucrania, a partire dal 25 febbraio centinaia di migliaia di antimperilisti, operai, studenti, pensionati, ucraini che lavorano e vivono in Italia, sindacati, partiti, collettivi, pacifisti, antirazzisti, ambientalisti, centri sociali e associazioni di diverso orientamento ideologico, politico e organizzativo con alla testa l'Anpi, l'Arci e gli scout, sono scesi in piazza in centinaia di città e piccoli centri dal Nord a Sud dell'Italia per manifestare contro la guerra e esprimere solidarietà al popolo ucraino.
Invece di schierarsi contro ogni imperialismo sia esso russo, Usa/Nato o Ue e isolare l'aggressore Putin, c'è da dire che in qualche città si sono verificati anche dei momenti di tensione fra gli organizzatori delle varie manifestazioni (in particolare fra Prc, Pci, PC e associazioni pacifiste, da una parte, e i rappresentanti delle comunità ucraine che hanno aderito spontaneamente alle manifestazioni). In alcuni presidi, come ad esempio, Trieste, Prato e Pisa, ai manifestanti ucraini è stato impedito di parlare, mentre in altre manifestazioni gli organizzatori hanno impedito ai militanti di partito di scendere in piazza con le proprie bandiere e i propri simboli dando spazio solo a interventi apertamente filo Putin. Insomma è emersa la divisione tra gli autentici e conseguenti antimperialisti che hanno il coraggio di denunciare e combattere l'aggressione della Russia all'Ucraina e nel contempo il blocco imperialista atlantista che ha pesanti responsabilità nell'esplosione del conflitto e quei manifestanti, sovente mobilitati dai partiti parlamentari oppure al contrario appartenti ad alcuni partiti che si richiamano al comunismo, che si limitano a combattere solo uno dei due blocchi e finiscono per coprire e appoggiare l'altro.
A Milano , dopo il partecipato presidio di giovedì sera davanti a Palazzo Marino, il 26 febbraio oltre trentamila manifestanti hanno dato vita a un lungo e combattivo corteo da Largo Cairoli a Piazza Duomo esponendo cartelli e striscioni e scandendo slogan per affermare che "l'Italia ripudia la guerra". Il corteo, tra i più partecipati degli ultimi anni, è stato promosso da diverse realtà associative, centri sociali, Arci, sindacati non confederali, Fridays for Future, sezioni Anpi e dai collettivi studenteschi che in queste settimane stanno occupando le scuole milanesi.
Presenti anche molti simpatizzanti del Pd, che però non ha aderito ufficialmente alla manifestazione.
Ad aprire il corteo un lunghissimo striscione fatto di tante bandiere della pace cucite insieme e poi la scritta su un altro striscione: “Milano contro la guerra”. Al centro del corteo un altro significativo striscione sorretto da alcuni giovani e giovanissime studentesse con su scritto: “Né con la Nato né con la Russia”.
In entrambe le occasioni insieme alla Milano antimperialista e pacifista è scesa in piazza anche una delegazione della Cellula “Mao” di Milano del PMLI che ha diffuso tra i manifestanti centinaia di volantini con il comunicato dell’Ufficio stampa del Partito “Isolare l'aggressore russo” ed ha tenuto ben alto un rosso cartello che esponeva i manifesti “Contro ogni imperialismo. USA, NATO e Russia giù le mani dall’Ucraina. Se l’Italia entrasse in guerra insorgiamo!” il manifesto “Fuori Russia, USA e NATO dall’Ucraina. Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale. L’Italia esca dalla NATO e dalla UE e rompa le relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con la Russia”; superfotografati dai manifestanti e dai fotoreporter.(Vedi articolo a parte).
A Biella Sabato 26 febbraio, nella centralissima piazza Eugenio Curiel, diverse centinaia di biellesi hanno alla manifestazione organizzata da associazioni attive in ambito sociale, del volontariato e delle azioni umanitarie, oltre ai sindacati confederali, ARCI e ANPI, ha visto la presenza di molti striscioni e tantissime bandiere della pace oltre ad alcune bandiere dell’Ucraina portate con orgoglio dalla numerosa comunità ucraina biellese.
Al presidio hanno preso parte anche alcune compagne e compagni dell’Organizzazione biellese del PMLI che hanno diffuso il volantino con il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI con la parola d'ordine “Isolare l'aggressore russo” accolto con favore dai manifestanti e, in molti casi, da essi richiesto espressamente. (Vedi articolo a parte).
A Bologna , dietro un grande striscione con su scritto: “No alla guerra. Né con Putin, né con la Nato” il 25 febbraio sono scesi sul “crescentone” di Bologna, in Piazza Maggiore, più di 5mila persone. Al loro fianco anche i sindaci di quaranta Comuni, delle associazioni e dei sindacati.La “fiaccolata per la pace” è stata organizzata dall’Associazione “Il Portico della Pace”. Sotto il cielo del capoluogo emiliano romagnolo hanno parlato, tra gli altri, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, la vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schelein, il cardinale Zuppi ed esponenti della comunità ucraina a Bologna.
Alla manifestazione ha preso parte anche la direttrice ucraina del Teatro comunale di Bologna, Oksana Lyniv.
Per l’occasione si è anche esibito il cantante Gianni Morandi con la storica canzone la guerra in Vietnam “C’era un ragazzo”.
A Firenze oltre 500 manifestanti si sono radunati sul Ponte Santa Trinita il 26 febbraio per prendere parte al presidio promosso dal Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra nell'ambito della giornata di mobilitazione nazionale organizzata da Peacelink.it che ha riportato in piazza lo storico striscione "Firenze città aperta ripudia la guerra” realizzato per il Social forum 2002 che aprì la grandiosa marcia di un milione di manifestanti contro l’aggressione imperialista all’Iraq.
Il 27 febbraio in oltre 5 mila hanno gremito Piazza della Signoria per partecipare alla manifestazione regionale, a cui hanno aderito Cgil, Cisl e Uil nazionali, per chiedere la pace in Ucraina. C’erano rappresentanti delle istituzioni locali, dei sindacati, di associazioni e movimenti.
Sul Ponte Santa Trinita presente anche una delegazione di compagne e compagni del PMLI. Una presenza molto apprezzata dai manifestanti superfotografata dai reporter e registrata anche dai media fra cui il Tg regionale Rai.
I compagni hanno diffuso il comunicato dell'Ufficio stampa: “Isolare l'aggressore russo” e rilanciato le parole d'ordine del Partito: “Fuori Russia Usa e Nato dall'Ucraina”, ben in vista sul cartello e sui “corpetti”. (Vedi articolo a parte).
A Pontassieve (FI) il 27 febbraio oltre duemila manifestanti hanno dato vita a un colorato corteo sfilato dalle “montagnole” fino a Piazza Vittorio Emanuele II. All'iniziativa ha partecipato anche una delegazione del PMLI composta dai compagni e dalle compagne della Valdisieve e del Mugello che hanno diffuso alcune centinaia di volantini e esposto il cartello con il manifesto del Partito e le parole d'ordine. (Vedi articolo a parte).
A Prato nel pomeriggio del 26 febbraio oltre 500 manifestanti hanno gremito Piazza del Comune a Prato per protestare contro l'aggressione imperialista del nuovo zar Putin all'Ucraina.
Il presidio è stato promosso dal Comitato 25 aprile, Libera e Anpi Prato, ma con un fuorviante appello dal titolo: "Prato si mobilita per la pace... No alla guerra al riarmo alla militarizzazione" sottoscritto da una valanga di associazioni, sindacati e partiti revisionisti e riformisti.
In piazza anche il compagno Franco Panzarella a cui gli organizzatori hanno “consigliato” di non esporre il cartello con la parola d'ordine “Fuori Russia, Usa e Nato dall'Ucraina, Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale. L'Italia esca da Nato e Ue e rompa le relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con la Russia”. Il compagno comunque è riuscito a diffondere e a far circolare in piazza alcune decine di copie del volantino con il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI con la parola d'ordine “Isolare l'aggressore russo”. (Vedi articolo a parte)
Martedì 1 marzo presidio a Civitavecchia , a cui ha partecipato e intervenuto il PMLI (Vedi articolo a parte).
A Napoli già nel pomeriggio di giovedì 24 febbraio migliaia di antimperialisti napoletani si sono riversati per le strade del centro invadendo via Toledo con un grandissimo striscione arcobaleno in una manifestazione quasi spontanea che ha visto il corteo dirigersi verso la prefettura in piazza del Plebiscito, tra gli applausi dei passanti e grida di sostegno. Mentre Sabato 26, nonostante una poggia battente migliaia di manifestanti sono tornati in piazza insieme a sindacati e associazioni in Largo Berlinguer sono stati esposti alcuni striscioni e lanciato slogan: “in difesa del diritto internazionale e dell'Ucraina libera e indipendente”. (Vedi articolo a parte).
A Catania nel capoluogo etneo centinaia di manifestanti hanno aderito all'appello lanciato dalla “Rete Restiamo Umani Incontriamoci” e preso parte al presidio di protesta in Piazza Federico II di Svevia.
Alla mobilitazione hanno aderito anche le sigle sindacati catanesi, Emergency e molta parte dell'associazionismo etneo. Presente anche il PMLI (Vedi articolo a parte).
A Torino tante le persone presenti alla manifestazione, promossa dal Coordinamento A.G.i.Te. contro l'atomica, tutte le guerre e i terrorismi, a cui partecipa un centinaio di sigle, tra cui i sindacati e i rappresentanti di tutte le professioni religiose. Essere in piazza è fondamentale, per nulla banale", si legge su un volantino distribuito da “Se non ora quando” una tra le tante associazioni presenti in piazza.
Alla manifestazione hanno preso parte anche gli studenti di Cambiarerotta schierati dietro lo striscione: “Fuori la guerra dall’università”.
A Trieste si è svolta una manifestazione-presidio in Largo Barriera Vecchia a cui hanno aderito numerose sigle e movimenti pacifisti tra cui il Comitato per la pace Danilo Dolci, Adesso Trieste, il Pd, Rc, Salaam-Ragazzi dell'Olivo e organizzazioni sindacali.
Molti manifestanti con bandiere, nastrini gialloblu ai polsi, cartelli e striscioni hanno dato vita a cori inneggianti alla pace e urlato slogan: “Stop Putin” e “No alla guerra”.
In Friuli Venezia Giulia manifestazioni si sono svolte anche a Gorizia al Parco della Rimembranza organizzata da "Ucraina-Friuli" e a Udine dove oltre 500 persone si sono radunate davanti al palazzo della prefettura in via Piave organizzato da Anpi provinciale, Arcigay Friuli, circoli Arci e varie altre associazioni cittadine.
A Roma a 48 ore dalla fiaccolata dal Campidoglio al Colosseo che è stato illuminato con il blu del cielo e il giallo del grano, i colori della bandiera ucraina, e dei presidi convocati il 24 febbraio dall’Associazione cristiana degli ucraini davanti alla Biblioteca nazionale e dal Pd sotto sotto le finestre dell’ambasciata russa, al grido di "Pace!" e "Stop war!"; il 26 febbraio altre decine di migliaia di manifestanti sono scesi di nuovo in piazza a Roma dando vita a un grande e combattivo presidio in Piazza Santi Apostoli convocato dalla Rete italiana pace e disarmo, Cgil, Cisl, Uil, Emergency, Arci, Oxfam, Collettivi e Organizzazioni studentesche e decine di altre realtà sociali.
La partecipazione è stata altissima con tantissimi giovani, anziani, intere famiglie con bambini ed è andata oltre ogni rosea previsione tanto che ad un certo punto una parte dei manifestanti è sconfinata nella vicina Piazza Venezia.
“Avremmo dovuto scegliere una location più grande”, ammettono gli organizzatori.
Molti i giovanissimi e gli studenti, forse alla loro prima manifestazione, che hanno raggiunto il presidio in corteo con alla testa l'Unione degli studenti, la Rete degli studenti medi, il Collettivo La Lupa e Link Coordinamento Universitario che sono sfilati tra vie della Capitale dietro enormi striscioni con su scritto: “No guerra, studenti per la pace e il disarmo”, “Vostre le guerre, nostri i morti fuori dalla Nato”.
Sul profilo instagram l’Unione degli Studenti precisa che: “Sappiamo da che parte stare: contro la guerra e contro ogni imperialismo, senza se e senza ma - hanno ripetuto nei loro interventi - Rispediamo al mittente le dichiarazioni di leader politici nostrani che insistono sulla necessità di un intervento militare Nato e sull'invio di armamenti: non è con aiuti militari che si garantisce la risoluzione pacifica dei conflitti". Mentre la Rete degli studenti medi fa sapere che “Pensare di Risolvere le questioni aperte con la forza e il militarismo è miope e ci riporta ad altri tempi che non vorremmo mai rivivere. Gli studenti hanno chiaro che in un mondo del futuro non c’è spazio per la guerra. Vogliamo pace e disarmo, stop a vendita di armi e smilitarizzazione dell’Europa”.
In piazza anche le bandiere della pace mescolate a quelle dell'Ucraina con su scritto “Salvateci”.
Un lungo e caloroso applauso ha scandito la fine del minuto di silenzio per le vittime del conflitto.
A Reggio Calabria un forte No alla guerra in Ucraina è arrivato anche dalla Calabria. In piazza Italia a Reggio, circa 500 persone, in rappresentanza delle sigle sindacali unitarie, Cgil, Cisl e Uil, del sindacato Sul, di Auser e Libera, assieme a rappresentanti di partiti, movimenti e associazioni, hanno manifestato contro “un conflitto spietato, inaccettabile sotto qualsiasi profilo geopolitico, e motivato solo dalla volontà della Russia di allargare il suo campo di influenza verso Ovest, verso l'Europa". Presente anche una nutrita rappresentanza della comunità ucraina, in maggioranza donne, impegnate in città nell'assistenza agli anziani, con le bandiere nazionali blu e gialle dell'Ucraina che chiedono un aiuto concreto, e soprattutto che il loro paese non sia abbandonato al suo destino.
A Terni e Perugia due manifestazioni sono state organizzate per lunedì 28 febbraio dai sindacati Cgil, Cisl e Uil insieme a numerose associazioni fra cui Rete 10 dicembre e oltre. A Perugia l'appuntamento è fissato per lunedì alle 17.30 in Piazza Italia, mentre a Terni ci sarà una fiaccolata a partire dalle ore 21.
Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza anche nei centri storici di Potenza e Matera .
Nel capoluogo lucano, in piazza Mario Pagano, presenti anche i segretari regionali di Cgil e Uil, insieme al presidente della Provincia, Rocco Guarino, alla presidente della Commissione regionale pari opportunità e a diversi sindaci con la fascia tricolore.
Nel centro storico di Potenza si sono ritrovati anche gli Studenti medi, e le delegazioni di altre associazioni, tra le quali anche l'Arcigay e gli scout.
Tra gli interventi la commossa testimonianza di una studentessa di Tramutola la cui madre ha origini russo-ucraine che ha descritto la difficile condizione dei suoi parenti che vivono in Ucraina.
A Matera l'appuntamento è stato fissato in piazza Vittorio Veneto, dove vi sono stati gli interventi di rappresentanti sindacali, fra cui il segretario regionale dellaCisl, i rappresentanti degli studenti medi e dell'arcivescovo, monsignor Giuseppe Antonio Caiazzo, che ha citato il messaggio per la pace di Papa Francesco.
"No war" (No alla guerra) è il grido che si è alzato forte sotto la prefettura di Taranto dove si sono radunate alcune centinaia di persone, sventolando bandiere della pace e dell'Europa, in adesione al presidio organizzato dal Comitato per la Pace di Taranto "per ribadire che la Pace è la sola via da percorrere per superare la crisi in Ucraina e risolvere il conflitto". Alla manifestazione hanno aderito anche una quarantina di associazioni, movimenti, partiti politici e organizzazioni sindacali e una folta rappresentanza di studenti medi e universitari.
A Bari dal palco allestito in Piazza Libertà di fronte a centinaia di manifestanti ha preso la parola fra gli altri, Andrii Aleksandruk, rappresentante della comunità ucraina nel capoluogo pugliese, per lanciare un appello "ai fratelli russi perché si ribellino alla guerra".
Aleksandruk si è rivolto anche "alle mamme russe: parlate con i figli figli al fronte, ditegli di tornare a casa, di abbandonare i fucili. Fermate la guerra". "Siamo tutti ucraini" ha aggiunto il vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio. "Ho visto piangere un gruppo di donne ucraine - ha commentato il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini - tanti giovani. Solo una grande sollevazione popolare mondiale può fermare la follia della guerra in Europa".
Domenica 27 febbraio su invito del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida centinaia di manifestanti si sono radunati nel pomeriggio sotto la sede della Prefettura e davanti al monumento ai caduti a Trapani .
A Cagliari oltre 2.500 manifestanti hanno aderito all'appello del Coordinamento provinciale “Costruiamo la pace”. Il lungo e cambattivo corteo ha attraversato via Garibaldi, piazza Costituzione e via Manno, per terminare tra largo Carlo Felice e piazza Yenne. Tra gli striscioni, “La guerra parte da qui, fermiamola", con un chiaro riferimento alle basi militari Nato presenti nell'isola.
A Genova il 25 febbraio si è svolta una manifestazione con corteo organizzato dalla Fiom Cgil per le vie cittadine. Centinaia di lavoratori portuali sono sfilati in corteo dietro un grande striscione rosso con su scritto: "Contro la guerra di tutti gli imperialismi, unità di tutti i lavoratori". Al corteo partito da piazza Massena si sono uniti i lavoratori provenienti dalle principali fabbriche genovesi (come ex Ilva, Ansaldo Energia, Fincantieri) e tutti insieme hanno sfilato per le vie di Sampierdarena e Cornigliano, in concomitanza con due ore di sciopero: "Contro la guerra del capitale, sciopero nazionale", lo slogan più gridato.
Mentre in piazza de Ferrari oltre 500 persone hanno risposto all’appello di Pd, M5s, Si e Arci.
A Savona invece è stato indetto uno sciopero di due ore per due giorni tra il 25 e il 26 febbraio in tutte le fabbriche metalmeccaniche e tra i portuali. Alla protesta hanno aderito anche i portuali di Genova che hanno incrociato le braccia per un'ora alla fine di ogni turno.
Migliaia di manifestanti si sono radunati anche in Piazza Bra a Verona per un presidio di protesta convocato dalla Rete italiana Pace e Disarmo. Alla manifestazione ha partecipato anche la Rete degli Studenti Medi di Verona, alcune sezioni provinciali dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, i sindacati e varie organizzazioni e associazioni della società civile tra cui le donne dell’associazione Malve d’Ucraina.
A Belluno oltre trecento persone si sono ritrovate al parco “Città di Bologna”. Alla manifestazione, organizzata dai sindacati, sono intervenuti al microfono amministratori, sindacalisti, esponenti di associazioni ma anche i giovani della Rete degli studenti medi. Tra gli interventi anche le drammatiche testimonianze delle rappresentanti della comunità ucraina in città che hanno raccontato la pericolosa situazione che si trovano ad affrontare i loro famigliari, parenti e amici rimasti in Ucraina. Alla fine della manifestazione le donne ucraine hanno anche intonato l’inno del loro paese, accompagnate da un altro caloroso applauso.
A Mestre in piazzale Donatori di sangue c’erano quasi 2 mila persone e hanno aderito una sessantina di enti e associazioni. In prima fila tanti ucraini, per lo più operai e badanti, che vivono in tutta la provincia che a un certo punto hanno intonato il loro inno nazionale. Dal palco ha parlato un medico ucraino: “I miei parenti e amici sono lì a soffrire e mi raccontano che vedono le bombe che cadono, i militari che avanzano e i bambini che piangono - ha raccontato - È un disastro e mi rivolgo a tutto il mondo: parlate con i governi e con i vostri partner russi, fermiamo con tutti gli sforzi questa guerra ingiusta”. In piazza anche tante bandiere gialloblu dell'Ucraina, quelle dei sindacati e quella multicolore della pace.
A Padova circa un migliaio di manifestanti si sono radunati in piazza Capitaniato. Alla manifestazione organizzata da Udu e Rete degli Studenti Medi ha partecipato tutto l’associazionismo civile, dall’Anpi alla Rete per la Pace e il disarmo, ai Beati costruttori di Pace, con Libera e Mediterranea, il Partito democratico e Sinistra Italiana. Dal palco le ragazze e i ragazzi delle associazioni studentesche hanno condannato l’aggressione di Putin e richiamato l’Unione Europea e le Nazioni Unite a far prevalere il dialogo e la diplomazia.
A Montegrotto (Padova) su iniziativa dell’associazione Itaca Officina Culturale con il supporto della Consulta delle Associazioni è stato organizzato in Piazza Roma (antistante il palazzo comunale) un presidio di protesta. Durante la manifestazione è stato esposto un manifesto in cui campeggia la scritta “NO ALLA GUERRA” con i colori dell’arcobaleno sorretta dai soci dell’associazione Itaca che hanno indossato le t shirt con i colori della bandiera Ucraina. Al presidio hanno aderito la totalità delle associazioni che hanno dato vita all’attuale Consulta delle Associazioni.
A Vicenza in piazza Matteotti, a pochi metri dal Teatro Olimpico, e davanti al palladiano Palazzo Chiericati si sono ritrovati in quasi duemila: molte le bandiere e i cartelli fatti alla bell’e meglio inneggianti alla fine delle ostilità e la condanna del presidente russo Vladimir Putin. Numerosi gli ucraini, donne e uomini di tutte le età, molti dei quali riportano, spesso con le lacrime agli occhi, i racconti di parenti e amici rimasti in patria.
L’inno nazionale ucraino ha aperto e chiuso la manifestazione. A cantarlo, tra le bandiere gialloblu tante famiglie della comunità ucraina residente nel capoluogo berico e nell’hinterland.
Altri presidi, cortei e manifestazioni si svolte in Piazza Prampolini, Reggio Emilia , organizzato da Casa Bettola CCA, Lab AQ16, Città Migrante; Piazza San Secondo, Asti , organizzato da Rete Welcoming Asti; Piazza Paolo VI, Brescia , organizzato da Associazioni nonviolente bresciane; Piazza Gavinana (Globo), Pistoia , organizzato da Enti, associazioni e cittadini per la Pace; Piazza Santa Maria Maggiore, Trento , organizzato da sigle, associazioni e sindacati; Piazza Matteotti, Città di Castello , organizzato da Sezioni ANPI Città di Castello – San Giustino – Cisterna; Piazza Sant’Oronzo, Lecce , organizzato da Peacelink nodo di Lecce; Giardini Orosei, Marsciano , organizzato da ANPI Marsciano; Giardini Piazza Roma, Cremona , organizzato da Tavola della Pace Cremona; Piazza del Mercato sotto la Rocca, Umbertide , organizzato da ANPI Umbertide; Piazzale Donatori di Sangue, Venezia-Mestre , organizzato da InMARCIA Per la Pace; Via fratelli Piol, Rivoli (TO) , organizzato da Cittadini di Rivoli; Piazza Vittorio Emanuele II, Rovigo ,
Organizzato da Cittadini del Polesine; Piazza del Duomo, Siena , organizzato da Rete Donne Siena; Piazza del Popolo, Todi , organizzato da ANPI Todi.

2 marzo 2022