Reggio Calabria, depositate le motivazioni della sentenza
Il sindaco Falcomatà (PD) condannato perché “dominus” e ideatore dell’assegnazione pilotata dell’hotel Miramare

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
“Dominus dell’intera vicenda e ideatore del progetto di affidamento diretto del Miramare all’amico Zagarella, sia nella sua veste formale di sindaco, e dunque soggetto che riveste la più alta carica all’interno della Giunta comunale, sia nella sua veste sostanziale, quale agente direttamente interessato all’approvazione della delibera 'Miramare', alla cui votazione ha partecipato non solo in violazione di legge, alla stregua degli altri imputati, ma anche in spregio all’obbligo di astensione su di lui gravante alla luce dei rapporti intrattenuti con Zagarella”.
Sono queste le motivazioni principali della sentenza del 19 novembre 2021, depositate nei giorni scorsi dai giudici del tribunale di Reggio Calabria, che ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa per abuso d’ufficio, il sindaco PD Giuseppe Falcomatà nel cosiddetto processo “Miramare”. L’inchiesta che ha portato alla condanna di Falcomatà, insieme ad altri sette ex assessori comunali, un ex segretario e un ex dirigente comunale, riguarda i presunti illeciti sull’affidamento senza bando dell’immobile di proprietà del comune che un tempo ospitava il “Grand Hotel Miramare” all’associazione “Il sottoscala” riconducibile all’ex imprenditore Paolo Zagarella, condannato ad un anno di reclusione e legato a Falcomatà da “un debito di riconoscenza”.
In base a quanto emerso dalle indagini dei Pm Walter Ignazzitto e Nicola De Caria, nel 2014 Zagarella per sostenere la candidatura dell’amico Falcomatà a sindaco di Reggio Calabria, avrebbe dato in comodato d’uso gratuito un enorme locale commerciale trasformato per l’occasione in sede elettorale.
Per i magistrati, sindaco e assessori “hanno scientemente violato, nell’esercizio delle loro funzioni, una pluralità di specifiche norme di legge che imponevano regole di condotta non discrezionali”. Inoltre i componenti della giunta, con l’approvazione della delibera comunale “hanno arrecato un vantaggio patrimoniale ad un amico del sindaco, procurandogli inizialmente un’utilità suscettibile di valutazione economica, con correlativo danno ingiusto per i terzi potenzialmente interessati all’affidamento del Miramare”.
Nonostante la sospensione per 18 mesi dalla carica di sindaco, in base alla legge Severino, l’imbroglione Falcomatà ha deciso tramite i suoi avvocati di presentare ricorso basandosi sulla presunta incostituzionalità di questa legge, che secondo lui non andrebbe applicata dopo una condanna di primo grado. Il tribunale collegiale ha deciso giustamente di rigettare il ricorso.
Nel frattempo a Reggio Calabria si è caduti dalla padella alla brace perché adesso il comune è amministrato da una “giunta fantoccio” con a capo il sindaco f.f. Paolo Brunetti di Italia Viva che continuerà a curare gli interessi della borghesia reggina e del capitalismo, infischiandosene altamente dei problemi del proletariato e delle masse popolari. Non a caso, per esempio, nei prossimi mesi saranno eseguiti nella città dello Stretto, dopo due anni di blocco a causa della pandemia, circa 218 sfratti. Questo significa che decine e decine di famiglie si ritroveranno per strada senza avere un’altra casa dove andare a vivere.
Per noi marxisti-leninisti reggini tutto ciò è inaccettabile. Ecco perché dobbiamo intensificare il nostro proficuo lavoro di fronte unito all’interno del Coordinamento delle sinistre d’opposizione per buttare giù da sinistra la nuova giunta comunale, creando nel tempo le condizioni soggettive necessarie per il passaggio dal capitalismo al socialismo per via rivoluzionaria. Non stancandoci di invitare tutti coloro di qualsiasi orientamento sessuale che vogliono il socialismo, di creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, cioè le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.

9 marzo 2022