Tre compagne di base del PMLI appoggiano la dichiarazione di Scuderi sull'emancipazione delle donne

Il Centro del PMLI ha chiesto a tre compagne di base, tramite le rispettive Cellule, il loro parere sull'importantissimo intervento del 1987 del compagno Giovanni Scuderi sull'emancipazione delle donne, ripubblicato nella prima pagina de “Il Bolscevico” n. 10.
Le tre compagne sono Cinzia Giaccherini (Firenze, lavoratrice), Cristina Premoli (Milano, lavoratrice) e Margherita (Valdisieve, studentessa media) rispettivamente con 38, 15 anni, 15 mesi di militanza nel PMLI.
Qui di seguito riportiamo i loro pareri che costituiscono un importante e significativo contributo alla linea femminile del Partito e un forte sostegno ideologico, politico e pratico al Segretario generale e Maestro del PMLI che la tiene alta.
Tutte le compagne e i compagni hanno il dovere di leggere e studiare attentamente le indicazioni del compagno Scuderi e del fondamentale documento del Comitato centrale del PMLI di cui in questo numero pubblichiamo la seconda e ultima parte per avere le idee chiare sulla linea femminile del PMLI e per saperla trasmettere correttamente alle masse femminili.
Speriamo che anche le operaie, le lavoratrici, le disoccupate, le pensionate che vengono a conoscenza della linea femminile del PMLI la facciano propria e la applichino affinché la “metà del cielo” , come dice Mao, si carichi sulle proprie spalle le responsabilità e i compiti che le spettano per far mordere la polvere al capitalismo e al suo governo Draghi e per spingere in avanti la lotta di classe per conquistare il socialismo e il potere politico da parte del proletariato.
Viva le compagne!
Viva la linea femminile del PMLI!
 
Cinzia Giaccherini
La dichiarazione del Segretario generale e Maestro del PMLI Scuderi è una sveglia, un contributo prezioso e insostituibile
Sulle pagine del nostro megafono rosso “Il Bolscevico” è stata pubblicata una dichiarazione del nostro amato compagno Segretario generale Giovanni Scuderi che esprime una verità inconfutabile: “Non ci potrà essere effettivo progresso umano, civile e sociale senza piena, reale e concreta parità tra la donna e l’uomo”, frase pronunciata in occasione della 3a Sessione plenaria del 3° CC del Partito dedicata alla condizione femminile in Italia (1987).
Dall’87 ad oggi niente è cambiato per quanto riguarda le esigenze delle masse femminili rispetto alla loro emancipazione e alla totale parità con l’uomo come si evince anche dall’ultimo Editoriale della Responsabile della Commissione donne del Comitato centrale del PMLI, compagna Monica Martenghi, anzi sono peggiorate le condizioni delle masse proletarie e popolari femminili basta vedere i dati dell’occupazione e la disparità sui salari tra donna e uomo.
Scuderi, da Maestro del PMLI, ha sempre evidenziato l’importanza delle masse femminili per la causa del socialismo, spronando anche le stesse compagne del Partito a prendere posto in prima fila nella lotta di classe per la conquista piena, reale e concreta della parità donna-uomo.
In questi oltre due anni di pandemia, siamo stati costretti anche alla lontananza fisica tra di noi venendo inevitabilmente meno allo studio collettivo, quindi al confronto e allo stimolo concreto tra compagni e credo che Scuderi non a caso abbia voluto riportare all’ordine del giorno contenuti e principi indissolubili come lo studio, l’azione e la tenacia, al fine di irrossire ancor più le sensibili e combattive compagne del Partito a tutti i livelli, dalla base al Centro e dal Nord al Sud. I suoi interventi sono sempre lungimiranti, stimolanti e mirati, spingono alla riflessione e infondono fiducia e coraggio. Questo intervento è stato riproposto proprio in concomitanza dell’8 Marzo, Giornata internazionale delle donne, dove una marea di donne ha poi riempito le piazze contro la guerra imperialista in corso e la violenza di genere e alla vigilia dell’importante manifestazione nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo prossimo a Firenze.
Scuderi con queste sue dichiarazioni sull’emancipazione femminile esorta il Partito, dalle Commissioni centrali alla Redazione centrale de “Il Bolscevico” fino a tutte le compagne e compagni affinché ognuno faccia la sua parte perché si affermi la giusta linea politica elaborata fino a qui dal Partito, facendo ogni sforzo per portarla tra le masse femminili sfruttate e oppresse. Ci incita a far conoscere alla “metà del cielo” e non solo, la linea marxista-leninista-pensiero di Mao per abbattere il capitalismo, l’imperialismo dell’est e dell’ovest e per conquistare il sole rosso del socialismo, senza tentennamenti e indugi.
Scendiamo allora in piazza compatte/i in prima fila a difendere il futuro del proletariato e delle masse popolari contro la deindustrializzazione del nostro Paese, per la totale parità tra donna e uomo, contro la guerra d’aggressione all’Ucraina del nuovo zar Putin, sotto le insegne del PMLI come indica Scuderi.
Grazie compagno Segretario generale e Maestro del PMLI per questa sveglia, un contributo prezioso e insostituibile.
 
Cristina Premoli
La dichiarazione di Scuderi è un faro illuminante su come spezzare le catene alle masse femminili
Come spezzare le catene alle masse femminili?
Un faro illuminante è il discorso conclusivo del Segretario generale Giovanni Scuderi, pronunciato alla 3° Sessione plenaria del 3° CC del PMLI dedicata alla condizione femminile in Italia, tenutasi il 1° marzo 1987, ossia ben 35 anni fa che lungimirantemente denunciava “Non ci potrà essere effettivo progresso umano,civile, e sociale senza la piena,reale e concreta parità tra la donna e l’uomo”.
Per questo noi marxisti-leninisti incitiamo le donne sfruttate e oppresse ad andare al nocciolo del problema impugnando le due leve principali della strategia dell'emancipazione della donna: quella della lotta per il lavoro a tutte le donne e quella per la socializzazione del lavoro domestico.
Sono queste le due grandi battaglie capaci di mettere completamente in discussione il ruolo subalterno ed emarginato che il sistema capitalistico, il governo e il papa assegnano alle donne. Queste due grandi battaglie hanno una grande importanza sia per la presa di coscienza del problema da parte delle donne e la rivoluzionarizzazione del loro modo di pensare e concepire il proprio ruolo e la propria esistenza, sia per il terremoto politico e sociale che oggettivamente possono suscitare nei rapporti fra i sessi, all'interno della famiglia e dell'intera società.
Attraverso queste due grandi battaglie è possibile infliggere dei colpi durissimi alla classe dominante borghese e al suo sistema economico e politico, alla sua organizzazione sociale e alla sua sovrastruttura ideologica e morale e dare quindi un grande contributo alla complessiva lotta di classe anticapitalista e per il socialismo. Tutto ciò va detto nella consapevolezza che l'obbiettivo di un lavoro stabile, interamente retribuito, a tempo pieno di 35 ore settimanali e sindacalmente tutelato unitamente alla socializzazione del lavoro domestico non potrà essere completamente raggiunto nel capitalismo perché comporta una trasformazione radicale e strutturale del sistema economico, sociale, giuridico e statale, oltreché una profonda trasformazione in senso proletario rivoluzionario della cultura, dell'etica e della morale, non solo delle masse femminile ma anche da parte degli uomini. Questo traguardo è strettamente connesso alla conquista del potere politico da parte del proletariato. Solo il socialismo potrà infatti gettare tutte le basi necessarie per una completa emancipazione della donna che nella sostanza consiste nella più assoluta eguaglianza economica, sociale, politica, giuridica, morale e culturale tra i due sessi, nelle piccole come nelle grandi cose, nella vita privata come nella vita pubblica.
Rinnovo l’invito lanciato dal Segretario generale Giovanni Scuderi, nel suo discorso, alle donne sfruttate e oppresse e alle ragazze ad entrare nel PMLI, perché la lotta per l’emancipazione delle donne è legata a doppio filo all’abbattimento del governo Draghi, per questo auspichiamo che le donne dei partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, le proletarie, le anticapitaliste, le ragazze di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, le intellettuali democratiche antidraghiane siano in prima fila nel rispondere al calorosissimo appello del CC del PMLI per la costruzione “il più rapidamente possibile di un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali,sociali, culturali, religiose antidraghiane”.
Uniamoci in un grande fronte unito antidraghiano e anticapitalista!
Combattiamo ogni imperialismo sia dell’Est che dell’Ovest e battiamoci affinché l'Italia non entri in guerra al fianco di Usa, Nato e Ue!
Uniamoci per conquistare il potere politico del proletariato e il socialismo per emancipare il lavoro salariato, le donne e l'intera umanità!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
Margherita
La dichiarazione di Scuderi pone centrale la linea femminile del Partito
Il discorso pronunciato da Giovanni Scuderi e pubblicato su “Il Bolscevico” penso ricopra un'importante utilità. Questo perché evidenzia degli argomenti di linea fondamentali sulla questione femminile, come ad esempio il pieno progresso che potrà avvenire solo dopo il raggiungimento completo della parità tra donna e uomo. Credo che sia profondamente giusta anche la correlazione tra gli interessi del proletariato e l'emancipazione femminile.
Come infatti scrive Engels, “la vera uguaglianza tra uomo e donna potrà diventare una realtà, ne sono convinto, solo quando lo sfruttamento di entrambi da parte del capitale sarà abolito e il lavoro privato in casa sarà trasformato in un’attività pubblica”.
In questo passo ciò che è evidente è proprio la condizione di subalternità e di sottomissione delle donne, denunciata anche da Scuderi secondo me correttamente, riferendosi agli interessi della classe dominante borghese che perpetuano tutt'oggi il conflitto e l'antagonismo tra uomo e donna, ma anche la conseguente subalternità di quest'ultima sia alla classe dominante, ma anche all’uomo fra le mura di casa.
Essa è già presente a partire dalla famiglia tradizionale: “Nella famiglia egli è il borghese, la donna rappresenta il proletario” , in questo modo Engels ci descrive la condizione della donna.
Di fatto, accostando in questo parallelismo la donna al proletariato, Engels sottolinea da una parte la condizione di sfruttamento di entrambi, e dall'altra la complementarietà tra gli interessi del proletariato in generale e l'emancipazione femminile.
Come accennato, infatti, la donna stessa è costretta a un doppio sfruttamento: sul lavoro, tra la schiavitù domestica e l'oppressione economica, e inoltre la classe dominante borghese non le riconosce neppure dei diritti, aggrappandosi a una “morale retrograda e cattolica”, come scrive Scuderi.
Trovo molto bella e interessante anche la seconda parte del discorso, inevitabilmente legata alla prima, che pone centrale la linea femminile nel Partito, e in particolare il Rapporto della compagna Martenghi, il quale dovrà essere e sarà oggetto, anche da parte mia, di un accurato e attento studio necessario per assimilare il grande lavoro che la compagna ha svolto.
Questo studio attribuirà giustamente molto peso alla formazione e all’applicazione della linea femminile che ho già in parte affrontato quando la Cellula della quale faccio parte ha deciso di pubblicare il documento “La questione femminile in Valdisieve” sul proprio sito Internet.
Mi impegnerò nello studio per approfondire questo importantissimo argomento, per poi tradurlo nel lavoro politico pratico.

23 marzo 2022