Al vertice straordinario di Bruxelles
I paesi Nato si compattano attorno a Biden contro Putin
Aumentano armi e soldati nei paesi dell'est europeo

All'ultima domanda della confernza stampa tenuta nel pomeriggio del 24 marzo, appena concluso vertice straordinario dei leader della Nato nel quartier generale di Bruxelles, su quanto potessero essere efficaci le misure decise nel far cambiare rotta alla Russia in Ucraina visto che tutte quelle strombazzate per due mesi non hanno fermato l'invasione, il presidente americano Joe Biden sosteneva che "la cosa più importante per noi è rimanere uniti" e far capire a Putin che non è riuscito a dividere i partner atlantici e che l'Europa non crollerà tra uno o due mesi, gli "dobbiamo dimostrare che rimaniamo pienamente, totalmente, completamente uniti". A fronte di un paese aggressore, la Russia del nuovo zar Putin, e un paese e un popolo aggrediti, l'Ucraina, pensiamo che la cosa più importante sarebbe quella di fermare al più presto possibile l'aggressione, la carneficina dei civili, la demolizione delle città che resistono, magari attraverso una decisa applicazione di più efficaci sanzioni, che hanno effetto se toccassero anche le fonti energetiche, piuttosto che tentare di logorare e indebolire il nemico con decisioni che tra l'altro possono alimentare i pericoli di un allargamento della guerra. Così come hanno deciso i 27 paesi Nato compatti attorno a Biden contro Putin nell'aumentare quantità di armi e numero dei soldati schierati nei paesi dell'est europeo. L'unità del fronte occidentale sarà garantita a Biden anche dai succesivi vertici del G7 e della Ue.
Nel presentare i risultati del vertice, il segretario Stoltenberg sosteneva che i partner della Nato sentono la responsabilità di garantire che il conflitto non si intensifichi ulteriormente e di seguito elencava la serie di iniziative militari decise a Bruxelles che vanno esattamente nel senso opposto a partire dalla creazione di quattro nuovi gruppi tattici schierati in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia che si aggiungono ai quattro già presenti nei paesi baltici e in Polonia per un totale di circa 140 mila soldati, dei quali 100 mila americani, schierati principalmente nella parte orientale dell'Alleanza e supportati da uno schieramento aereo e navale senza precedenti che comprende anche cinque gruppi d'attacco con portaerei dal Mare del Nord al Mediterraneo.
Grazie all'impegno assunto da molti paesi, Italia compresa, di aumentare le spese militari a una quota del 2% del pil, la Nato sarà in grado di mettere in campo nel prossimo futuro un maggior numero di aerei, navi e missili, di rafforzare la sicurezza dei sistemi di comando informatici, di sviluppare la velocità di intervento e le capacità di cooperare sugli scenari di guerra. Una serie di impegni che sarà dettagliata nel prossimo vertice di giugno a Madrid per adeguarla, per dirla con le parole di Biden, a "un concetto strategico aggiornato per assicurare che la Nato sia pronta ad affrontare qualsiasi sfida nel nuovo e più pericoloso ambiente di sicurezza", ossia a un nuovo scenario in Europa che comprenda anche la guerra contro la Russia per la quale non siamo ancora pronti, aveva dichiarato Stoltenberg quasi fosse una semplice opzione militare.
Nel frattempo la Nato aumenterà il sostegno ad altri paesi a "rischio di minacce e interferenze russe", dalla Georgia alla Bosnia e Erzegovina e terrà le porte aperte a nuove domande di adesione. Intano intimava alla Bielorussia di non agire come complice dell'invasione di Putin e ammoniva la Cina a non fornire supporto economico o militare all'alleata Russia.
Il segretario Stoltenberg più volte ha ripetuto che "abbiamo la responsabilità di garantire che la guerra non si intensifichi oltre l'Ucraina e diventi un conflitto tra Nato e Russia", bocciando le varie ipotesi belliciste di no fly zone e "corpi di pace" da schierare a Kiev. Ma altrettante volte ha sottolineato che è dal 2014 che "gli alleati addestrano le forze armate ucraine che stanno mettendo in pratica quell'allenamento ora, in prima linea, con grande coraggio". E ha ricordato che "negli ultimi mesi gli alleati hanno intensificato il supporto militare, la fornitura di sistemi anticarro e di difesa aerea, droni, carburante e munizioni". Gli alleati singolarmente o collettivamente come i paesi Ue si sono mossi e continueranno a farlo a favore della resistenza dell'esercito ucraino sulla base di accordi bilaterali, non formalmente la Nato che così si chiamerebbe fuori dal coinvolgimento diretto, metteva in evidenza Stoltenberg con una faccia di bronzo imperialista senza pari. Se i 27 partner dell'alleanza militare imperialista si ritrovano a Bruxelles per ragionare di come condurre la guerra in Ucraina e al termine Biden si vanta degli oltre 2 miliardi di dollari in aiuti militari che "stanno fluendo in Ucraina mentre parlo" è palese il coinvolgimento Nato. I paesi imperialisti occidentali e la Nato sono già in guerra contro la Russia imperialista del nuovo zar Putin e ne misurano le mosse in una partita a scacchi che ha intanto per posta l'egemonia in Europa, sulla pelle dell'eroico popolo ucraino che difende la sua sovranità.
Perché il braccio di ferro tra Usa e Russia avvicina e non allontana la terza guerra mondiale. Con Biden che a Varsavia il 26 marzo, riecheggiando la "guerra infinita al terrorismo" del predecessore Bush che ha portato a quella terza guerra mondiale spezzettata in tanti conflitti denunciata dal papa, esclamava "prepariamoci a una lunga battaglia per la libertà", guidata dall'imperialismo americano contro i nemici imperialisti Russia e Cina.

30 marzo 2022