Dati Inail primo bimestre 2022
Strage continua sul lavoro: 114 morti in due mesi
Ogni giorno tre lavoratori vengono assassinati nei luoghi di lavoro

Domenico Manuello, operaio edile di 59 anni in provincia di Cuneo, morto in seguito a una caduta da un ponteggio di oltre 4 metri; Davide Scanio, operaio metalmeccanica di 32 anni, morto dopo essere stato agganciato e scaraventato a terra da un macchinario presso la fabbrica in cui stava lavorando nell'Alessandrino; Lori Christian, operaio di 49 anni di Genova, morto schiacciato tra i rulli di un macchinario pallettizzatore presso la ditta di materiali da costruzione dove lavorava; Antony Turnone, operaio di 30 anni di Martina Franca, è morto dopo essere stato investito da una scarica elettrica mentre lavorava nell'area di un impianto fotovoltaico nel Salento; Giacomo Turra , operaio di 52 anni residente a Rudiano (Brescia), morto schiacciato da un muletto a Castel Goffredo, nel Mantovano; Angelo Masciullo, 68 anni operaio edile, morto in seguito a una caduta da una scala a Galatina durante i lavori di ristrutturazione di un'abitazione: sono gli ultimi morti sul lavoro verificatisi nei primi 10 giorni di aprile che vanno ad aggiungersi all’ecatombe di lavoratori provocata dal bestiale sfruttamento capitalista ogni anno nei luoghi di lavoro.
Nei primi due mesi del 2022 (appena 40 giorni lavorativi) ben 114 lavoratori sono stati uccisi mentre cercavano di guadagnarsi un misero salario.
Lo ha certificato l'Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) che il 31 marzo ha pubblicato i suoi open data nel bollettino trimestrale da cui risulta che, tra gennaio e febbraio, ben 2,85 lavoratori al giorno hanno perso la vita mentre si recavano o erano a lavoro.
Fra questi purtroppo figurano anche Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli i due studenti di 16 e 18 anni morti a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro in provincia di Ancona e Udine durante i cosiddetti PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento, reso obbligatorio nel 2015 dalla controriforma Renzi in sostituzione della vecchia Alternanza Scuola-Lavoro introdotta nel 2003).
Un'ecatombe senza precedenti che colpisce in maniera indiscriminata sia la componente di lavoratori maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 97 nei primi due mesi del 2021 a 101 di quest'anno; sia quella femminile passata da 7 a 13 casi 2022, senza risparmiare lavoratori e lavoratrici giovani e meno giovani, ragazze e ragazzi di ogni età costretti a lavorare precocemente e che la dicono lunga sulle bestiali condizioni di sfruttamento a cui vengono sottoposti.
Una drammatica realtà che purtroppo rappresenta solo la punta di un iceberg dal momento che lo stesso Inal avverte che: “si tratta di dati provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetto all’effetto distorsivo di 'punte occasionali' e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2022, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia”.
Non solo “il confronto effettuato su un breve periodo - avverte ancora l'Inail - potrebbe, tuttavia, rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi. Per un’analisi più indicativa dell’andamento infortunistico, infatti, sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore, anche per tener conto di eventuali ritardi nelle denunce di infortunio, in particolare di quelle da contagio da Covid-19”.
Detto ciò, dai dati pubblicati dall'Inail risulta che: “nel primo bimestre del 2022 si registra, rispetto all’analogo periodo del 2021, un deciso aumento delle denunce di infortunio in complesso, un incremento di quelle mortali e una lieve crescita delle malattie professionali.
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di febbraio sono state 121.994, in aumento del 47,6% rispetto alle 82.634 del primo bimestre del 2021 e del 26,4% rispetto alle 96.549 del periodo gennaio-febbraio 2020.
I dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale per il primo bimestre del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 74.688 del 2021 ai 111.975 del 2022 (+49,9%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 26,1%, da 7.946 a 10.019.
A febbraio 2022 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +46,9% nella gestione Industria e servizi (dai 70.565 casi del 2021 ai 103.661 del 2022), un +2,5% in Agricoltura (da 3.351 a 3.435) e un +70,9% nel Conto Stato (da 8.718 a 14.898).
L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Nord-Ovest (+65,4%), seguito da Sud (+55,5%), Isole (+53,3%), Centro (+44,3%) e Nord-Est (+28,6%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano la Campania, la Liguria e la Valle d’Aosta.
L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2022 e il 2021 è legato sia alla componente femminile, che registra un +65,8% (da 34.990 a 58.004 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +34,3% (da 47.644 a 63.990).
L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+50,8%), che quelli extracomunitari (+36,0%) e comunitari (+20,1%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Il 39% dei casi confluisce nella classe 45-59 anni”.
Gli omici sul lavoro
“Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale – certifica ancora l'Inail - presentate all’Istituto entro il mese di febbraio 2022 sono state 114, 10 in più rispetto alle 104 registrate nel primo bimestre del 2021 e sei in più rispetto alle 108 del periodo gennaio-febbraio 2020.
A livello nazionale i dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano per il primo bimestre del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 solo dei casi in itinere, passati da 19 a 29, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 85 in entrambi i periodi. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 84 a 100 denunce), mentre l’Agricoltura scende da 15 a nove casi, e il Conto Stato registra cinque decessi denunciati in entrambi i periodi.
Dall’analisi territoriale emerge un incremento di 10 casi mortali nelle Isole (da 2 a 12), di otto nel Centro (da 19 a 27), di sei nel Nord-Ovest (da 23 a 29) e un calo di otto casi al Sud (da 31 a 23) e di sei nel Nord-Est (da 29 a 23). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Lombardia (+10 decessi) e la Sicilia (+7), con i maggiori decrementi il Piemonte e la Campania (-4 casi per entrambe), il Veneto (-3) e la Puglia (-2).
L’incremento rilevato tra i primi bimestri del 2021 e del 2022 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 97 a 101, sia a quella femminile (da 7 a 13). In aumento le denunce dei lavoratori italiani (da 89 a 97) ed extracomunitari (da 10 a 13), mentre diminuiscono quelle dei comunitari (da 5 a 4). Dall’analisi per classi di età, da segnalare gli aumenti dei decessi tra i 30-44enni (da 15 a 28 casi) e tra i 55-64enni (da 33 a 38), mentre il dato dei 45-54enni (31 casi) è stabile”.
Le malattie professionali
Infine l'Istituto ricorda che: “Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo bimestre 2022 sono state 8.080, in aumento di 279 casi rispetto allo stesso periodo del 2021 (+3,6%).
I dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno mostrano incrementi nelle gestioni Industria e servizi (+2,8%, da 6.497 a 6.681 casi) e Agricoltura (+10,2%, da 1.222 a 1.347) e un calo nel Conto Stato (-36,6%, da 82 a 52). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+18,7%), nel Nord-Est (+9,4%) e nel Centro (+1,9%), e un decremento nel Nord-Ovest (-3,0%) e nel Sud (-1,4%).
In ottica di genere si rilevano 295 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 5.671 a 5.966 (+5,2%), e 16 in meno per le lavoratrici, da 2.130 a 2.114 (-0,8%). Nel complesso, l’incremento ha interessato le denunce dei lavoratori italiani (passate da 7.217 a 7.477, pari a +3,6%) e dei comunitari, da 170 a 226 (+32,9%), mentre quelle degli extracomunitari risultano in calo (da 414 a 377, -8,9%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo bimestre del 2022, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio”.
La logistica il settore più colpito
Un po' più realistiche risultano invece le statistiche dell’Osservatorio sicurezza Vega secondo il quale è il settore della logistica a registrare un vero boom nei decessi: 13 vittime contro le 2 registrate nel primo bimestre del 2021. Un trend negativo confermato anche dal vertiginoso aumento delle denunce di infortunio che in questo settore sono arrivate alla cifra record di 11.225 a fine febbraio 2022 contro le 3.191 a fine febbraio 2021 (+252%).
Seguono nella triste classifica dei morti il settore costruzioni con 7 vittime; commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli con 5, attività manifatturiere 4, il Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e Sanità e assistenza sociale con 3.
per quanto riguarda le fasce di età, quella più colpita dagli infortuni mortali è quella tra i 55 e i 64 anni (34 su un totale di 85). Ed è proprio in questa fascia d’età che si rileva anche l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati (7,4).
Capitalismo assassino
Questa ecatombe di lavoratori non si può giustificare soltanto con la mancanza di “una reale cultura della prevenzione che va costruita iniziando dai banchi di scuola” come sostiene lo stesso presidente dell'Inail Franco Bettoni, o con il “mancato rispetto delle regole, delle procedure e dei sistemi di protezione”.
Se le cose peggiorano nonostante lo sviluppo tecnologico che consente di avere strumentazioni e sistemi di lavorazione più sicuri ed evoluti, dipende soprattutto dalla “mancanza di controlli, di ispettori, corsi di formazione e norme adeguate”. Soprattutto i controlli sono inesistenti o episodici, il personale preposto al controllo è largamente insufficiente e quindi incapace di evitare in modo precentivo quest'aumento di morti sul lavoro. Ecco perché sono lacrime di coccodrillo quelle versate dai governanti e dalle autorità preposte davanti a questa scia di sangue operaio. Ed ecco perché bisogna pretendere a tutti i livelli, dai più alti ai più bassi, mezzi, risorse e uomini in grado di combattere in ogni modo questi orrendi crimini.
Non ci troviamo davanti a imprevedibili e inevitabili “incidenti sul lavoro” ma a veri e propri omicidi sul lavoro che hanno mandanti ed esecutori ben precisi: che sono i padroni e i governanti capitalistici, i quali condannano le lavoratrici e i lavoratori a ritmi di lavoro insopportabili pur di realizzare il massim profitto e si oppongono all'adozione di buone leggi, dispositivi di sicurezza all'avanguardia, sanzioni più incisive e eserciti di ispettori in grado di impedire che si continui a morire esattamente come cento anni fa, se non peggio.
Per esempio il dilagante ricorso alla pratica del subappalto accentua l'insicurezza sul lavoro dal momento le ditte in subappalto sono spesso piccole aziende a conduzione familiare e artigiane, come i cantieri dove hanno perso la vita i due giovanissimi studenti di Ancona e Udine o la filatura in cui ha perso la vita la giovane operaia tessile di Prato, aziende che risparmiano su tutto per rimanere sul mercato impongono ai lavoratori turni di lavoro massacranti, lavoro a cottimo, la sistematica violazione delle più elementari norme di sicurezza e la rimozione dei sistemi di protezione e sicurezza.
Un corto circuito mortale causato dal capitalismo assassino con la complicità delle istituzioni parlamentari borghesi che vanno spazzate via con la rivoluzione proletaria e l'instaurazione del socialismo per farla finita una volta per tutte con i morti sul lavoro.

13 aprile 2022