25 Aprile 2022 – 77° Anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo
Liberiamoci dal capitalismo e dal governo Draghi
per il proletariato al potere e il socialismo

Il 25 Aprile 1945 il popolo italiano con alla testa le partigiane e i partigiani, insorgendo in armi in tutte le città del Nord, da Genova a Torino, da Milano a Venezia fino a Trieste, completava vittoriosamente la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo. Fu un lungo, duro e sanguinoso cammino, iniziato con l'insurrezione popolare delle eroiche quattro giornate di Napoli del 28 settembre-1° ottobre 1943, e che ebbe come altre tappe fondamentali la liberazione di Roma, a cui i partigiani dei Gap dettero un importante contributo, la liberazione di Firenze, pianificata e realizzata interamente dalle brigate partigiane, e il controllo partigiano di vaste zone rurali e montane a nord della linea gotica, che preparò l'insurrezione generale in tutto il Nord.
Ogni anno, come avviene da 77 anni, celebrare in tutte le piazze d'Italia questa ricorrenza gloriosa ricorda e trasmette di generazione in generazione una consegna incancellabile che i 46 mila partigiani caduti per la liberazione d'Italia e i 30 mila caduti combattendo per liberazione di altri paesi ci hanno lasciato sacrificando le loro vite: quello di difendere e mantenere sempre vivo lo spirito antifascista, proletario e popolare della Resistenza contro tutti i tentativi di snaturarla, istituzionalizzarla e cancellarla dalla memoria e dal cuore del popolo. Niente è conquistato una volta per tutte e le forze reazionarie sconfitte ieri possono tornare ancora a spadroneggiare domani, se viene meno la discriminante antifascista.
Questo è tanto più vero oggi, che il vecchio fascismo ha rialzato la testa sotto le nuove forme del fascismo del XXI secolo e la guida degli aspiranti duce d'Italia Salvini e Meloni. Per questo dobbiamo esigere che siano messi al bando Forza Nuova, CasaPound, Lealtà Azione e tutti i partiti e i gruppi neofascisti, neonazisti, xenofobi e razzisti, applicando la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista, e le leggi Scelba e Mancino. Invece a tutt'oggi Draghi continua a rifiutarsi di sciogliere per decreto Forza Nuova, dopo il suo assalto squadrista del 9 ottobre 2021 alla sede nazionale della Cgil, infischiandosene di quanto chiesto a gran voce dai 200 mila antifasciste e antifascisti con la grande manifestazione del 16 ottobre a Roma e perfino della magistratura che ha indagato per terrorismo i dirigenti di FN Roberto Fiore e Giuliano Castellino.
 

Revisionismo storico e attacchi all'Anpi
Si stanno anzi moltiplicando i tentativi di riabilitazione del fascismo, approfittando del clima nazionalista, patriottardo e bellicista che si è instaurato dopo l'aggressione imperialista di Putin all'Ucraina. Tra questi la bocciatura al Consiglio comunale di Carpi, per mano di Lega, FdI e M5S, di una delibera per la revoca dell'onorificenza concessa a Mussolini nel 1924, e la decisione della giunta comunale di Orbetello di intitolare il suo principale parco pubblico a Italo Balbo, capo delle squadracce fasciste in Emilia-Romagna, quadrumviro fascista e governatore della Libia per conto del duce. Ma soprattutto l'approvazione in via definitiva il 5 aprile in Senato, con 189 voti favorevoli, nessun contrario e 1 solo astenuto, della legge che istituisce il 26 gennaio come “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, al fine di conservare la memoria dell'eroismo dimostrato dal Corpo d'armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale”.
Si tratta di una chiara operazione di revisionismo storico, tesa ad oscurare il Giorno della memoria del 27 gennaio, che ricorda la liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata rossa nel 1945, e per di più riabilitando come impresa “eroica”, quindi degna di essere ricompresa nella storia patria al pari della Resistenza, la spedizione imperialista dei 230 mila uomini dell'Armir voluta da Mussolini per appoggiare la guerra di sterminio di Hitler contro il popolo dell'Unione Sovietica: ancora un altro sporco attacco alla Resistenza e all'antifascismo sul modello del “Giorno del ricordo” delle foibe già messo a segno nel 2004 dalla destra parlamentare neofascista con la complicità della “sinistra” rinnegata e riformista. Un atto che infanga tra l'altro la memoria di tutti gli alpini che combatterono e morirono nelle file partigiane in Italia e in altri paesi.
Inoltre si sono infittiti, in vista del 25 Aprile, gli attacchi all'Anpi - in particolare da parte della destra neofascista e dei giornali suoi fiancheggiatori, ma anche da buona parte della “sinistra” riformista e della stampa cosiddetta liberale e democratica – che accusano l'Associazione nazionale dei partigiani di “equidistanza” tra gli aggrediti e gli aggressori o addirittura di parteggiare per Putin, soprattutto per essersi espressa contro l'invio delle armi e l'aumento delle spese militari decisi dal governo Draghi e contro la provocatoria presenza di bandiere della Nato nelle manifestazioni del 25 Aprile.
 

Con la resistenza ucraina ma contro il governo Draghi
Si cerca cioè di strumentalizzare la Resistenza e i partigiani per appoggiare l'imperialismo dell'Ovest contro l'imperialismo dell'Est. Su questo punto occorre essere chiari. Gli antifascisti non possono che essere contro tutti gli imperialismi, e stare perciò dalla parte del popolo ucraino aggredito e della sua eroica resistenza armata contro l'esercito imperialista aggressore di Putin, che vuol restaurare l'impero zarista con metodi nazisti simili a quelli dell'attacco di Hitler all'Urss di Stalin e di Bush all'Iraq. È giusto perciò che l'Italia rompa ogni relazione politica, diplomatica, economica e commerciale con la Russia; ma non l'invio delle armi all'Ucraina, che trascina di fatto il nostro paese in guerra con la Russia e lo espone a pericolose ritorsioni. Così come bisogna rifiutare l'aumento delle spese militari.
Le superpotenze imperialiste dell'Ovest e quelle dell'Est si stanno affrontando per decidere una nuova spartizione del mondo, alla stregua delle nazioni dell'Intesa e degli Imperi centrali alla vigilia della carneficina della 1ª Guerra mondiale, che Lenin analizzò magistralmente nella sua ancora attualissima opera “L'imperialismo, fase suprema del capitalismo”. Occorre combattere fino in fondo l'imperialismo invasore e aggressore del nuovo zar Putin senza con questo dimenticare l'imperialismo dell'Ovest, perché l'imperialismo, qualsiasi sia la sua faccia, è il nemico mortale di tutti i popoli del mondo. Fuori l'armata neonazista russa dall'Ucraina per un'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale, ma nel contempo continuiamo a chiedere che l'Italia esca dalla Nato e dall'Ue. E se l'imperialismo italiano intendesse partecipare ad una guerra mondiale tra le superpotenze il popolo italiano dovrebbe insorgere per impedirglielo: questo è l'unico vero modo di rispettare lo spirito della Resistenza e l'insegnamento che ci hanno lasciato le partigiane e i partigiani.
Ispirarsi allo spirito e all'insegnamento della Resistenza oggi vuol dire anche lottare contro il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza, della Nato e dell'Ue imperialiste. Liberarsi dal governo del banchiere massone Draghi, nato da un golpe bianco di Mattarella e sostenuto da una disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghesi per trarre fuori il capitalismo italiano dalla crisi economica e dalla pandemia scaricandole sulle spalle del proletariato e delle masse popolari, è l'unica via per difendere gli interessi del popolo. Lo dimostra il suo immobilismo verso i problemi della disoccupazione, della sanità, della scuola, dell'evasione fiscale, del caro vita e delle bollette, mentre aumenta la spesa militare al 2% del Pil senza scostamento di bilancio, vale a dire che la toglierà dalla spesa sociale. È necessario abbatterlo quanto prima e intensificare la lotta di classe, costruendo un vasto fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antidraghiane, se si vuol risolvere i problemi più urgenti delle masse: dal lavoro ai salari, dalla salute alla sicurezza sul lavoro, dall'orario di lavoro alle pensioni, dall'emergenza climatica alla trasformazione energetica rinnovabile, senza tralasciare l'uscita dell'Italia dalla Nato e dalla Ue e il ritiro di tutte le missioni militari all'estero.
 

La questione del potere politico e del socialismo
Ma la questione più importante e di fondo, per prevenire un coinvolgimento dell'Italia nella guerra imperialista e per risolvere stabilmente i problemi delle masse è quella dell'abbattimento del capitalismo e della conquista del socialismo, fondato sul potere politico del proletariato, e su tale questione è quanto mai necessario e urgente aprire una grande discussione in Italia.
Come ha scritto il Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi, nell'editoriale per il 45° Anniversario della fondazione del Partito: “Facciamo appello alle operaie e agli operai più avanzati, combattivi e informati a spingere i partiti, i sindacati, le associazioni e i movimenti di cui fanno parte a partecipare a questa pubblica discussione che riguarda il futuro dell'Italia. Con la consapevolezza che il proletariato è classe dirigente solo se ha in mano il potere politico totalmente, non parzialmente e in minoranza quando fa parte di un governo borghese. Il proletariato deve dirigere tutto ma non lo può fare senza il potere politico che può avere nel socialismo” .
Il socialismo e il potere politico erano anche l'aspirazione delle partigiane e dei partigiani comunisti, che impugnavano la bandiera rossa con la falce e martello e che costituivano la grande maggioranza delle forze della Resistenza e la sua anima politica e organizzatrice. Seppure nelle condizioni di allora il movimento partigiano non poteva andare oltre la liberazione dal nazi-fascismo e la riconquista delle libertà democratiche. Oggi però ci sono tutte le condizioni per far rivivere quell'aspirazione, ponendosi il problema del socialismo e del potere politico del proletariato, senza i quali non ci può essere la speranza di cambiare veramente l'Italia.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Liberiamoci dal governo del banchiere massone Draghi e dal capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato e per difendere i diritti e gli interessi del popolo!
Coi Maestri e col PMLI vinceremo!


20 aprile 2022