In una scuola media di Faenza (Ravenna)
La Lega contro lo studio di “Bella Ciao” a scuola
Occorre invece studiare di più Bella Ciao e la Resistenza anti-nazifascista, anche facendo entrare l'Anpi nelle scuole

Dal corrispondente dell'Emilia-Romagna
Come ogni anno, in particolare con l'avvicinarsi dell'Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, ai fascisti nostrani aumenta il “malessere” e sentono il bisogno, per nulla condiviso, di uscirsene con trovate revisioniste antipartigiane con la speranza di incrinare un po' per volta il sentimento antifascista del nostro popolo.
Questa volta è toccato al consigliere ex leghista di Faenza, da pochi mesi nel gruppo misto, Gabriele Padovani, lanciare strali contro il compito di una docente di musica di una scuola media di Faenza (Ravenna) assegnato per le vacanze di pasqua ai propri studenti, e cioè studiare la storica canzone partigiana Bella Ciao e fare un video, su impulso di un genitore che ha addirittura fotografato la pagina del diario col compito da fare per cercare di sollevare uno “scandalo”.
“Studino italiano e matematica, fuori la politica" ha “tuonato” Padovani, cianciando addirittura che “Bella Ciao è una canzone contrassegnata politicamente e oltretutto non fu mai nemmeno cantata dai partigiani. Per quale ragione la si propone a ragazzi di 12 anni? Forse la docente non aveva a disposizione una valida alternativa?”, rappresentata per lui guarda caso dal Va pensiero tanto caro alla Lega “Perché non Verdi piuttosto che i 'rossi'?”, raccogliendo ovviamente il plauso dei suoi ex camerati della Lega con il consigliere regionale Andrea Liverani “La politica resti fuori dalla scuola italiana”, e il deputato Gianni Tonelli che ha “informato” il ministero dell'Istruzione e annunciato un'interrogazione parlamentare.
Ovviamente il tentativo, oltre a creare un po' di clamore, non sta avendo particolare successo, anche per la dirigente dell'Istituto comprensivo "Faenza-San Rocco", quello in questione, Marisa Tronconi: "La professoressa di musica ha dato per compito lo studio a memoria delle parole di 'Bella Ciao': possiamo dire che ha usato un metodo 'antico', imparare a memoria e uno contemporaneo, costruire un video. L’insegnante ha proposto una canzone che rappresenta universalmente il desiderio di libertà e, storicamente, un percorso antifascista. Non credo che questo sia un gesto politico, perlomeno non nel senso 'partitico' del termine. È grave l’intrusione di politici sulle scelte della scuola. Questa decisione può non essere piaciuta ad una famiglia, ad un genitore e allora si discute, si scrive alla professoressa chiedendo spiegazioni, in uno scambio viso a viso all’interno del patto educativo... Fotografare la pagina di un diario e spedirla ad un politico perché quella Scuola sia stigmatizzata con scandalo pubblico: si fa politica di fronte a bambini di 12 anni, non si dà il compito di grammatica e altre considerazioni, è un metodo troppo semplificante, plateale e non riguardoso", difendendo anche nello specifico l'insegnante: "La sua scelta è pienamente legittima, inserita in un percorso storico, il 25 Aprile, che è una data di cui tutti i cittadini dovrebbero conoscere il significato. Si deve studiare con passione l’Inno d’Italia, Va’ pensiero, il Risorgimento, la Resistenza, tutto ciò che forma la coscienza storica dei cittadini e si deve conoscere la Costituzione e le Istituzioni della nostra Repubblica e dell’Europa. Inoltre si deve stare vicino ai giovani, agli adolescenti che, in questi anni, hanno visto aumentare alcune fragilità, incertezze, pensieri difficili. Tutto ciò va fatto insieme, scuola e famiglia, con funzioni diverse, con interscambio e con reciproche autonomie. La libertà di insegnamento è un valore fondante, di garanzia e responsabilità pubblica".
Il vigliacco attacco ha raccolto molteplici critiche, dalla Cgil al Pd (che a dire il vero con questi fascisti del XXI secolo ci sta al governo nazionale sostenendo il banchiere massone Draghi) e della giunta faentina di “centro-sinistra”: “Bella Ciao rappresenta musicalmente quell’humus storico, culturale ed emotivo su cui si fonda la nostra Repubblica, che prescinde da ogni interpretazione, queste sì di parte e strumentali, della Lega”.
Non solo la scelta della docente di far studiare Bella Ciao è pienamente condivisibile e andrebbe allargata a tutte le scuole d'Italia, dove sinora non lo si è fatto, ma occorre dire invece che la Resistenza è sempre meno studiata nelle scuole, dove invece trovano sempre più spazio le tesi antipartigiane e anticomuniste, a partire da quelle false sulla questione delle foibe, utilizzata come un grimaldello per scardinare il sentimento antifascista del nostro popolo, a partire dai giovani delle scuole. Non solo bisogna studiare Bella Ciao, ma bisogna studiare di più e meglio anche la gloriosa Resistenza anti-nazifascista, e a tal fine non sarebbe male se nelle scuole entrasse un'associazione storicamente rappresentativa della Resistenza come l'Anpi, che con i suoi rappresentanti, a partire purtroppo dai non molti partigiani ancora in vita, potrebbe dare un contributo importante alla formazione antifascista dei giovani, che dev'essere alla base della formazione “civica” di tutti, a partire proprio dalle scuole.

20 aprile 2022