Grandi cortei da Milano a Catania
Lo spirito del 25 Aprile rivive nelle piazze d'Italia
Bella Ciao colonna sonora. Nel mirino il governo Draghi, diversità sull'Ucraina, volantino firmato da PMLI, Azione civile, Confederazione sinistre italiane, Democrazia atea, Fronte popolare, Inventare il futuro, La città futura, Partito comunista italiano, Partito dei Carc, Risorgimento socialista. A Empoli PMLI e PCI fianco a fianco.
Interesse sul cartello del PMLI che propone la via della nuova Liberazione

Dopo due anni di repressione imposta dalla dittatura sanitaria dei governi Conte 2 e Draghi, finalmente lo spirito del 25 Aprile è tornato a rivivere impetuosamente con le migliaia di manifestazioni che hanno riempito tutte le piazze d'Italia in occasione di questo 77° Anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. Grande e più che mai calorosa e colorata, dopo due anni di stop alle manifestazioni in piazza, è stata infatti la partecipazione delle masse popolari antifasciste, a partire dalla grande manifestazione nazionale che tradizionalmente si tiene a Milano, fino ai più piccoli comuni sparsi in tutte le regioni d'Italia, con il canto partigiano di “Bella Ciao”, ormai diventato internazionale, a fare da colonna sonora in tutti i cortei.
Quest'anno poi ai temi della Resistenza e dell'antifascismo, oggi più sentiti che mai di fronte agli innumerevoli attacchi dei fascisti e neofascisti, primo fra tutti l'assalto squadristico alla sede della CGIL lo scorso ottobre a Roma, si sono aggiunti i temi della pace e dell'eroica resistenza del popolo ucraino contro la brutale invasione imperialista dell'esercito di Putin, che hanno portato in piazza molte bandiere della pace e quelle giallo-azzurre dell'Ucraina accanto alle bandiere rosse, ma anche suscitato interrogativi e divergenze di posizioni tra gli antifascisti e i democratici, e favorito tentativi di strumentalizzazione da parte delle istituzioni, dei partiti e dei media del regime neofascista per sdoganare l'atlantismo tra le masse e tentare di spostare a destra il significato di questa ricorrenza fondamentale della nostra storia.
Rientrano in questo quadro la forsennata campagna politico-mediatica di attacchi all'ANPI e al ruolo dei comunisti nella Resistenza, e i tentativi di snaturare il carattere antifascista e internazionalista delle manifestazioni con azioni provocatorie come la presenza ormai ricorrente della “brigata ebraica” con le bandiere di Israele; e quest'anno, approfittando dell'occasione offerta dalla guerra in Ucraina, perfino di bandiere degli Usa, della Gran Bretagna, della Ue e della Nato, come si è visto a Milano e Torino.
 

Il PMLI punto di riferimento degli antifascisti
Dall'altro lato, da parte di gruppi di manifestanti della sinistra antagonista e dei centri sociali, non sono mancati episodi e parole d'ordine che rivelano quantomeno una confusione di idee sull'aggressione imperialista russa e la resistenza ucraina, e in certi casi una più o meno dichiarata difesa della Russia di Putin, quasi si trattasse ancora di un paese socialista e non di una superpotenza imperialista con l'ambizione di ricreare l'impero zarista. Per esempio slogan come “no alla guerra” senza mai citare Putin come colui che l'ha scatenata, e “no alla Nato” senza schierarsi anche per la resistenza, la libertà e l'indipendenza dell'Ucraina, come certi inneggiamenti all'“indipendenza del Donbass”, assumono un carattere di ambiguità e finiscono per essere compiacenti con l'aggressore russo. E in questo ambito è vergognoso l'attacco del vignettista Vauro Senesi a Zelensky, accusato di essere pagato dagli Usa.
In tutti questi casi quanti finiscono per coprire Putin e non capire il carattere delle contraddizioni che contrappongono la Russia imperialista all'aggredita Ucraina dovrebbero riflettere sulle queste parole usate dal Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi nel suo Editoriale per il 45° compleanno del Partito: “Le superpotenze imperialiste dell'Ovest e quelle dell'Est, Cina e Russia, si contendono la nuova spartizione e il dominio del mondo, non si può quindi stare con le une o con le altre; quando un qualsiasi paese, anche se capitalista, viene aggredito da una di esse bisogna stare dalla sua parte. In base ai principi che la sovranità, l'indipendenza e la libertà di ogni paese sono inviolabili; che ogni popolo è padrone del proprio destino; che ogni nazione ha il diritto all'autodeterminazione; che l'antifascismo, l'antinazismo, così come la rivoluzione e il socialismo non si esportano con le armi.
Il PMLI, laddove era presente come a Milano, Biella, Cesena, Firenze, Prato, Empoli, Pontassieve, Borgo San Lorenzo e Catania, è stato più che mai un punto di riferimento per gli antifascisti, i democratici, i pacifisti e per chiarire loro le idee sulla guerra e sugli altri temi, con le sue bandiere con la falce e martello e l'effigie di Mao che hanno colorato di rosso i cortei, e i cartelli e i volantini con l'editoriale de “Il Bolscevico” sul 25 Aprile recanti la parola d'ordine che propone la via della nuova Liberazione dal capitalismo e dal governo Draghi, per il proletariato al potere e il socialismo.
A Empoli (FI), il PMLI e il PCI hanno partecipato fianco a fianco e con un volantino comune alla celebrazione del 25 Aprile. E quest'anno ha fatto il suo esordio alla Festa della Liberazione un volantino firmato dal PMLI insieme ad Azione civile, Confederazione sinistre italiane, Democrazia atea, Fronte popolare, Inventare il futuro, La città futura, Partito comunista italiano, Partito dei Carc, Risorgimento socialista, in cui si lancia la parola d'ordine “liberiamoci del governo Draghi! Apriamo una “grande discussione sull'alternativa di società al capitalismo e organizziamoci per prendere in mano il futuro del Paese”.
Per mancanza di spazio i resoconti dettagliati sulle manifestazioni a cui ha partecipato il PMLI saranno pubblicati sul prossimo numero de “Il Bolscevico”. Qui diamo un sintetico resoconto di alcune delle manifestazioni tra le più significative.
A Milano 70 mila persone, con la partecipazione della cellula “Mao Zedong” del PMLI, hanno dato vita nel pomeriggio ad una grande manifestazione con un corteo partito da Porta Venezia per confluire nella tradizionale Piazza Duomo. Nutrita la presenza di ucraini con le bandiere nazionali, ritratti di Zelensky, ritratti di Putin con i baffetti di Hitler, un grande striscione con la scritta “Aiutiamo la resistenza ucraina. Avviciniamo la liberazione dall'invasore russo”. Nutrita e combattiva anche una delegazione di palestinesi, dietro lo striscione “Nessuno è libero senza la Palestina libera”, e con cartelli con scritto “Resistenza non è terrorismo” e “Giù le mani da Gerusalemme”.
Era presente anche quest'anno la provocatoria “Brigata ebraica”, con le bandiere di Israele e uno striscione con la scritta “anche i sionisti liberarono l'Italia”, che si teneva vicina allo spezzone ucraino, insieme ai gruppi con bandiere della Nato, dell'Ue e degli Usa portate dall'Istituto liberale e dagli Amici di Israele. Le contestazioni alla “Brigata” sionista e alle bandiere imperialiste hanno finito perciò per coinvolgere anche gli ucraini, apostrofati inaccettabilmente da qualcuno come “nazisti”. Dal palco di Piazza Duomo hanno parlato anche due ucraine. Iryna Yarmolenko, profuga e consigliera comunale di Bucha, ha detto: “Questo intervento è il mio modo di essere partigiana. La mattina del 24 febbraio mi sono svegliata come in 'Bella ciao', con Putin che attaccava l’Ucraina”.
A Torino alcune migliaia di persone hanno partecipato al corteo con la tradizionale fiaccolata tra piazza Albarello e piazza Castello. Ci sono stati momenti di tensione per la presenza provocatoria di un gruppo di radicali, capeggiati dal consigliere comunale Silvio Viale, che esibivano bandiere della Nato, degli Usa e della Ue, e che sono stati fortemente contestati da gruppi di manifestanti con grida di “fuori la Nato dalla manifestazione” e con l'invito a Viale ad uscire dal corteo. Il quale si è rifiutato di accoglierlo dicendo che “questo è un corteo antifascista e italiano, e la Nato difende i valori occidentali contro l'imperialismo sovietico”(sic).
A Biella la sera del 24 aprile si è svolta una fiaccolata con partenza da piazza Lamarmora, sede dell'Anpi provinciale. Il 25 aprile la Liberazione è stata celebrata con un partecipato corteo con partenza dalla Sede Comunale fino al Parco della Rimembranza, con sosta al monumento dei caduti per la deposizione di una corona d'alloro, letture degli alunni delle scuole elementari e orazione ufficiale. Entrambe le manifestazioni hanno visto la partecipazione dell'attivissima Organizzazione di Biella del PMLI.
A Trieste circa duemila persone hanno partecipato alla manifestazione ufficiale nella ex Risiera di San Sabba, il famigerato campo di sterminio nazista in terra italiana. Alcuni gruppi della sinistra antagonista e dei centri sociali hanno manifestato fuori dalla Risiera, sventolando bandiere palestinesi e lanciando slogan come “no alla guerra, no al PD” e “fuori l'Italia dalla Nato”.
Nella stessa giornata della Liberazione dal nazi-fascismo, alcune decine di neofascisti appartenenti a Veneto fronte skinheads e Gruppo unione difesa si sono radunati alla foiba di Basovizza per una squallida e provocatoria contro celebrazione, del tutto indisturbata dalle “forze dell'ordine”, a base di gagliardetti neri e saluti romani.
A Legnago , in provincia di Verona, il sindaco Leghista, nonostante le proteste dell'Anpi, non aveva inserito una tappa del corteo al cippo commemorativo dei caduti legnaghesi nella lotta di Liberazione, ma solo a quello dei caduti di tutte le guerre. Ma i partecipanti, su iniziativa degli iscritti all'ANPI, l'hanno ripagato cantando a sorpresa “Bella Ciao” durante la sosta davanti al monumento.
A Firenze si è svolto nella mattina il tradizionale corteo ufficiale dal monumento ai caduti di piazza dell'Unità a piazza della Signoria, dove all'arrivo era presente anche una delegazione del PMLI. Nel pomeriggio, sempre con la presenza del PMLI, la Liberazione è stata celebrata con una festa popolare in piazza Santo Spirito e un corteo organizzati da Firenze antifascista. A Empoli , organizzata dall'ANPI, si è tenuta una manifestazione con la deposizione di una corona al monumento ai partigiani, a cui hanno partecipato unitariamente il PCI e il PMLI. Altre manifestazioni in Toscana a cui ha partecipato il PMLI si sono svolte a Prato , Pontassieve, Rufina e Borgo San Lorenzo.
A Roma il corteo organizzato dall'Anpi e dalla Cgil si è mosso a metà mattinata sulle note di “Bella Ciao” da Largo Bompiani per terminare a Piazzale dei Partigiani. Vi hanno partecipato circa 3.500 persone, tra le bandiere della Cgil, della Fiom, del PRC, di Emergency, qualche bandiera ucraina e molte bandiere della pace. Ma durante il corteo non sono mancati anche simboli filorussi come la “Z” e il nastro di San Giorgio e slogan come “Donbass libero”. Un'altra manifestazione alternativa a quella ufficiale, organizzata dai centri sociali, dai sindacati di base e dai collettivi studenteschi, si è svolta a Centocelle, periferia est della capitale. Mentre una terza manifestazione di stampo atlantista, con circa 200 persone, convocata da +Europa e dalla Comunità ebraica si svolgeva a Largo Argentina.
A Cagliari circa 2.500 persone hanno preso parte al corteo per la festa della Liberazione partito da piazza Garibaldi per terminare davanti al monumento ai caduti, dove è stata deposta una corona d'alloro.
Una Festa della Liberazione "alternativa" si è tenuta in piazza Yenne a Cagliari, organizzata dalle associazioni DonneambienteSardegna e Sardegna Pulita, con interventi al microfono ed esposizione di messaggi in solidarietà al giornalista Julian Assange. É stato inviato anche un appello alle massime istituzioni europee affinché “intervengano per la sua libertà". La sua estradizione negli Stati Uniti, hanno spiegato le associazioni, segnerebbe “la morte dell'informazione libera e il bavaglio alla libertà di tutti”.
A Catania la celebrazione del 25 Aprile, a cui ha partecipato in prima fila come sempre la cellula “Stalin” del PMLI, è iniziata alle ore 9, con una rappresentanza dell'ANPI che si è recata presso il cosiddetto “Arvulu rossu” (l'albero grosso) situato in Via Dusmet per ricordare le persone LGBT + che hanno partecipato alla Resistenza. Successivamente gli antifascisti e i democratici catanesi si sono ritrovati in piazza Stesicoro da dove è partito il corteo per via Etnea.
Con una sosta nel cortile del Municipio è stata deposta una corona d'alloro ai piedi della lapide con i nomi delle partigiane e dei partigiani catanesi morti nella lotta di Liberazione. Il corteo è quindi proseguito fino a Piazza Machiavelli, dove l'ANPI ha deposto una corona d'alloro presso la lapide collocata nella casa natale di Graziella Giuffrida, partigiana catanese di 22 anni morta a Genova durante la Resistenza. Sono seguiti gli interventi della presidentessa dell'ANPI e della rappresentante della comunità ucraina, per terminare con letture, musiche e canti della Resistenza. L'Anpi locale ha ringraziato il PMLI per il comunicato della Cellula catanese dal titolo: Per un 25 Aprile unitario a Catania.
Da segnalare anche, a proposito dei vari tentativi di contrabbandare l'atlantismo tra i valori della Resistenza, l'iniziativa presa dal sindaco e dal Consiglio comunale di Acicastello, nel quadro dei festeggiamenti del 25 Aprile, di conferire un'onorificenza
al Comando della stazione aeronavale della marina statunitense Nas di Sigonella, “per il contributo fornito sul territorio siciliano nella ricerca della libertà e della pace”.

27 aprile 2022