PMLI e PCI celebrano unitariamente il 25 Aprile a Empoli
Forti interventi di Cammilli e Scardigli. Censura dei media locali

Redazione di Fucecchio
Il 25 Aprile i compagni della Cellula “Vincenzo Falzarano” di Fucecchio del PMLI e quelli della sezione del PCI Empolese-Valdelsa hanno celebrato assieme a Empoli il 77° della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. È il secondo anno consecutivo che ciò avviene ed è un esempio concreto di che cosa significhi unità d'azione tra i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello.
Il ritrovo era nella centrale Piazza Farinata degli Uberti, da dove è partita la manifestazione organizzata dall'Anpi a cui hanno partecipato anche le istituzioni locali, tra cui la sindaca del PD Brenda Barnini. Al corteo erano presenti militanti e simpatizzanti dei due partiti che hanno caratterizzato il percorso con le loro bandiere rosse fiammanti e il canto di “Bella Ciao”.
L'iniziativa istituzionale si è conclusa davanti al monumento di Piazza XXIV Luglio, così denominata per ricordare i 29 martiri empolesi caduti per una rappresaglia nazista nell'estate del 1944, scattata dopo uno scontro tra partigiani e una pattuglia tedesca avvenuta mentre quest'ultima cercava di reprimere le iniziative della Resistenza locale. Qui è terminato anche il volantinaggio, iniziato fin dalla prima mattinata, che annunciava l'iniziativa promossa da PMLI e PCI “per commemorare, da comunisti, la Resistenza” e che si è tenuta nella stessa piazza subito dopo quella ufficiale.
Per prima cosa è stata deposta una corona portata da una rappresentante del PMLI e da uno della FGCI in “onore ai martiri antifascisti”. La corona, con un nastro rosso e le firme dei due partiti, è stata collocata alla base del monumento che ricorda i caduti della strage di Empoli facendo bella mostra di se accanto a quella deposta dall'amministrazione comunale.
Dopo l'intervento di un giovane della locale Fgci, hanno preso la parola per il PMLI Andrea Cammilli e per il PCI Sandro Scardigli. Entrambi hanno iniziato ricordando la Resistenza e condannando il revisionismo storico, portato avanti dalla destra e dalla “sinistra” borghese, che sta riabilitando il ventennio mussoliniano. Ultimo atto l'istituzione di una “Giornata della memoria” in ricordo del “sacrificio” e dell'“eroismo” degli alpini a Nikolajewka, che commemora la spedizione imperialista dei 230 mila uomini dell'Armir voluta da Mussolini per appoggiare la guerra di sterminio di Hitler contro il popolo dell'Unione Sovietica.
Entrambi, seppur con sottolineature diverse, hanno condannato la guerra scatenata da Putin contro l'Ucraina. Condanna unanime anche della politica bellicista del governo del banchiere massone Draghi e del coinvolgimento dell'Italia nel conflitto, dell'aumento delle spese militari e dell'invio di armi. Sostegno e solidarietà invece ai lavoratori che si oppongono nei porti e aeroporti del nostro Paese all'invio di materiale bellico.
Nel suo intervento (che pubblichiamo a parte) il compagno Andrea Cammilli ha ricordato anche il contributo locale dato alla Resistenza e all'antifascismo e rilanciato la proposta di mettere all'ordine del giorno il superamento del capitalismo e la necessità del socialismo, unico modo per garantire la pace e il benessere del nostro popolo.
La bella manifestazione si è conclusa con il canto collettivo di “Fischia il vento”.
Da segnalare la intollerabile censura dei media locali verso il PMLI e il PCI. Giornali e siti internet non solo hanno ignorato l'iniziativa congiunta, ma nei loro servizi fotografici sulla manifestazione ufficiale hanno evitato accuratamente di riprendere le nostre bandiere rosse con la falce e martello. Un’ignobile impresa, poiché era molto più difficile evitarle. O forse sono state riprese ma poi scartate in fase di pubblicazione.
La giornata si è conclusa con la deposizione di una corona d'alloro della sindaca di Empoli al Cippo Ricordo ai martiri antifascisti nella frazione di Fontanella lungo la via Senese romana. Qui una delegazione di compagni, che già nella mattina aveva reso omaggio al monumento con i volantini unitari e la locandina del Partito, è stata presente dispiegando sul fondo la bandiera del PMLI, ben accolta dalla popolazione.
 
 
L'intervento di Andrea Cammilli per il PMLI alla manifestazione unitaria di Empoli
Ispirandoci allo spirito e all'insegnamento della Resistenza, uniamoci e lottiamo contro il capitalismo e per il socialismo
Il 25 Aprile 1945 il popolo italiano con alla testa le partigiane e i partigiani, insorgendo in armi in tutte le città del Nord, completava vittoriosamente la Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo. Fu un lungo, duro e sanguinoso cammino, iniziato con l'insurrezione popolare delle eroiche quattro giornate di Napoli dell'autunno del '43, e che ebbe come altre tappe fondamentali la Liberazione di Roma, a cui i partigiani dei Gap dettero un importante contributo, la Liberazione di Firenze, pianificata e realizzata interamente dalle brigate partigiane, e il controllo partigiano di vaste zone rurali e montane a Nord della linea gotica, che preparò l'insurrezione generale in tutto il Nord.
Anche le nostre zone furono protagoniste della Resistenza e pagarono un grande tributo di sangue e di sacrifici sia nella lotta partigiana che nell'opposizione al regime fascista. Basti ricordare i fatti del 1921: l'uccisione da parte degli squadristi del sindacalista comunista Spartaco Lavagnini a Firenze, lo sciopero e gli scontri che ne seguirono qui ad Empoli tra la popolazione e i militari. La durissima repressione scatenata subito dopo non piegò lo spirito antifascista e le idee rivoluzionarie che si erano diffuse in città. A Empoli i fascisti non riuscirono mai a spadroneggiare, nemmeno nei momenti in cui il potere mussoliniano era più saldo.
E come non ricordare le donne e gli uomini che scelsero la lotta partigiana, le deportazioni nei lager di operai e contadini dei paesi di tutto il comprensorio, oppure le tante fucilazioni e omicidi di comunisti e antifascisti, o vere e proprie stragi, come l'Eccidio del Padule di Fucecchio dove furono trucidate dai nazifascisti quasi 200 persone.
Noi marxisti-leninisti intendiamo difendere e mantenere sempre vivo lo spirito antifascista, proletario e popolare della Resistenza contro tutti i tentativi di snaturarla, istituzionalizzarla e cancellarla dalla memoria e dal cuore del popolo. Questo è tanto più vero oggi, che il vecchio fascismo ha rialzato la testa sotto nuove forme e la guida degli aspiranti duce d'Italia Salvini e Meloni. Per questo dobbiamo esigere che siano messi al bando tutti i partiti e i gruppi neofascisti, neonazisti, xenofobi e razzisti, applicando la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista. Draghi invece continua a rifiutarsi di sciogliere per decreto Forza Nuova dopo il suo assalto squadrista alla Sede nazionale della Cgil, infischiandosene di quanto chiesto a gran voce dai 200 mila antifasciste e antifascisti con la grande manifestazione del 16 ottobre scorso a Roma e delle recenti richieste di condanna della Procura ad alcuni caporioni di quel partito.
Si stanno anzi moltiplicando i tentativi di riabilitazione del fascismo, approfittando del clima nazionalista, patriottardo e bellicista che si è instaurato dopo l'aggressione imperialista di Putin all'Ucraina. Il più grave l'approvazione in via definitiva il 5 aprile in Senato della legge che istituisce il 26 gennaio come “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini, al fine di conservare la memoria dell'eroismo dimostrato nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale”.
Si tratta di una chiara operazione di revisionismo storico, tesa ad oscurare il Giorno della memoria del 27 gennaio, che ricorda la Liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa nel 1945, riabilitando la spedizione imperialista dei 230 mila uomini dell'Armir voluta da Mussolini per appoggiare la guerra di sterminio di Hitler contro il popolo dell'Unione Sovietica: ancora un altro sporco attacco alla Resistenza e all'antifascismo sul modello del “Giorno del ricordo” delle foibe già messo a segno nel 2004 dalla destra parlamentare neofascista con la complicità della “sinistra” rinnegata e riformista. Un atto che infanga tra l'altro la memoria di tutti gli alpini che combatterono e morirono nelle file partigiane in Italia e in altri paesi.
Inoltre si sono infittiti gli attacchi all'Anpi che viene accusata di “equidistanza” tra gli aggrediti e gli aggressori o addirittura di parteggiare per Putin, soprattutto per essersi espressa contro l'invio delle armi e l'aumento delle spese militari decisi dal governo Draghi e contro la provocatoria presenza di bandiere della Nato nelle manifestazioni del 25 Aprile.
Secondo noi gli antifascisti non possono che stare dalla parte del popolo ucraino aggredito e contro l'esercito aggressore di Putin, ma non possono certo appoggiare né l'imperialismo dell'Est né l'imperialismo dell'Ovest, tanto meno il governo Draghi. Le superpotenze imperialiste si stanno affrontando per decidere una nuova spartizione del mondo, come alla vigilia della carneficina della 1ª guerra mondiale, che Lenin analizzò magistralmente nella sua ancora attualissima opera “L'imperialismo fase suprema del capitalismo”.
Noi siamo contrari all'invio di armi all'Ucraina da parte del governo Draghi perché in questo modo si trascina di fatto il nostro Paese in guerra con la Russia e lo si espone a pericolose ritorsioni. Così come bisogna rifiutare l'aumento delle spese militari. Il PMLI è per l'uscita della Russia, degli Usa e della Nato dall'Ucraina, per un'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale, e che l'Italia esca dalla Nato e dall'Ue. E se l'imperialismo italiano intendesse partecipare ad una guerra mondiale tra le superpotenze il popolo italiano dovrebbe insorgere per impedirglielo: questo è l'unico vero modo di rispettare lo spirito della Resistenza e l'insegnamento che ci hanno lasciato le partigiane e i partigiani.
Ispirarsi allo spirito e all'insegnamento della Resistenza oggi vuol dire anche lottare contro il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza, della Nato e dell'Ue imperialiste. Liberarsi dal governo del banchiere massone Draghi, nato da un golpe bianco di Mattarella e sostenuto da una disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghesi per trarre fuori il capitalismo italiano dalla crisi economica e dalla pandemia scaricandole sulle spalle del proletariato e delle masse popolari, è l'unica via per difendere gli interessi del popolo. Lo dimostra il suo immobilismo verso i problemi della disoccupazione, della sanità, della scuola, dell'evasione fiscale, del caro vita e delle bollette, mentre aumenta la spesa militare al 2% del Pil togliendola dalla spesa sociale mentre a Coltano vuole costruire una nuova base dei battaglioni dei carabinieri con i soldi del PNRR.
È necessario abbatterlo quanto prima e intensificare la lotta di classe, costruendo un vasto fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antidraghiane, se si vuol risolvere i problemi più urgenti delle masse: dal lavoro ai salari, dalla salute alla sicurezza sul lavoro, dall'orario di lavoro alle pensioni, dall'emergenza climatica alla trasformazione energetica rinnovabile, senza tralasciare l'uscita dell'Italia dalla Nato e dalla Ue e il ritiro di tutte le missioni militari all'estero.
Ma la questione più importante e di fondo, per prevenire un coinvolgimento dell'Italia nella guerra imperialista e per risolvere stabilmente i problemi delle masse è quella dell'abbattimento del capitalismo e della conquista del socialismo, fondato sul potere politico del proletariato. E su tale questione è quanto mai necessario e urgente aprire una grande discussione in Italia.
Il socialismo e il potere politico erano anche l'aspirazione delle partigiane e dei partigiani comunisti, che impugnavano la bandiera rossa con la falce e martello e che costituivano la grande maggioranza delle forze della Resistenza e la sua anima politica e organizzatrice. Oggi dobbiamo e vogliamo far rivivere quell'aspirazione, ponendosi il problema del socialismo e del potere politico del proletariato, senza i quali non ci può essere la speranza di cambiare veramente l'Italia.
Siamo consapevoli delle divergenze che esistono tra PMLI e PCI, ma abbiamo puntato sui temi che ci uniscono, e sono tanti, sia locali che nazionali. Avevamo auspicato una partecipazione più ampia a questa iniziativa, e ci abbiamo provato ad allargarla a tutte le forze che si oppongono alla guerra, al governo Draghi, al capitalismo e hanno come obiettivo il cambiamento dell'attuale società, che per noi è il socialismo. Ma queste forze sono state titubanti e dopo aver espresso dubbi e perplessità, si sono defilate. In ogni caso noi siamo pronti in futuro a unirci per le battaglie comuni.
Intanto rafforziamo l'unità e la collaborazione tra il PCI e il PMLI, a partire dall'antifascismo, per affrontare meglio sul nostro territorio le battaglie per la difesa dei lavoratori, dell'ambiente, della sanità, della scuola pubblica e di tutti i servizi e beni d'interesse pubblico.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Liberiamoci dal governo del banchiere massone Draghi e dal capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato e per difendere i diritti e gli interessi del popolo!

4 maggio 2022