L'armata neonazista del nuovo zar Putin subisce gravi perdite nel Donbass
Missili su Kiev e Odessa. La popolazione di Kherson non si piega all'invasore. Ventimila civili uccisi a Mariupol. Cumulo di bugie di Lavrov all'agenzia cinese
Zelensky: Cacceremo l'occupante, l'Ucraina sarà liberata

Nonostante la disparità delle forze in campo e il ricorso a massicci bombardamenti sulle città e contro la popolazione inerme, la battaglia del Donbass resta il principale obiettivo strategico della Russia per raggiungere lo scopo dichiarato di assicurarsi il controllo degli oblast di Donetsk e Lugansk, ma l'avanzata dell'armata zarista a Est viene definita dalla CNN “lenta e irregolare” a causa soprattutto della tenace resistenza del popolo, dell'esercito e del governo ucraini che dà fondo a tutte le proprie energie per cacciare l'invasore, riuscendo anche a colpire ed a bombardare alcuni posti di frontiera russi nel Kursk, nel Bryansk, a Belgorod ed a Perm, nello stabilimento dove si produce anche polvere da sparo per alcuni armamenti, compresi i sistemi lanciamissili Grad e Smerch.
Le forze armate ucraine hanno annunciato la riconquista del villaggio di Ruska Lozova, di grande importanza strategica, utilizzato dai russi come base per bombardare Kharkiv. Oleksyi Arestovich, il principale consigliere di Zelensky, ha parlato di perdite “colossali” per i russi, pur ammettendo le proprie. Si parla di 23.800 soldati russi uccisi dall'inizio della guerra ad oggi. Secondo fonti britanniche Mosca avrebbe perso un quarto delle forze armate impiegate.
Zelensky stesso in un discorso alla nazione del primo maggio ha affermato che “tutte le città occupate dai russi saranno liberate”, incalzando ancora la Resistenza, ed affermando che “L'Ucraina è disposta ad accettare la neutralità chiesta da Mosca solo se la Russia lascerà tutti i territori occupati, inclusa la Crimea.” . Gli fa eco il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba in una intervista all'agenzia Xinhua, di cui riferisce la Tass: "L'unico modo per garantire ordine e stabilità a lungo termine in Ucraina è ripristinare la sovranità su tutto il suo territorio entro i confini internazionalmente riconosciuti".
Tuttavia l'esercizio zarista continua a sferrare attacchi missilistici come ha fatto su Kiev quando era presente anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, e su altre città ucraine, a partire dal Donbass ma non solo. I missili cadono su obiettivi militari, di rifornimento, ma anche civili a Dnipropetrovsk, Elyka Kostromka, Horodyshche, Zaporizhzhia, Sumy, Kharkiv, Marian, Rubizhne, Popasna, Lyman, ancora Kiev e Severodonetsk ed ora l'esercito zarista sarebbe pronto a muovere una offensiva verso Sloviansk. A Kherson l'amministrazione filorussa ha definito "impossibile" un ritorno della città sotto il controllo di Kiev ed ha annunciato il passaggio al rublo come moneta corrente; anche il provider locale di servizi internet SkyNet è stato agganciato alla rete russa Rostelecom dopo che i servizi di telefonia mobile ucraini sono stati interrotti dai russi che occupano la città. Ma la popolazione non molla e resiste.
Bombardamenti anche dal mare, ad opera di un sottomarino russo, fatto che rappresenta un inedito in questa guerra fatta da fregate, aerei, sistemi missilistici, ma non da sottomarini. Bombardata anche Odessa con morti e feriti, della quale è stato danneggiato anche l'aeroporto ed una chiesa ortodossa; città che da due mesi si sta preparando all'invasione.
A causa dell'invasione russa, oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate di grano sono bloccate nei porti ucraini. "La fame non dovrebbe diventare un'arma", ha affermato Martin Frick, funzionario del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp).
La città martire di Mariupol, ormai ridotta a una massa di macerie, continua ad essere accerchiata. "In due mesi l'esercito russo ha ucciso il doppio delle persone rispetto ai nazisti nei due anni di occupazione, durante la seconda guerra mondiale - ha detto il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko - se i tedeschi sterminarono 10mila civili a Mariupol, infatti, gli occupanti russi in due mesi ne hanno già uccisi più di 20mila, e oltre 40mila persone sono state deportate con la forza”. In questi ultimi giorni secondo il quotidiano Ukrainska Pravda sarebbe iniziata l'evacuazione dei civili da Mariupol verso Zaporizhzhia.
Mosca continua gli attacchi alle acciaierie Azovstal, totalmente distrutte in superficie, ma che ospitano nei suoi fondi, soldati e 200 civili ormai allo stremo delle forze. Nell'acciaieria ci sarebbero anche 20 minori, il più giovane dei quali ha quattro mesi, ed un recente attacco russo contro l'ospedale da campo dello stabilimento, ha privato la struttura di attrezzature mediche vitali e che "è rimasta pochissima acqua e poco cibo". 600 sarebbero i feriti, e i militari ucraini lì asserragliati hanno rinnovato l'invito al leader fascista Erdogan affinché avvii una procedura di “estrazione “ e li porti in Turchia. Negli ultimi giorni, attraverso tre corridoi umanitari faticosamente ottenuti, circa 200 civili sono stati fatti evacuare, ma la stragrande maggioranza rimane ancora nelle profondità dell'acciaieria.
Nel frattempo si moltiplicano le denunce di stupro perpetrate dai soldati russi e molti enti di beneficenza stanno lavorando per distribuire pillole contraccettive d'emergenza alla popolazione femminile ucraina. Intanto è stata scoperta una nuova fossa comune con circa 900 cadaveri vicino Kiev.
 

G20, sanzioni, gas e le altre relazioni internazionali
Dopo la conferma dell'Indonesia, Paese ospitante il G20 del prossimo autunno, dell'invito sia alla Russia che all'Ucraina, la comunità internazionale auspicava un incontro fra Putin e Zelensky per lo meno in quell'occasione, visto il pesante rallentamento dei negoziati.
Frena però il portavoce del Cremlino Dmitry Pescov, che ha definito “prematuro” l'incontro stesso e soprattutto la presenza in persona di Putin. Ciò testimonia, se non bastassero gli eventi a dimostrarlo, che il fallimento dei negoziati avviene soprattutto per mano russa, concentrata esclusivamente sull'occupazione militare del Donbass e dei territori già annessi, al costo di radere al suolo un intero Paese come avviene ormai da oltre 2 mesi. Naturalmente le accuse sono reciproche, ma i fatti parlano chiaro, con Zelensky che si dichiara quotidianamente pronto a vedere Putin, nonostante le dichiarazioni del ministro russo Lavrov che rilancia le responsabilità del nulla di fatto a Kiev ed al sostegno della Nato: “se gli Stati Uniti e la Nato fossero veramente interessati a risolvere la crisi ucraina, dovrebbero smettere di inviare armi a Kiev, (…) invece stanno facendo di tutto per impedire la fine dell'operazione con accordi politici”, ha detto all'agenzia cinese Xinhua.
Sempre in relazione alle trattative per mettere fine all'aggressione, Kiev, secondo il quotidiano Guardian, avrebbe domandato alla Cina di entrare a far parte dei Paesi che dovrebbero fare da garanti.
Intanto la commissione UE ha avviato un nuovo round per proporre un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, ma da quel che si dice adesso, non scatteranno quelle più importanti e forse le uniche incisive quali quelle relative allo stop immediato delle forniture energetiche, in particolare di gas, previste al massimo al 2023. Anche le restrizioni sulle transazioni finanziarie non riescono a contenere i pagamenti in dollari delle riserve di Mosca sugli eurobond, pagati attraverso una triangolazione di banche non sanzionate; troppo ghiotti i miliardi di euro che la finanza internazionale muove per i capitalisti di ogni Paese del mondo, e la logica della mancanza di un vero embargo energetico affonda le sue motivazioni nelle stesse radici del profitto internazionale, Russia inclusa.
Lavrov minimizza anche l'efficacia delle sanzioni stesse, affermando che nessuna di esse “spingerà la Russia a chiedere aiuto e perdono” ma sottolineando che esse sono parte integrante dei negoziati fra Mosca e Kiev. Sulla guerra del gas inoltre, il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha dichiarato che se l'Unione Europea intende fare a meno del gas russo, non c'è motivo per non interrompere subito le forniture, invece di attendere che sia in grado di rimpiazzarle. Inoltre lo stesso Volodin ha affermato di voler rispondere in modo simmetrico al congelamento dei beni russi da parte di alcuni Paesi, adottando “misure speculari nei confronti delle imprese in Russia i cui proprietari provengono da “Paesi ostili”, dove sono state prese tali misure, e dunque confiscare questi beni".
 

La Russia liquida l'Osce e continua la sua propaganza menzognera
Dopo otto anni di mandato, l'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), unico organismo internazionale a documentare la situazione sul campo, ha annunciato ufficialmente la fine della sua missione di osservazione in Ucraina in conseguenza del veto posto al suo rinnovo il 31 marzo dalla Russia che a seguito dell'occupazione li ha considerati “di parte”. Il processo era stato avviato nel 2014, dopo lunghi negoziati tra Occidente e la Russia, allo scopo di monitorare l'applicazione del cessate il fuoco tra l'Ucraina e le due regioni separatiste filo-russe di Donetsk e Lugansk nel quadro degli accordi di Minsk.
Mosca smentisce il coro occidentale secondo il quale Putin vorrebbe la fine vittoriosa della guerra per il 9 maggio; il ministro degli Esteri russo Lavrov a Zona bianca su Rete4 del primo maggio ha affermato che "I nostri militari non adatteranno artificialmente le loro azioni a nessuna data, incluso il Giorno della Vittoria". Ciò significa che l'occupazione di stampo nazista è quindi probabilmente destinata a proseguire ed a causare ulteriori indicibili sofferenze alla popolazione ucraina, oltre a quelle già provate in un Paese sovrano aggredito e raso al suolo dalle truppe imperialiste neozariste di Putin.
Lo stesso Lavrov nell'intervista all'agenzia di stampa cinese Xinhua già accennata, ha raccontato una montagna di menzogne indicando quale motivo scatenante l'aggressione la minaccia di una Nato che ha sempre considerato l'Ucraina come uno strumento per “contenere” la Russia, l'ambiguità dell'Onu nel riconoscere i “referendum” delle libere repubbliche filorusse di Crimea, del Donetsk e del Lugansk, i programmi biologici in prossimità dei confini russi, passando per una lettura distorta dei trattati di Minsk ed in sostanza confermando le sue mille ragioni che giustificherebbero l'aver scatenato una guerra d'aggressione su larga scala e l'annientamento di un Paese sovrano.
Il suo capolavoro menzognero è la chiusura dell'intervista stessa quando afferma che: “l'operazione militare speciale sta procedendo secondo il piano. Secondo questo piano, il personale militare russo sta facendo tutto il possibile per evitare vittime tra i civili. I colpi vengono eseguiti con armi di alta precisione, prima di tutto contro le infrastrutture militari e i luoghi dove sono concentrati i veicoli blindati. A differenza dell'esercito ucraino e dei gruppi armati nazionalisti che usano le persone come scudi viventi, l'esercito russo fornisce ai locali ogni tipo di assistenza e supporto.”.
Inoltre Lavrov aveva affermato: "Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcuni significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche" in risposta ad una domanda fattagli nella trasmissione italiana “Zona Bianca” sulla berlusconiana Rete 4, nella quale si chiedeva se egli non ritenesse paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che deve essere "denazificato". Risponde la comunità ebraica: "Lavrov riscrive la storia sul modello dei Protocolli dei Savi di Sion, il fondamento della letteratura antisemita moderna creato nella Russia zarista - continua - La cosa più grave è inoltre che certe affermazioni siano avvenute in una televisione italiana, senza contraddittorio, e senza che neanche l'intervistatore opponesse la verità storica alle menzogne che erano state pronunciate. Questo non è accettabile e non può passare sotto silenzio".
L'aggressività dell'imperialismo russo ha convinto il premier del Regno Unito Johnson a inviare un contingente di oltre 8mila soldati nell'Europa orientale che prenderà parte a esercitazioni e addestramenti militari. Esercitazioni previste assieme a decine di migliaia di uomini Nato e dell'alleanza. Il Joint Expeditionary Force, che include Finlandia e Svezia, prossimi all'ingresso nella Nato stessa, rappresenta uno dei più grandi spiegamenti di forze armate dalla guerra fredda ad oggi. Ma lo sfrenato interventismo senza limiti di Johnson aumenta gli oppositori interni: "Non vogliamo che i cittadini britannici vadano a combattere in Ucraina" ha detto in un'intervista a Sky News la sottosegretaria al Commercio internazionale del Regno Unito Anne-Marie Trevelyan, dopo che un cittadino britannico è rimasto ucciso nel Paese ed un altro risulta disperso.
 

Nuovi armamenti anche pesanti a Kiev
Biden nel frattempo ha proposto al Congresso lo stanziamento di altri 33 miliardi di dollari per la questione ucraina che, secondo il New York Times, porterebbero gli USA a spendere più di quanto fatto in tutta la missione afghana. Intanto il governo tedesco sta considerando la consegna all'Ucraina di obici semoventi PzH 2000 della Bundeswehr, come scrive Die Welt , citando fonti governative. Si tratterebbe di una spedizione a cui potrebbero contribuire anche Italia e Paesi Bassi, visto che entrambi hanno in dotazione lo stesso corazzato. Il governo tedesco, fra l'altro, sta valutando la revoca degli incarichi e dei benefici di cui gode l'ex cancelliere socialdemocratico, Gerard Schroeder, a causa del suo rifiuto di condannare l'invasione russa dell'Ucraina e di lasciare le poltrone che occupa ai vertici delle compagnie energetiche russe Rosneft e North Stream.
Frattanto il cancelliere Scholz, parlando alla manifestazione del 1° maggio a Duesseldorf, ha definito “obsoleto” un approccio pacifista alla guerra, promettendo di continuare a “sostenere l'Ucraina con soldi, aiuti e anche armi”.
Anche la Polonia ha inviato oltre 200 carri armati 'T-72' in Ucraina nelle ultime settimane. L'Eliseo annuncia che la Francia ha fornito a Kiev oltre 100 milioni di euro di aiuti militari.

4 maggio 2022