Riflessioni e proposte sul Primo Maggio
 
 
Tornare in piazza a celebrare il Primo Maggio, così come il 25 aprile pochi giorni prima, dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, è stato senz'altro bello ed importante. Erano presenti le delegazioni comunali ed i sindacati confederali promotori, un partito organizzato e tanti singoli e singole che hanno voluto essere presenti. Non possiamo però ignorare l'evidente mancanza di giovani, di studentesse e studenti e di rappresentanze operaie di fabbrica o aziendali, tranne rarissime eccezioni. Insomma, il corteo c'è stato ed è stato un bene, ma la partecipazione e la composizione hanno sottolineato a nostro modesto avviso una forte necessità di rilancio.
Questa evidente flessione, progressiva negli anni, chiama ad impegno maggiore per “rinverdire” il significato del Primo Maggio e la sua partecipazione; le istituzioni dovrebbero impegnarsi più a fondo a diffondere il Corteo dandone quantomeno ampio risalto sui social e attraverso le pubbliche affissioni in maniera più tempestiva e differente rispetto a quanto fatto sinora che è assolutamente insufficiente. Le scuole in quanto istituzioni, le studentesse e gli studenti, devono essere preparati e stimolati alla partecipazione in ogni modo possibile.
Lo stesso appello ad un maggiore impegno lo rivolgiamo anche ai sindacati confederali e di base affinchè, oltre a continuare a promuovere l'iniziativa, la preparino con cura in ogni fabbrica, in ogni azienda nelle quali sono presenti, in maniera tale da coinvolgerli e farli scendere in piazza in questa importantissima giornata di lotta mondiale. Non può essere sufficiente la presenza di minuscole delegazioni operaie e della quasi esclusiva presenza delle categorie dei pensionati, che rappresentano oggi senz'altro la maggioranza dei presenti al corteo di Pontassieve.
 
Cenni storici del Primo Maggio
Recuperare la coscienza del Primo Maggio significa tener presente che questo giorno è sinonimo di emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori ed i primi a celebrarlo furono gli operai e le operaie americane a Chicago nel 1886 quando scesero in piazza in oltre 50 mila per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore in un contesto che vedeva i capitalisti imporre, anche ai fanciulli, di lavorare per un misero salario dalle 12 alle 16 ore al giorno pena il licenziamento. La manifestazione fu repressa nel sangue dalla polizia e dall'esercito, e seguirono le impiccagioni per i leader del movimento. Il Primo maggio come Giornata internazionale dei lavoratori viene istituita nel 1889 a Parigi, dal Congresso di Fondazione della Seconda Internazionale di cui Engels sarà dirigente e capo riconosciuto.
In Italia viene celebrata dal 1890 e da allora ha segnato momenti storici di lotta incancellabili: le proteste del 1914 contro la prima guerra mondiale imperialista; le lotte operaie del 1920; gli scioperi del 1943 contro la dittatura mussoliniana; le folle immense che riempirono le piazze nel 1945 all'indomani della Liberazione dal nazifascismo; la manifestazione di Portella della Ginestra del '47 dove fu compiuta la prima strage di Stato; le grandi lotte del '68 e degli anni '70. Così è stato anche in tutto il mondo.
Non è un caso che sia Hitler che Mussolini appena saliti al potere abolirono tassativamente la celebrazione della ricorrenza. Il duce ad esempio sostituì il 1° Maggio, con la "Festa del Lavoro " in chiave corporativa fascista, da tenersi il 21 aprile ricorrenza del "natale di Roma"; una definizione largamente usata anche oggi dai media, dai partiti istituzionali e, purtroppo, anche da parte dei sindacati stessi in pericolosa e fuorviante sostituzione di quella che è da sempre la Giornata Internazionale dei Lavoratori e delle Lavoratrici. Perchè in sostanza, parlando di “Festa del Lavoro”, qual è il lavoro che si celebra? Quello attuale, spesso precario, deregolamentato e comunque in ogni caso sfruttato e sottopagato?
Per questo invitiamo anche tutti i partiti presenti in Valdisieve che si dichiarino antifascisti e che abbiano a cuore la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, a partecipare con le proprie insegne al corteo fin dal prossimo anno; stentiamo a credere che vi sia rimasto solo il nostro sul territorio a rivendicare con orgoglio l'eredità di quelle lotte di fondamentale portata storica e sociale che dovrebbe rivivere anche oggi, in una società in cui anche le semplici 8 ore di lavoro al giorno sono un miraggio per la maggior parte della classe lavoratrice.
 
La nostra proposta
Infine proponiamo alle istituzioni, ai sindacati confederali e di base, alle associazioni che lo vorranno a partire dall'ANPI, ai collettivi studenteschi, movimenti giovanili, femminili ed ai partiti antifascisti, la costituzione di un comitato territoriale unitario del “Primo Maggio” che possa celebrare questa giornata di lotta mondiale ultracentenaria in maniera più partecipata e cosciente sotto tutti i punti di vista.
È indubbio che, non senza responsabilità da parte della “sinistra” istituzionale e di governo, la celebrazione del 1° Maggio ha perso smalto e significato politico proletario rivoluzionario, ma noi marxisti-leninisti continueremo a fare la nostra parte per far riscoprire la sua storia e il suo carattere proletario, per gridarlo nelle piazze, scrivendolo a lettere giganti sulle nostre bandiere e sui nostri cartelloni.
Viva il 1° Maggio!

 

Cellula “F. Engels” della Valdisieve
Partito Marxista-Leninista Italiano

 

Pontassieve, 4 maggio 2022