La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina diede un contributo fondamentale per la sconfitta del nazismo

La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, quale Stato membro dell'Unione Sovietica, diede un contributo fondamentale, insieme a tutti gli altri Stati che componevano la federazione socialista, alla sconfitta del nazifascismo durante tutta la seconda guerra mondiale.
Questo ruolo fu riconosciuto innanzitutto dall'ONU, dove l'Ucraina ebbe sin dalla fondazione di questa organizzazione internazionale, insieme alla Bielorussia, un seggio all'Assemblea e nel Consiglio di sicurezza come membro non permanente, mentre l'Unione Sovietica ebbe un seggio all'Assemblea e fu membro permanente al Consiglio di sicurezza. Tali seggi alle due repubbliche socialiste furono fortemente voluti dal governo dell'Unione Sovietica affinché venisse evidenziato il contributo fondamentale di queste due nazioni, che si trovarono in prima linea nell'eroica lotta al nazifascismo. Come ebbe a sottolineare Stalin: “Fu con le epiche vittorie sul fronte di Stalingrado (settembre 1942-gennaio 1943) e di Char'kov in Ucraina (luglio-agosto 1943) che l'Armata Rossa cambiò strategicamente le sorti della guerra.”
 

L'apporto della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina all'Armata Rossa
La Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fornì all'Armata Rossa, durante la seconda guerra mondiale, circa sette milioni di militari di cui oltre 200 tra generali e ammiragli, tra i quali sette furono comandanti di armate, ma non devono essere soltanto i numeri a rendere conto del contributo ucraino alla lotta al nazifascismo, bensì anche la grande qualità dei combattenti e la loro assoluta devozione alla patria sovietica e al socialismo guidato da Stalin.
Basti pensare che delle oltre 11.600 persone – uomini e donne - appartenenti a 60 diverse nazionalità del mondo (non solo sovietici) che ricevettero l'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica per meriti militari conseguiti durante la lotta contro la Germania nazista e i suoi alleati fascisti ben 2.072 erano di nazionalità ucraina, che pone tale nazione al secondo posto per tale massima onorificenza dopo i russi (8.182) e ben prima dei bielorussi, (311), dei tartari (161), degli ebrei (108) e di numerosi altre popolazioni. Importanti figure di militari ucraini che ricevettero il titolo di eroe dell'Unione Sovietica per meriti conseguiti durante la grande guerra patriottica contro il nazifascismo furono il maresciallo dell'Unione Sovietica Semën Konstantinovič Timošenko (1895-1970) che che si distinse combattendo con valore nel 1941 e nel 1942 in Ucraina e successivamente su altri fronti, i fratelli Dmitry Borisovich Glinka (1917-1979) e Boris Borisovich Glinka (1914-1967) che si distinsero nell'aeronautica sovietica, Ivan Grigoryevich Drachenko (1922-1994) che compì anch'egli atti eroici nell'aeronautica, Pavel Khristoforovich Dubinda (1914-1992) che, come marinaio sovietico, si distinse durante la difesa di Sebastopoli, e Ivan Nikitovich Kozhedub (1920-1991), il più grande pilota di caccia dell'aeronautica sovietica di tutta la seconda guerra mondiale. Così come era ucraino il tenente Oleksiy Prokopovych Berest (1921-1970), uno dei tre militari sovietici (gli altri erano un russo e un georgiano) ai quali, grazie all'eroismo dimostrato durante la battaglia di Berlino, fu concesso l'alto onore di issare la Bandiera della Vittoria sul Reichstag il 30 aprile 1945.
Questi sono soltanto i militari ucraini più noti distintisi durante la seconda guerra mondiale, ma tantissimi altri si potrebbero citare.
Il tributo di sangue offerto dalla nazione ucraina all'Armata Rossa nella lotta contro il nazifascismo fu smisurato, con oltre 4 milioni di soldati ucraini che persero la vita non soltanto nei combattimenti, ma anche nei campi di concentramento nazisti: per fare un confronto, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina perdette più militari di quanti non ne perdettero la Gran Bretagna con il suo impero coloniale, la Francia con il suo impero coloniale, gli Stati Uniti e il Canada messi insieme.
Anche l'industria della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina diede un contributo fondamentale all'URSS di Stalin nella grande guerra patriottica contro il nazifascismo: si citi a titolo di esempio soltanto il carro armato sovietico T-34, fondamentale per la vittoria sovietica, che fu progettato dalla fabbrica di trattori di Kharkiv e lì iniziò a essere prodotto un anno e mezzo prima dello scoppio delle ostilità.
 

L'apporto della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina alla Resistenza sovietica
Nel territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina la resistenza della stragrande maggioranza della popolazione all'occupante nazifascista fu strenua sin dall'inizio, anche perché il pugno di ferro delle truppe tedesche, italiane, rumene e ungheresi che occupavano quel territorio non poteva consentire alcuna collaborazione, e per gli ucraini era questione di vita o di morte, come per il resto del territorio dell'URSS.
Si può dire che la resistenza ucraina al nazifascismo iniziò alla fine del giugno 1941, subito dopo che le truppe dell'Asse attraversarono il confine sovietico, perché fu allora che il Comitato Centrale del Partito Comunista (bolscevico)di tutta l'Unione ordinò ai membri del Partito di organizzare una clandestinità nei territori occupati. Durante i mesi successivi del 1941 cellule partigiane clandestine sorsero in alcune città ucraine, e già da settembre di quell'anno iniziarono sporadiche azioni di guerriglia contro le truppe occupanti nelle regioni di Chernihiv, di Sumy, di Nikopol, di Kryvyi Rih e di Dnipropetrovsk.
Fu solo nella primavera del 1942, quando le formazioni partigiane ucraine stabilirono migliori collegamenti con Mosca e ricevettero rinforzi speciali lanciati con il paracadute, che esse iniziarono a intensificare le azioni militari contro gli occupanti, raggiungendo una forza significativa solo a metà del 1943, in concomitanza con le sconfitte che le forze dell'Asse ricevevano dall'Armata Rossa sul fronte principale. Il numero dei partigiani in territorio ucraino crebbe rapidamente con il progredire dei successi dell'Armata Rossa: da poche migliaia di combattenti nel 1941 e nel 1942, all'inizio del 1943 c'erano circa 13.300 partigiani in Ucraina, cresciuti fino a 47.800 all'inizio del 1944, circa il 10% dell'intero fronte partigiano sovietico che agiva nelle retrovie.
I partigiani ucraini, come del resto gli altri membri della Resistenza sovietica, dipendevano dal Commissariato per la Sicurezza dello Stato dell'URSS, che il 30 maggio 1942 istituì lo Stato Maggiore Centrale del Movimento Partigiano dell'URSS, il quale a sua volta il 20 giugno istituì lo Stato Maggiore Ucraino del Movimento Partigiano a Vorošilovgrad, l'attuale Luhans'k. Il comandante operativo dello Stato Maggiore Ucraino era Timofei Amvrosievich Strokach, vice commissario del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.
Fu quest'ultimo a coordinare un'estesa operazione militare partigiana tra l'ottobre 1942 ed il marzo 1943 nelle foreste di Briansk nell'Ucraina settentrionale e nel maggio 1943 un'altra operazione nell'Ucraina occidentale da Putyvl' attraverso la Volinia verso i Carpazi per tagliare le linee di rifornimento tedesche e per contrastare le forze dell'Esercito Insurrezionale Ucraino, l'organizzazione collaborazionista ucraina diretta dal nazista Stepan Andrijovič Bandera responsabile della morte di decine di migliaia di ebrei ucraini.
Tra il gennaio e il luglio 1944 poi la Prima Divisione Partigiana Ucraina sotto il comando di Petro Petrovich Vershyhora, poi proclamato eroe dell'Unione Sovietica, condusse un'ulteriore operazione partigiana, ancor più ampia della precedente, in Volinia e nella Galizia nord-occidentale, mettendo in difficoltà gli occupanti nazisti fino alla Bielorussia e agevolando l'avanzata dell'Armata Rossa. I partigiani ucraini inseguirono i tedeschi in Polonia, dove la divisione di Vershyhora si distinse, e in Cecoslovacchia.
 
La partecipazione delle donne
La Resistenza ucraina al nazifascismo ebbe una forte partecipazione femminile, e vanno menzionati i nomi di alcune giovanissime donne ucraine nessuna delle quali sopravvisse alla fine della seconda guerra mondiale, alle quali fu conferito poi, postumo, il titolo di Eroe dell'Unione Sovietica per le loro imprese coraggiose: Nina Ivanovna Sosnina (1932-1943), Darya Grigorievna Dyachenko (1924-1944), Ulyana Matveevna Gromova (1924-1943), Mariya Timofeevna Kislyak (1925-1943), Larisa Stepanovna Ratushnaya (1921-1944), Yelena Konstantinovna Ubiyvovk (1918-1942), Nadezhda Terentyevna Volkova (1920-1942).
È doveroso, infine, ricordare il grande ruolo nella Resistenza al nazifascismo avuto da quegli ebrei ucraini che riuscirono a evitare il massacro e la deportazione: per tutti loro si ricordi la figura della giovane ebrea ucraina e sovietica Tatyana Iosifovna Markus (1921-1943), che non poté vedere la sconfitta degli aguzzini di Hitler e Mussolini, ma contribuì a prepararne la fine.
 

Il massacro di civili e i danni subiti dalla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina durante la guerra contro il nazifascismo
Il territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina dovette subire la completa invasione da parte delle truppe nazifasciste dalla metà del 1941 alla metà del 1944 e sul suo territorio si svolsero alcuni degli avvenimenti più tragici di tutta la seconda guerra mondiale. Per ciò che riguarda la distruzione materiale, nel territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina furono distrutti più di 700 città e paesi (il 40% di tutte le città e paesi dell'URSS che furono distrutti nella guerra), decine di migliaia dei villaggi, Ternopil’ fu completamente rasa al suolo, l'85% degli edifici di Kyev furono irreparabilmente danneggiati e il 70% di quelli di Kharkiv seguirono la stessa sorte, e ingenti distruzioni si ebbero anche a Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Poltava. Alla fine della guerra si lamentava la distruzione, solo in territorio ucraino, di 2 milioni di edifici residenziali, con oltre 10 milioni di sfollati. In totale le perdite materiali della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina durante la guerra. Oltre a ciò, la guerra provocò distruzioni sistematiche anche a edifici non residenziali in Ucraina: furono devastate 319.000 fattorie collettive, 33.000 scuole e 18.000 strutture sanitarie, mentre furono abbattuti 5.600 ponti.
I civili ucraini morti per la guerra furono certamente in numero superiore a quello dei militari, probabilmente superarono l'alta cifra di 6 milioni di morti civili, dei quali almeno 1,5 milioni erano ebrei ucraini, contro i quali i nazisti condussero una caccia spietata, con centinaia di migliaia di persone complessivamente assassinate nelle località ucraine di Babij Yar, di Kamianets-Podilskyi, di Leopoli, di Mykolaïv, di Kherson, di Dnipro e di Feodosia, solo per menzionare gli episodi più gravi.
 

Il socialismo cementò l'unità fraterna e vittoriosa dei popoli sovietici
L'Ucraina socialista pagò un prezzo sovrumano alla lotta contro il nazifascismo, ma alla fine riuscì a piegare, insieme a tutte le altre nazionalità dell'URSS e sotto la guida di Stalin e del Partito Comunista, il flagello nazifascista.
Non si dimentichi mai, ma noi marxisti leninisti non ce ne siamo mai dimenticati, che in tale titanica lotta tutti i popoli dell'Unione Sovietica lottarono insieme e senza alcuna divisione: soldati ucraini, dei quali abbiamo evidenziato l'insigne valore, combatterono fianco a fianco anche con russi, bielorussi, tartari, ebrei, rom, kazaki, armeni, uzbechi, mordvini, ciuvasci, azeri, baschiri e osseti. E allo stesso modo gli ucraini si trovarono come commilitoni circassi, estoni, lettoni, lituani, calmucchi, cabardini, ceceni, moldavi, tuvani, buriati, turkmeni, tagiki, kirghisi, rom, coriacchi ed eschimesi nella lotta contro quella lebbra ideologica chiamata nazifascismo.
Lo sforzo degli ucraini, dei russi e di tutti gli altri popoli fu realmente fraterno, perché essi erano reciprocamente affratellati nel socialismo vero – quello di Lenin e di Stalin - che stavano costruendo e che avrebbero, dopo la fine vittoriosa della guerra, ricominciato a costruire.
Con queste poche righe vogliamo onorare il ricordo di quanti si sacrificarono nel nome del socialismo e dell'autodeterminazione dei popoli contro il nazifascismo di Hitler e Mussolini, affinché esso non si riaffermi oggi, magari con il volto del nuovo zar Putin che col pretesto falso e criminale di denazificare l'Ucraina in realtà ricorre a un'invasione e a una aggressione di tipo hitleriani.

11 maggio 2022