Contributi
Il leader di Forza Nuova dal carcere agli arresti domiciliari
L’eliminazione del fascismo e dei suoi lacchè va di pari passo con l’emancipazione del proletariato e la conquista del socialismo

di Francesco - Fano (Pesaro Urbino)
ll 29 aprile scorso l’ex terrorista nero e leader di Forza Nuova Roberto Fiore, sotto processo assieme ai neofascisti Giuliano Castellino e Luigi Aronica per l’assalto alla sede nazionale della CGIL del 9 ottobre 2021, è stato condotto agli arresti domiciliari per ragioni di salute. L’istanza di scarcerazione è stata richiesta dai legali Carlo Taormina e Nicola Trisciuoglio che hanno insistito sull’incompatibilità tra la salute del neofascista Fiore e il regime carcerario di massima sicurezza a cui era sottoposto. Inoltre lo stesso Taormina avrebbe insistito e basato la sua richiesta di scarcerazione sulla presenza di numerosi casi di Covid-19 all’interno del penitenziario di Poggioreale.
La cosa appare molto strana e profondamente contraddittoria se si pensa che Fiore e i suoi “camerati” hanno negato per mesi l’esistenza del virus Sars Covid-19, parlando di montatura creata ad arte da un presunto complotto mondiale e invocando la “rivoluzione nazionale” contro la tirannia della dittatura sanitaria imposta dai poteri forti. Tutto questo in pieno spregio alle migliaia di persone che in Italia e nel mondo s’infettavano e morivano a causa della pandemia globale.
 

Chi è Fiore?
Roberto Fiore nasce a Roma il 15 aprile 1959, figlio di Amedeo Fiore combattente repubblichino dal quale eredita un’educazione fascista e reazionaria. Comincia la sua militanza politica nel 1973 nel Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante. Nel 1976 fonda Lotta Studentesca insieme a Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi (oggi ideologo di Casapound) che pubblica un giornale periodico denominato Terza Posizione. Nel 1978 i tre sciolgono Lotta Studentesca e fondano Terza Posizione. Il nome della nuova organizzazione segna la scelta ideologica di prendere le distanze sia dal blocco occidentale della Nato, sia da quello sovietico. Terza Posizione durerà dal 1978 al 1982 anche se, dopo il coinvolgimento di Fiore e Adinolfi nella strage di Bologna, verrà decapitata dalla magistratura nel settembre del 1980 con una raffica di mandati di arresto. Proprio in quell’anno infatti Fiore si rifugiò a Londra per sfuggire a un ordine di cattura emesso dalla Procura di Bologna in merito alle indagini sulla strage alla stazione di cui comunque fu dichiarato estraneo.
Due anni più tardi, venne arrestato nella capitale inglese a seguito di un ordine di cattura internazionale. Le autorità britanniche però negano l’estradizione in quanto la richiesta sarebbe stata di natura politica e quindi non ricevibile. Nel 1985 Fiore venne condannato dalla magistratura italiana per banda armata e associazione sovversiva. Tante sono le voci che lo accostano nel suo periodo londinese ai servizi segreti britannici. La Commissione europea d’inchiesta su razzismo e xenofobia del 1991 parlò di una sua affiliazione all’MI6 (l’intelligence britannica) fin dai primi anni ’80. Negli anni della sua latitanza infatti Fiore, assieme al neofascista e latitante Massimo Morsello, fonda la Easy London, una società leader di viaggi studio nella capitale britannica. L’impero economico di Fiore col tempo però si arricchisce anche di ristoranti, negozi e soprattutto di un vasto portafoglio di proprietà immobiliari. In totale i fatturati sono da milioni di euro.
 

Forza Nuova
Fiore è ancora latitante a Londra nel 1997 quando fonda, con il sodale Morsello, il partito neofascista Forza Nuova di cui diviene segretario nazionale. Nel 1999 i reati a lui imputati e per cui è stato condannato in via definitiva vanno in prescrizione. Tutto ciò permette a Fiore di rientrare in Italia non più come militante di estrema destra ma come facoltoso uomo d’affari. Ad attenderlo all’aeroporto di Roma ci saranno l’avvocato Taormina e gli ex dirigenti del MSI Teodoro Bontempo e Francesco Storace. I risultati alle elezioni politiche di Forza Nuova però sono disastrosi, inferiori al 1%. Alla luce di ciò, nel 2003 FN prova l’alleanza con Alternativa Sociale guidata da Alessandra Mussolini ma anche questo risulterà fallimentare. A questo punto i forzanovisti cambiano strategia e cercano di radicarsi e di affermare la propria presenza nelle periferie abbandonate e degradate delle grandi città sfruttando il malcontento delle classi sociali emarginate con presidi e aperture di sedi.
Nel 2008 Fiore entra a far parte del Parlamento europeo in sostituzione del posto lasciato vacante proprio dalla Mussolini. Forza Nuova si presenta nel 2013 alle politiche con Fiore candidato premier ottenendo lo 0,26% dei voti sia alla Camera che al Senato, quasi 90.000 preferenze. Alle ultime elezioni europee del maggio 2019 ottiene in totale lo 0,15% mentre alle politiche del 2018 l’alleanza col Movimento Sciale Fiamma Tricolore con la lista “Italia agli Italiani” continua a non superare lo sbarramento dell'1%. L’avvento della pandemia porta Forza Nuova a cambiare strategia rimpiazzando e accantonando le questioni come ordine, sicurezza o lotta all’immigrazione per dare inizio ad un processo di lenta e graduale infiltrazione nei movimenti cosiddetti “No Vax”, cercando di porsi alla testa alla lotta contro la fantomatica dittatura sanitaria. Tutto questo fino all’assalto alla sede nazionale della CGIL del 9 ottobre scorso quando Fiore e i vertici del partito (tra cui il leader romano Giuliano Castellino) vengono arrestati dalla Digos di Roma.
Secondo il lavoro di ben sei procure, tra cui quella capitolina, dietro l’assalto alla CGIL ci sarebbe un vero e proprio “piano occulto per dare vita a un nuovo organismo di matrice politico-eversiva che comprende ma non si esaurisce in Forza Nuova”, in cui si mettono insieme “un movimento storicamente organizzato e politicamente attivo, in grado di avere strutture, personale e risorse finanziarie e aggregazioni politicamente molto meno o per niente orientate interessate però allo stesso piano di natura eversiva nei confronti dello Stato”.
 

Considerazioni marxiste-leniniste
Alla luce della nostra analisi dei fatti, come marxisti-leninisti non possiamo che ribadire il concetto che il fascismo rappresenta la parte più pericolosa e reazionaria del capitalismo. La borghesia utilizza il fascismo come braccio armato ogni volta che vede minacciato il proprio potere politico e la propria egemonia di classe per colpire, confondere disunire il proletariato e le masse sfruttate. Questo delinea l’esigenza di sviluppare non un antifascismo parolaio, retorico e celebrativo, come invece vorrebbero i partiti parlamentari borghesi, bensì un antifascismo concepito e sviluppato come anticapitalismo in quanto l’eliminazione del fascismo e dei suoi lacchè va di pari passo con l’emancipazione del proletariato e la conquista del socialismo da parte delle classi oppresse.

18 maggio 2022