Lettere

Anche per noi 5 NO al referendum
Grazie per il volantino!
Anche per noi 5 NO!
MM - C.S.I. Confederazione delle Sinistre Italiane
 

Seguirò l’indicazione di voto referendario del PMLI
Sicuramente mi opporrò ai quesiti referendari del 12 giugno. Veramente avevo previsto di non recarmi proprio alle urne, ma se la posizione del PMLI è quella di votare NO, seguirò le indicazioni del Partito.
Anselmo - provincia di Ascoli Piceno
 

Appoggio su tutta linea la posizione del PMLI sul referendum
Segnerò 5 crocette sul NO ai cinque quesiti referendari. Appoggio su tutta la linea questa scelta aspettando il giorno di una giustizia proletaria, ma intanto non permettiamo la controriforma della giustizia facendola diventare ancora più reazionaria.
Francesco - provincia di Caltanissetta
 

Lavorerò bene per diffondere il volantino del PMLI
Grazie per il volantino 5 NO al referendum sulla giustizia.
Farò bene il mo lavoro, compagni!
Chriso - Piemonte
 

Draghi manda più uomini alla NATO e più armi pesanti a Kiev
Alla guerra, alla guerra! L’Italia è pronta a rafforzare il proprio schieramento militare in Est Europa nell’ambito delle operazioni NATO di “contenimento” anti-Russia. A dichiararlo il ministro Lorenzo Guerini (PD), intervenuto il 5 maggio scorso in Commissione Difesa di Camera e Senato: “L’Italia già contribuisce a queste misure in maniera significativa, con una componente terrestre in Lettonia, una componente aerea in Romania e Islanda e una componente navale nel Mediterraneo Orientale. A questo sforzo si aggiungeranno gli impegni in Bulgaria e Ungheria, che saranno inseriti nella delibera Missioni di prossima presentazione al Parlamento”.
Secondo Analisi Difesa il nuovo “contributo” italiano contro Mosca comprenderebbe “forze terrestri dell’entità di uno o due battaglioni di fanteria (oppure solo di loro componenti a livello compagnia)” da inserire nei gruppi da combattimento multinazionali che la NATO ha schierato in tutti gli stati membri dell’Europa orientale, dalle Repubbliche baltiche sino al Mar Nero. Conti alla mano, sempre secondo Analisi Difesa, in Bulgaria e Ungheria dovrebbero essere inviati tra i 500 e i 1.000 militari delle forze d’élite dell’Esercito.
Il governo Draghi&C. sceglie dunque la linea dura promossa da Washington: più uomini per l’Alleanza e più armi pesanti per le forze armate di Kiev.
L’Unione europea ha infatti approvato un fondo finanziario per un miliardo e mezzo di euro attraverso lo strumento European Peace Facility, a cui potranno attingere tutti gli stati membri per acquistare altre armi, attrezzature belliche e munizioni da inviare ai reparti ucraini.
Antonio Mazzeo - Messina

25 maggio 2022