Critica la FLC-CGIL: “Spalancate le porte alla privatizzazione”
Il “patto educativo contro la dispersione scolastica” a Napoli è un palliativo
Il problema si risolve solo col lavoro, il risanamento delle periferie urbane, il rafforzamento della scuola pubblica e una seria lotta contro la camorra

Redazione di Napoli
Dopo il fantomatico accordo sicurezza, approvato dopo quasi 100 giorni dall’inizio del suo mandato, la giunta del burattino Manfredi, ancora guidato nelle sue politiche dal governo Draghi, da Conte e De Luca, approva a testa bassa il nuovo “patto” elaborato dal ministro dell’Interno Lamorgese che dovrebbe contrastare, questa volta, la dispersione scolastica (che tra Napoli e provincia è vicina al 17%). Il 13 maggio è stato sottoscritto, nella sala interna del carcere di Nisida, “Generazione futura. Patto educativo per la città metropolitana di Napoli”, da Curia (con la prima volta dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia), ministero dell’Istruzione (Bianchi) e dell’Interno (Lamorgese), sindaco metropolitano (Manfredi) e regione Campania (De Luca), Forum del Terzo settore e l’impresa sociale Con i bambini.
Colpisce, ancora una volta, la presenza in questi progetti fortemente filo-governativi dell’ex sedicente “marxista-leninista” Marco Rossi Doria, già vice ministro all’Istruzione nei governi Monti e Letta, che parla di “patto civile che dovrà essere costruito insieme a docenti, educatori, operatori sociali ed esperti già all’opera, un’alleanza per sostenere migliaia di ragazzi oggi esclusi e in difficoltà”. In sostanza sarà lui che dovrà gestire i milioni dei patti educativi divisi in tre tranche con ben 41,1 milioni che saranno assegnati a 217 istituzioni scolastiche nell’area metropolitana partenopea (78 nel comune di Napoli per 14,8 milioni), 500 milioni per i ragazzi che vanno tra i 12 e i 18 anni.
È vero che il dato clamoroso è la mancanza di asili nido nei comuni della provincia di Napoli e nel capoluogo, quelli pubblici sono una chimera, come dice Manfredi; al contempo non sembra essere l’apertura delle scuole il pomeriggio ai privati con partenariati, tra l’altro, “con il mondo del volontariato, enti religiosi, terzo settore”, la panacea per risolvere il problema della dispersione scolastica.
Critica la segreteria nazionale della FLC-CGIL che tramite Manuela Calza esprime non poche perplessità sul patto: “c’è un progetto per affrontare la dispersione scolastica e il disagio giovanile attraverso un patto che prevede la partecipazione di tanti soggetti a esclusione della scuola. Sappiamo bene quanto sia grave in certi territori l’abbandono scolastico ma così si adottano rimedi che sono solo palliativi. Non c’è un investimento serio sull’istruzione pubblica, unica a garantire un’idea di conoscenza gratuita, laica e accessibile a tutti. Mi sembra che nel patto vengano a mancare questi aspetti, soprattutto la laicità”.
Le politiche degli ultimi quattro lustri sono state disastrose nell’ambito di un piano serio per l’investimento scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno, continua Calza: “difficoltà non casuali ma determinate da precise scelte politiche di disinvestimento: adesso, siccome la scuola non ce la fa, si delegano ad altri le sue funzioni. Così si spalancano le porte alla privatizzazione. L’operazione è chiara, si tratta di un attacco alla scuola come strumento di sapere diffuso, in grado di superare le disuguaglianze e la trasmissione intergenerazionale delle povertà materiali e culturali. Al tavolo ci vuole prima di tutto la scuola che eserciti la regia di un progetto educativo che si apre anche al territorio, non che venga sostituita”.
Noi marxisti-leninisti non riteniamo che questo nuovo sperpero di milioni di euro verso il progetto voluto da Lamorgese e diretto sul territorio da Marco Rossi Doria vada nella giusta direzione di un reale cambiamento della scuola a Napoli e in provincia, né riteniamo che frenerà la dispersione scolastica, uno degli atavici problemi partenopei. Serve invece un piano che colleghi la scuola pubblica alla possibilità di un sicuro futuro lavorativo in Campania e questo si potrà fare solo quando un piano straordinario di sviluppo e di nuova industrializzazione verrà effettivamente varato e che vada a risanare definitivamente le periferie urbane, i quartieri popolari e l’hinterland napoletano. Un piano che dovrà rafforzare inevitabilmente la scuola pubblica, cominciando con la eliminazione dei fatiscenti edifici scolastici, prosciugando così il terreno anche alla delinquenza organizzata camorristica che in questi mesi ha ricominciato con nuovi omicidi, feriti e “stese” armate che potrebbero allargarsi a macchia d’olio in tutta Napoli a breve tempo.

25 maggio 2022