NO alla base militare di Coltano;
NO all'aumento delle spese militari al 2% del Pil;
NO all'invio di armi all'Ucraina;
Via le basi USA e NATO dall'Italia.
Cacciamo il governo Draghi e apriamo una discussione sull'alternativa di società
In aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione, il governo Draghi trascina l’Italia nella guerra. L’Italia partecipa direttamente attraverso il rifornimento di materiale bellico alle forze armate ucraine, l’intervento di truppe italiane in vari paesi della zona (dalla Romania alle repubbliche baltiche), con le operazioni condotte dalle basi NATO e USA installate in Italia.
E’ ora di costruire l’alternativa, una proposta politica che metta al centro dell’attenzione gli interessi del popolo italiano, dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, dei disoccupati ed emarginati e la salvaguardia del pianeta; che attui le parti progressiste della Costituzione da sempre eluse e violate. Basta con la sottomissione del paese agli oligarchi italiani e stranieri! Alimentiamo la mobilitazione!
Solo le diffuse, continue e coordinate iniziative e mobilitazioni contro la guerra e contro l’economia di guerra incideranno sulla politica guerrafondaia verso cui il governo Draghi trascina il paese.
Per fermare il coinvolgimento del nostro paese nella guerra bisogna cacciare il governo Draghi!
Allo stesso tempo dobbiamo TUTTI INSORGERE e CONVERGERE in una proposta politica dal basso e popolare:
• per l’uscita dell’Italia dalla NATO e il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, no alle esercitazioni militari NATO su suolo italiano: boicottiamo la guerra;
• NO alla base militare di Coltano • NO all’aumento delle spese militari al 2% del Pil • NO all’invio di armi all’Ucraina
• Via le basi USA e NATO dall’Italia
• per l’applicazione delle parti progressiste della Costituzione antifascista;
• per un piano di investimenti per le energie rinnovabili (per non dipendere dalle forniture di energia di altri paesi) e contro le delocalizzazione e smantellamento delle aziende;
• per investimenti massicci in sanità, scuola, università (gratuite, pubbliche ed universali) iniziando con la stabilizzazione dei precari e servizi pubblici efficienti;
• per la laicità dello Stato, uguaglianza di genere, IUS SOLI;
• per la riduzione dell’orario di lavoro (lavorare meno, lavorare tutti), stipendi adeguati al costo della vita, contratti stabili, pensioni dignitose;
• contro la repressione delle avanguardie di lotta e sindacali, la censura e la propaganda di guerra.
 
Battiamoci per un’altra società: progressista e socialista!
Non sono le classi dominanti a essere forti, sono le masse popolari che devono organizzarsi. Facciamolo insieme, organizziamoci e coordiniamoci per difendere i nostri diritti e per conquistarne altri.
Le mobilitazioni delle scorse settimane contro la guerra e quella del 2 giugno devono segnare un deciso passo per costruire un fronte popolare, sindacale e politico unitario di lotta e solidarietà per mandare a casa Draghi e il suo governo!
Ricchi sempre più ricchi, popoli sempre più poveri. Loro fanno i loro interessi, noi dobbiamo ricominciare a lottare per i nostri. Ogni diritto perso è un diritto in meno che lasceremo ai nostri figli.
Abbiamo una nuova società da conquistare!

1 giugno 2022