Catturati mercenari russi in Mali da parte dell'alleanza jihadista nel Sahel

 
Lo scorso 19 Aprile la giunta militare di Assimi Goita, al potere in Mali con l'ennesimo golpe dell’agosto del 2020, annunciava l'arrivo a Bamako di due elicotteri da combattimento e da trasporto truppe, di radar di ultima generazione e di altro materiale bellico ricevuto dalla Russia sull base di un accordo sottoscritto nel 2019 dall’allora presidente Boubacar Keita. E confermava che nel paese erano presenti soldati russi come istruttori e non come combattenti. Il ruolo sporco di sostenitori dei golpisti era affidato ai mercenari della Wagner, come denunciava pochi giorni dopo un comunicato del Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani (Gsim), una delle formazioni combattenti jiahadiste del Sahel legata ad al-Qaeda che aveva preso prigionieri alcuni contractor russi.
"Nella prima settimana di aprile, abbiamo catturato un soldato delle forze russe Wagner nella regione di Segou, nel Mali centrale", rendeva noto il comunicato nel quale il GSIM precisava denunciava che "queste forze assassine hanno partecipato con l'esercito maliano a un'operazione di lancio aereo su un mercato nel villaggio di Moura, dove hanno affrontato diversi mujaheddin prima di circondare questa località per cinque giorni e uccidere centinaia di civili innocenti". Una rappresaglia dato che poco prima uno dei mercenari era morto dopo che la vettura sulla quale viaggiava con soldati maliani era saltata su una mina vicino al mercato settimanale di Hombori. Anche l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch confermava che a Moura i militari maliani avrebbero compiuto una vera strage, con l'uccisione di almeno 300 civili; sulla strage le Nazioni Unite hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta indipendente, finora negata da Bamako che ha financo vietato l'accesso a Hombori ai caschi blu di MINUSMA, la missione di pace dell’Onu in Mali.
La regione africana del Sahel nella terminologia dell'imperialismo europeo fa parte del cosiddetto Mediterraneo allargato, di quell'area cioè che considera strategica, da tenere sotto controllo. Una azione messa in pratica con una forza militare schierata sul campo, d'intesa con diversi paesi in nome della lotta al terrorismo contro le formazioni jiahadiste, che conduce sotto la spinta dell'imperialismo francese, ex potenza coloniale nella regione, e che negli ultimi anni ha avuto come convinti protagonisti l'imperialismo italiano e in parte quello tedesco; secondaria come numero ma non meno importante la presenza nella regione dei soldati dell'imperialismo americano. Parigi ha promosso una maggiore partecipazione degli alleati imperialisti europei per coprire il proprio relativo disimpegno militare a sostegno di regimi che volevano sottrarsi al suo controllo e nelle pieghe di questo disimpegno hanno trovato spazio le concorrenti imperialiste Russia e Turchia come abbiamo già denunciato.
“Le autorità di transizione del Mali, sottolineano chiaramente il loro impegno nei confronti degli obblighi internazionali e stanno combattendo il terrorismo. Si sono rivolti ad una società militare privata russa perchè la Francia vuole ridurre significativamente il suo contingente militare schierato nel paese e avrebbe dovuto combattere i terroristi che si sono insediati nel nord”, confermava lo scorso 25 settembre il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, a margine dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La Turchia agisce direttamente coi propri militari, la Russia indirettamente con l'impiego dei mercenari della Wagner, la milizia privata al servizio del Cremlino schierata grazie agli accordi con le giunte militari almeno da quattro anni nella Repubblica Centrafricana, in Mali e in Burkina Faso. Tre paesi che all'Onu sull'Ucraina non a caso si sono schierati con l'aggressore Putin.

1 giugno 2022