Lo documenta uno studio dell'Oxfam
Il Covid ha aumentato i miliardari che posseggono il 13,9% del Pil globale
Ogni 30 ore un nuovo miliardario e un milione di poveri in più

 
In apertura del meeting annuale del World Economic Forum, l'organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze Oxfam ha pubblicato sul proprio sito uno studio di 19 pagine intitolato “Profiting from pain” (Guadagnare dal dolore) che fotografa le gigantesche iniquità a livello globale conseguenti alla pandemia di Covid-19.
Dallo studio si evince che negli ultimi 2 anni i miliardari che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e energetico hanno visto aumentare le proprie fortune al ritmo di 1 miliardo ogni 2 giorni, con la conseguenza che la loro ricchezza è pari al 13,9% del Pil globale, oltre 3 volte la quota del 2000.
I 20 individui più ricchi del pianeta hanno patrimoni che valgono più dell’intero PIL dell’Africa nera, e quest'anno, sempre a livello globale, 1 milione di persone ogni 33 ore rischia di sprofondare in povertà estrema, complice anche l'aumento vertiginoso dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari e dei beni energetici, aumento iniziato ben prima che scoppiasse la guerra in Ucraina.
Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam, ha commentato i risultati dello studio nel sito dell'organizzazione: “la marcata concentrazione della ricchezza – e di potere economico - nelle mani di pochi - ha affermato la Bucher - è il risultato di politiche di lungo corso, di decenni di liberalizzazioni e deregolamentazione della finanza e del mercato del lavoro, di anni in cui le regole del gioco sono state fortemente condizionate da interessi particolari a detrimento della maggioranza dei cittadini. Privatizzazioni, emersione di nuovi monopoli, ricorso ai paradisi fiscali e sfrenato arricchimento per pochi; insicurezza, sfruttamento, assenza di diritti e sforzi scarsamente riconosciuti e ricompensati per troppi altri”. “La pandemia - ha proseguito - ha esacerbato le disuguaglianze e ridotto sul lastrico molte persone. Milioni oggi non hanno sufficiente cibo o soldi per riscaldarsi. In Africa orientale, una persona rischia di morire di fame ogni minuto. Siamo di fronte a una disuguaglianza paradossale, tossica che rischia di spezzare i legami che tengono insieme la nostra società”.
Lo studio mette in evidenza poi i settori economici nei quali i profitti hanno raggiunto livelli mai visti, che sono i settori energetico, alimentare e farmaceutico, caratterizzati da situazioni di forte monopolio.
Cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) fanno 2.600 dollari di profitto al secondo, mentre nel mondo sviluppato, che più necessita di energia, i salari sono stagnanti e la difficoltà delle famiglie e delle imprese che utilizzano l'energia non fa che aumentare.
Per ciò che riguarda il settore alimentare, la pandemia ha prodotto 62 nuovi miliardari nel giro di due anni: solo per fare un esempio, la multinazionale statunitense Cargill controlla il 70% del mercato agricolo globale, e ha realizzato l’anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5 miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel 2022. La sola famiglia Cargill, che controlla il gigantesco gruppo industriale, conta ora 12 miliardari, rispetto agli 8 di prima della pandemia.
La pandemia ha prodotto 40 nuovi miliardari in due anni anche nel settore farmaceutico,che ha registrato profitti da capogiro: imprese come Moderna e Pfizer hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino COVID-19 e, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, hanno fatto pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato, anteponendo gli utili alla tutela della salute globale in un mondo in cui, peraltro, l’87% dei cittadini nei paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale.
Non è azzardato affermare che mai nella storia del genere umano gli squilibri economici hanno raggiunto un tale apice, con una ventina di individui più ricchi rispetto a quasi un miliardo di abitanti di quasi tutto un continente (l'Africa nera), un fatto che fa impallidire gli squilibri socioeconomici della Francia del 1789 e della Russia del 1917, squilibri che comunque hanno gettato benzina su quelle rivoluzioni: oggi c'è più squilibrio economico tra uno dei primi 20 miliardari mondiali e un abitante povero dell'Africa nera o dell'Asia non sviluppata di quanto ce ne fosse tra Luigi XVI e Nicola II (uomini con patrimoni immensi per le rispettive epoche) e il più povero dei loro rispettivi sudditi, un fatto che deve far riflettere attentamente sulle contraddizioni che crea il sistema capitalista su scala mondiale!

1 giugno 2022